Friday, July 13, 2018

Stipendio Tedesco - Come calcolare lo stipendio in Germania

Per chi cerca lavoro in Germania l’unica, la sola domanda che si pone prima di fare un colloquio è:
Quanto si guadagna in Germania?
La risposta è come ovunque: ognuno fa quello che vuole. Fortunatamente, come disse Geremy Clarkson in una celebre puntata di Top Gear: “We are in Germany and there are procedures to go through”.
Come in Italia, anche qui ci sono i contratti nazionali, peccato che le aziende non sono obbligate a utilizzarli. La cosidetta Tarifbindung (vincolo tariffario collettivo) (https://de.wikipedia.org/wiki/Tarifbindung) viene stipulato tra i sindacati (Gewerkschaft) e le unioni dei datori di lavoro (Arbeitgeberverband). Le aziende possono decidere se fare parte delle Arbeitgeberverband e in questo caso sono vincolate ai contratti nazionali, i quali regolano, come in Italia, tutto quello che riguarda il rapporto lavoratore – azienda. Le grandi aziende (Bosch, Siemens, BMW, Volkswagen, etc.) di norma applicano i contratti collettivi, le piccole aziende invece, preferiscono fare contratti diversi (sempre rispettosi della legge) per ogni lavoratore, ma come linea guida per capire a che stipendio si può raggiungere, il contratto nazionale (Tarifvertrag) è una ottima linea guida.
Cominciamo subito con quello che è la norma per un Ingegnere in Germania dal punto di vista contrattuale:

  • dalle 35 alle 40 ore lavorative a settimana
  • 30 giorni di ferie retribuite all’anno da consumarsi di norma entro il 31 Marzo dell’anno successivo altrimenti vanno perse e non vengono liquidate in busta paga
  • Contratto a tempo indeterminato interrompibile da entrambe le parti con 1 mese di preavviso da fine quartale (finestre di uscita sono ogni 3 mesi, scordatevi il posto fisso dove non vi possono licenziare mai)
  • straordinari pagati, ma solo se si superano tot ore al mese, le ore non pagate possono e devono sempre essere recuperate come flessibilità (Gleitzeit)
  • Pagamento puntuale e mensile entro il 31 del mese stesso (non esiste che si lavora un mese e lo stipendio lo vedi il 20 del mese successivo)
  • 6 mesi di prova (al termine dei quali un aumento di stipendio è prassi) in cui il rapporto lavorativo può essere interrotto con relativamente poco preavviso (2 settimane- 1 mese)

Se su qualcuno di questi punti il contratto è piú penalizzante, forse stanno cercando di sfruttarvi.
Benefit dipendenti da azienda ad azienda, non garantiti se non nei contratti nazionali, ma molto frequenti anche fuori:

  • Tredicesima mensilità: chiamata denaro natalizio (Weihnachtsgeld) pagata con la busta paga di Dicembre è una completa mensilità lorda in più. Le aziende rendono sempre chiaro che è una una-tantum che non è mai garantita ogni anno
  • Quattordicesima mensilità: chiamato denaro per le vacanze (Urlaubsgeld) di solito una mezza mensilità lorda pagata con lo stipendio di Giugno (ma in alcune aziende può essere una piena mensilità e a volte pagata lo stesso a fine anno, per esempio a Novembre). Le aziende rendono sempre chiaro che è una una-tantum che non è mai garantita ogni anno.
  • Bonus: dipendente da molti fattori come ad esempio il fatturato nell’anno fiscale precedente o obiettivi raggiunti dal singolo. Le aziende rendono sempre chiaro che è una una-tantum che non è mai garantita ogni anno

I benefit aggiuntivi sono tutto grasso che cola: se ci sono è bene, se non ci sono non è necessariamente un male, dipende dalla azienda.

Bene, supponiamo che dopo avere passato le selezioni vi offrano un contratto coi controtesticoli e vi sparano una cifra (di solito uno stipendio lordo mensile, ma potrebbe essere anche annuale): come capire se è una offerta al limite dello sfruttamento o una congrua eguagliata al resto dei tedeschi presenti sul mercato del lavoro?
Per prima cosa dovete capire  in che fascia di stipendio ricadono le vostre competenze, per meglio dire, in che Entgeltgruppe (gruppo di retribuzione) la vostra figura professionale rientra. https://karrierebibel.de/entgeltgruppe/
Gli Entgeltgruppen (EG) non sono altro che una suddivisione tabellare in base alle competenze che impongono lo stipendio minimo nei contratti nazionali. La suddivisione e il corrispettivo ammontare  sono diversi per ogni Bundesland e il punteggio si può facilmente ricavare rispondendo a poche semplici (per chi sa il tedesco) domande. Piú è alto il numero del gruppo, piú al forza lavoro è specializzata e ha competenze, piú lo stipendio base è alto.
Qui è spiegato come ricavare il punteggio https://metall-tarif.info/tarifinformationen/eingruppierung/

Prendiamo la mia situazione ad esempio: nel Baden Württemberg ci sono 17 EG il cui punteggio è suddiviso nella seguente tabella
Entgeltgruppe
Gesamtpunktzahl
1
6
2
7 - 8
3
9 - 11
4
12 - 14
5
15 - 18
6
19 - 22
7
23 - 26
8
27 - 30
9
31 - 34
10
35 - 38
11
39 - 42
12
43 - 46
13
47 - 50
14
51 - 54
15
55 - 58
16
59 - 63
17
64 - 96

Le proprie capacità possono essere valutate in base a un punteggio secondo le seguenti categorie

  • Anlernen (Insegnamento) - Fino a un massimo di 9 punti
  • Ausbildung (Formazione) - Fino a un massimo di 29 punti
  • Erfahrung (Esperienza Lavorativa) - Fino a un massimo di 10 punti
  • Denken (Ragionamento) - Fino a un massimo di 20 punti
  • Handlungsspielraum / Verantwortung (Ambito di azione / Responsabilità) - Fino a un massimo di 17 punti
  • Kommunikation (Comunicazione) - Fino a un massimo di 13 punti
  • Mitarbeiterführung (Leadership – Direzione dei sottoposti) - Fino a un massimo di 7 punti con un minimo di 0 (in caso non si abbiano sottoposti)
Una volta calcolato il vostro EG basta andare sul sito del sindacato competente e cercare le tabelle relative al vostro settore, nel mio caso Metall und Elektroindustrie: https://www.igmetall.de/metall-und-elektro-monatsentgelte-907.htm

Attenzione che dipende dal settore, ma bisogna capire gli stipendi su quante ore sono calcolati (informazione rintracciabile in rete), nel mio caso 35 ore a settimana.

Se ne lavorate meno o piú una semplice proporzione vi aiuterà a capire lo stipendio LORDO a cui idealmente potete aspirare. Attenzione che quella delle tabelle è una stima fortemente al rialzo. Per vari motivi: non siete tedeschi (il vostro metodo di lavoro potrebbe essere diverso da un tedesco), non siete madrelingua tedesca (questo impone problemi nella comunicazione), il contratto nazionale non si applica alla vostra piccola azienda, possono esserci altri benefit non monetari, etc.

Supponiamo vi facciano buona offerta sullo stipendio lordo: sì, ma il netto?

Ricordatevi che:

  • Fino a che non vi sposate la vostra Steuerklasse (classe di tassazione) è 1
  • Per sapere la percentuale aggiuntiva di tassazione sanitaria, dovete prendere contatto con la vostra cassa malattia (Krankenkasse), per la TK è nel 2018 scesa allo 0.9%
  • Le tasse per la Chiesa (Kirkensteuer) sono facoltative (e molto alte), se non siete credenti o semplicemente non volete contribuire alle spese della Chiesa (qualunque essa sia e per qualunque vostro motivo) questa informazione dovete darla durante il processo di Registrazione (Anmeldung) negli uffici del Comune di residenza (Bürgeramt / Bürgerbüro) altrimenti vi tocca andare in tribunale e non vi danno un centesimo indietro. Attenzione che visto che siete italiani molti impiegati manco ve lo chiedono e mettono “Cattolico” di default
  • Qui il netto è uguale ogni mese; il sistema non è malato come quello italiano dove ci sono scaglioni di guadagno e a inizio anno lo stipendio è più alto per poi finire a Dicembre con uno stipendio praticamente dimezzato.

Per farla breve calcolate tra il 39 e il 43% di tasse per ricavare il netto.

Personalmente mi sono interessato ai contratti nazionali ben 8 anni dopo il mio ingresso nel mondo del lavoro tedesco, anche perché solo ora sono in grado di parlare e capire il tedesco abbastanza per destreggiarmi tra termini fortemente tecnici e tutta la burocrazia che ci sta dietro. Bello è stato vedere che mi pagano 1600 euro lordi in meno rispetto al mio Entgeltgruppe. Nessun problema, 8 anni fa mi offrivano uno stipendio netto equivalente al lordo che prendevo in Italia (ed ero impiegato Finmeccanica) e nel giro di 8 anni (complice anche un cambio di azienda) sono riuscito a aumentare il mio stipendio del 50%, roba che in Italia è impensabile.

Friday, November 18, 2016

Le mie ragioni del no

Mi sono deciso a scrivere un post sul mio blog oramai in disuso almeno per tentare di contribuire ad una discussione costruttiva riguardo al quesito referendario di riforma costituzionale previsto per il prossimo 4 Dicembre 2016. Sarà un post lungo, anzi lunghissimo. Chi pensa che leggere il mio post sia una perdita di tempo, chi non ha tempo, chi vuole una versione più corta del mio pensiero, può leggersi quello che ha detto Monti nell'intervista al Corriere; lo condivido al 95% e potete usarla come mia posizione ufficiale.


Chi invece non ha voglia di essere coinvolto, a chi non frega nulla, a chi crede alle bufale da una parte e dell’altra, chi (come milioni di americani) preferisce farsi passare le notizie solo da Facebook, per me, può anche starsene a casa il 4 Dicembre. Che voti per il SI o per il NO, il tuo voto è solo deleterio, se non sai per cosa voti e non sei un elettore informato. Vai allo stadio, fatti una partita di calcetto, guardati una puntata dei vari programmi della De Filippi, una replica del Grande Fratello va bene uguale.
Spero che chi voglia votare SI al referendum sia comunque interessato alle mie ragioni per cui voterò no, giusto per avere un altro punto di vista. Mi ritengo una persona razionale e se state leggendo queste righe, credo che almeno mi concediate il beneficio del dubbio; vi invito, dunque, sia a leggere fino in fondo, sia a lasciare un commento con il vostro punto di vista o il vostro blog o un articolo che pensate possa confutare il mio punto di vista.

Entrerò nel merito della riforma e del quesito seguendo un’analisi super partes, punto per punto che si trova sul seguente sito.


Tutti i punti sono spiegati in relazione a come funziona la costituzione adesso e con i due scenari: cosa succede se vince il Si o se vince il No.
Leggendolo tutto, sebbene sia un articolo lungo, vi permetterà di sapere precisamente su cosa verte il referendum; è importante, perché sia la campagna del sì che quella del no strumentalizzano i contenuti per portare a casa voti, facendo di una modifica così importante alla nostra Costituzione un affare da niente. Tenendo conto che nel mio partito, quello del no, ci sono sì imbecilli e ignoranti (nell’ordine: tutta la destra extragovernativa, tutta la sinistra extraparlamentare, i cinquestelle), ma anche costituzionalisti e tecnici importanti (Monti ad esempio) e soprattutto l’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia), penso che una lettura del voto molto razionale sia d’obbligo.

Ci tengo a sottolineare che il voto al referendum non è affatto correlato con l’azione perpetrata dal governo Renzi, non è un voto per esprimere un giudizio sull’operato del Governo, sebbene io nel mio scritto entrerò nel metodo, lasciando stare il merito, dell’azione del Governo e soprattutto della persona di Matteo Renzi. Metterò in discussione la credibilità di chi si appresta a modificare la nostra costituzione solo nei punti in cui il quesito referendario non dà alcuna garanzia su come sarà concretamente effettuata la riforma e demanda a questo Governo la stesura delle leggi (che poi dovranno essere convalidate dal parlamento). L’unico metro di giudizio che ho è la credibilità e l’attendibilità del Governo e del Presidente del Consiglio. Queste parti saranno evidenziate in rosso per denotare quanto di questa riforma non sia ancora stato scritto ed su quanto il voto non deciderà nulla.

L’elenco linkato sopra (http://www.lastessamedaglia.it/2016/04/il-referendum-di-ottobre-spiegato-facile-facile/ ) è un punto d’inizio, ognuno può farsi le idee che vuole avendo tutto davanti agli occhi. Procederò punto per punto in relazione al link:


Punto 1), Bicameralismo perfetto: rimango dell’idea che il sistema attuale non sia perfetto (e non esiste un sistema di governo perfetto a questo mondo), ma che se deputati e senatori facessero il loro lavoro, il sistema funzionerebbe mille volte meglio e la riforma non sarebbe né così necessaria, né così mal fatta.
Eliminare una parte dei senatori non serve a niente se la gente che popola il Senato è composta dagli stessi fannulloni di sempre. Possiamo fare una analogia con la scuola italiana che sicuramente tutti avrete vissuto (nel bene o nel male) sulla vostra pelle: questa riforma è l’equivalente della pratica malsana per cui si alza  il voto a tutta la classe di 2 punti per dovere di statistica e perché se hai una classe di ignoranti non ne puoi bocciare il 70%, secondo la logica del “si fotta la meritocrazia”; se il sistema non funziona non è colpa dei fannulloni che siedono i banchi delle camere, ma del sistema stesso e quindi si cambiano le regole, non si cambiano i fannulloni. Piuttosto che forzare deputati e senatori a fare il loro dovere, cambiamo le regole per venire incontro ad un sistema corrotto. Io non ci sto. Piccolo appunto: occorre una legge elettorale nuova non una costituzione nuova. Che il potere torni nelle mani del popolo permettendo di specificare le preferenze. I mafiosi e i corrotti ci saranno lo stesso in parlamento, ma almeno esisterà la possibilità che persone oneste che si fanno una onesta campagna elettorale vengano elette a furore di popolo. Con questa legge elettorale non è possibile che ci siano persone non colluse con una parte o con l’altra in parlamento, in quanto sono i partiti, con le liste bloccate a decidere chi occuperà quei banchi.

Punti 2) e 3_a), Il senato dei cento. Sarò breve: l'immunità dei senatori non eletti dal popolo è il peggio del peggio che possa capitare. Già, ad oggi l’immunità parlamentare in Italia è quasi il duale di impunità. Se il senato non è eletto, allora esiste la concreta possibilità che ogni consiglio regionale mandi al Senato chi per qualunque ragione (corruzione, mafia, truffa, compravendita di voti, concussione…) non debba subire un processo e non debba essere condannato. In un sistema come quello italiano, ve la sentite di lasciare tutto questa libertà di scavalcare la legge? Mafiosi, ciellini, ma anche esponenti delle varie coop o delle multinazionali i cui interessi non sono quelli dello Stato, ma solo i loro interessi personali, potranno essere messi lì per pura necessità di favori elettorali.
Inoltre i poteri del Senato saranno diversi e più complicati alla faccia della semplificazione. Vogliamo abolire il senato, bene, allora tabula rasa. Il senato dei cento è una scelta assolutamente deleteria per tutti noi cittadini, aggrava la situazione e corrompe ancora di più il quel malcostume che in Italia impera e toglie spazio ai cittadini.

Punto 3_b), I nuovi Senatori. Ecco che entro nel merito della fiducia in questo Governo. Io non voto una modifica alla Costituzione se devo dare fiducia a renzi ed al suo Governo dopo quello che, a me, elettore del PD, elettore delle primarie, è stato promesso e non mantenuto; dopo le sue menzogne sull’Italia che cambia verso, le promesse su una nuova politica, il suo “Letta stai sereno”, sul pagamento delle tasse alla Chiesa, sul fatto che non era interessato al ruolo di Presidente del Consiglio se non dopo una vittoria alle elezioni, una riforma elettorale promessa e di nuovo fatta coi piedi. Sappiamo tutti come è andata: dopo avere vinto le primarie (votato anche da me) ha silurato il governo Letta e lo ha fatto decadere, non è stato eletto direttamente dal Popolo ergo non ha vinto le elezioni per diventare presidente del consiglio, è venuto a patti con gentaglia come il pluri-imputato Verdini  parte della presunta loggia P3 e politici di una serietà fuori dal comune (sarcasmo) come Alfano. Altro che “cambiare verso” Renzi è sempre di più espressione della vecchia politica che dichiarava di volere rottamare.
Non è chiaro come saranno scelti i senatori e siccome la ragione è politica, io non posso permettermi di lasciare carta bianca a questo governo, a questo parlamento, su una questione così importante. Negli ultimi giorni poi i toni sono stati schifosamente antieuropeisti, bassa politica nei confronti dell’Europa per avere consensi in ambito referendario. Sei un politico poco serio se vai dietro ai voti facili dei populisti antieuropeisti, non hai una linea politica tua e dimostri di non avere ideali (il no alle sanzioni alla Russia, la manovra economica rischia di essere bocciata dall'Europa per le misure una tantum, di nuovo vecchia politica, la cancellazione di EQUITALIA che puzza di condono, (perché hai voglia a fare una perenne campagna elettorale, ma se uno non ha pagato le tasse ed è moroso col fisco, la multa la deve pagare, senza sconti. Di nuovo si torna a parlare di eguaglianza davanti alla legge e di correttezza nei confronti di chi ha sempre pagato le tasse e di credibilità di questo Governo).

Punto 4), i Senatori a Vita. Mi lascia indifferente, SI o NO, i senatori a vita per me andrebbero cancellati, ma se rimangono non devono fare pendere l’ago della bilancia.

Punto 5), il Presidente della Repubblica. Pessima semplificazione del sistema di voto. Mettere i 3/5 dei presenti dà la possibilità di introdurre colpi di mano. Il Presidente della Repubblica non è un fantoccio in mano al Parlamento; ha poteri forti e precisi e promulga le leggi. In uno Stato come l’Italia io non mi sento di escludere che una elezione fatta con i 3/5 dei presenti possa essere forzata o comprata o anche peggio. Di nuovo: se il parlamento non sa mettersi d’accordo allora non si cambia il sistema, si impone che le persone lavorino e trovino accordi. Sono lì per quello, non per scaldare il banco.

Punto 6_a), il voto in data certa. Anche su questo punto della riforma sono neutro, ma mi devo ripetere: non si cambia il sistema, si cambia il modo di lavorare. Se l’iter è lungo, è perché la gente non lavora. Ci sono leggi che passano tra camera e senato e nel giro di 2 settimane sono approvate se ne esiste la volontà. Non si esautora il Parlamento delle sue funzioni con una via preferenziale, anche se ammetto che possa essere necessaria, purché non se ne abusi, come oggi si abusa dello strumento referendario, dello strumento "decreto legge" o della imposizione della fiducia (e allora torniamo al punto di partenza, su come lavora l’odierno parlamento)

Punti 6_b) Coerenza, 7) Abolizione delle province e 8) Abolizione del CNEL: sacrosante da fare subito, mi spiace votare no anche a loro, ma le devo sacrificare, la politica è fatta di compromessi. Per poche cose buone, ce ne sono troppe pericolose o sbagliate.

Punto 9), competenza tra Stato e Regioni. Ritorniamo al punto  3_a) sul Senato dei 100. Dopo anni a combattere per il federalismo mal fatto (vogliamo fare l’esempio dei miliardi di euro di buco nella sanità della regione Lazio durante gli anni di governo di quel fascista di Storace, perché nessuno controllava a livello nazionale cosa facesse la Regione?) adesso si tolgono poteri alle regioni di nuovo centralizzando o creando scontri di potere tra governo centrale e ogni singolo governo regionale. Facile pensar a un governo centrale di destra che mette i bastoni tra le ruote alle regioni di sinistra (o viceversa) su temi importanti come la sanità (pensiamo alla legge sull’aborto per stare in tema di diritti negati o leggi sulle unioni civili omosessuali o sul fine vita, tutta roba per cui i cattolici i ciellini e la Chiesa sono contrari ad esempio). Torniamo al punto del senato dei cento perché? Perché la spacciano come una riforma alla tedesca, peccato che in Germania il senato è fatto da gente eletta dal popolo (i capi di regione) e che le regioni sono federali! Qui nel referendum si promette un Senato su base regionale, ma nessun cittadino elegge i rappresentanti delle regioni al Senato e in più nella stessa riforma si tolgono poteri alle regioni! Per me è roba da matti!

Punto 10) Leggi di iniziativa popolare.  Buono anche questo punto, purtroppo lo devo sacrificare.

Punto 11), Referendum. Sulla regolamentazione dei referendum il mio nervoso sale alle stelle! È stato concepito come estrema ratio dai nostri padri costituenti e ne è stato abusato l’uso da parte di tutti negli ultimi 40 anni. Troppo fumosa la riforma specialmente sul referendum propositivo. Senza contare che non si può, ideologicamente parlando, abbassare il quorum su un referendum a meno del 50% +1 degli aventi diritto. Se uno non partecipa, decide di non avvalersi del suo diritto di voto; è gravissimo che su un referendum il quorum non tenga conto anche di chi decide di non votare.

Punto 12), QUOTE ROSA. Ma scherziamo?!?! MAI nella Costituzione! Le quote rosa sono il simbolo di un maschilismo dominante, un sintomo della mancanza di meritocrazia. L’eguaglianza la si promuove con leggi apposite non la si impone per decreto. Occorre lavorare a livello sociale perché le donne siano rispettate come gli uomini e vengano rispettate dagli uomini. Con le quote rosa in Costituzione si da un altro strumento in mano ai corrotti e ai mafiosi. Che non si faccia lo sbaglio di pensare che le donne non facciano parte del sistema corrotto in cui l’Italia giace, solo per questioni di genere.

Punto 13), eleggibilità del presidente della Repubblica.  Modifica necessaria se si elimina l’eleggibilità del senato.

Punto 14), Tutela delle minoranze e statuto delle opposizioni.  Porcata fumosa e inconcepibile. Nulla è chiaro su questo punto, devo votare no, perché non voglio lasciare a questo Governo, a questo Parlamento la possibilità di modificare a suo piacimento e rovinare o complicare le cose.

Concludendo: la questione del Referendum sulla modifica alla Costituzione non può e non deve né essere relegata ad una mera valutazione del Governo Renzi, ma deve essere trattata nel merito della riforma che propone. Il mio punto di vista, che mi spinge a votare NO a questa riforma di basa sull'analisi della riforma stessa che vedo atta ad indebolire la forza della nostra Costituzione e a perpetrare e rafforzare quel malcostume mafioso e clientelare che ci ha portato a questo punto.  La riforma non serve a nulla se non si cambia la Legge Elettorale, e una riforma costituzionale del genere, sebbene contenga alcuni passi avanti, rimane comunque malfatta e ambigua e può solo portare ad un peggioramento della situazione nel nostro Paese.

Thursday, March 06, 2014

Il miracolo di Sukhoy Nos.

XIV Contest di scrittura creativa, Labarriera.net.

Il miracolo di Sukhoy Nos.

Alle 5 di mattina, ora di Mosca, eravamo già tutti in sala riunioni con le braccia e le gambe infilate nelle tute speciali nuove di zecca. Sarebbe stata una lunga, memorabile giornata. Eravamo in 7, il massimo che il Tupolev 95V potesse trasportare; io e Yulii gli unici civili. Di quei militari, di quella gente conosciuta la mattina stessa, mi rimane il ricordo solo del Magg. Andrei Durnovstev: pilota, acciaio vero, tutto d’un pezzo; impersonava la propaganda così bene che nemmeno un busto di Lenin avrebbe saputo fare meglio. Sapemmo poi che già allora si faceva chiamare dai suoi commilitoni “Geroy”: EROE. A torto o a ragione, dopo quella missione saremmo diventati tutti “Eroi delle Repubbliche Socialiste Sovietiche”, con buona pace del mitragliere e del navigatore a cui i due fisici nucleari Andrei Sakharov e Yulii Borisovich avevano soffiato il posto. A noi, due degli inventori di quella macchina mortale, i generali non osarono dire no. L’unica cosa che ci accumunava a quei freddi, meccanici individui che sulla tuta di volo avevano cuciti i gradi era la scelta volontaria di essere a bordo di quell’aereo. Nessuno, né i fisici, né gli ingegneri, nemmeno le stellette del generale Pavlov (che avrebbe coraggiosamente assistito alle operazioni da 1000km di distanza) potevano garantire che avremmo rimesso i piedi a terra. Da parte nostra eravamo con la coscienza a posto; ci fidavamo dei nostri calcoli e previsioni e simulazioni, ma era l’eccitazione data dalla curiosità ad avere annullato la paura.

Nel giro di due ore eravamo in volo con la base di Olenya alle spalle, sopra i kilometri di mare aperto che ci separavano da quello che gli americani amano chiamare “Ground Zero”: la penisola Sukhoy Nos in pieno oceano artico. Il bombardiere a lungo raggio modificato viaggiava lento a causa del suo carico di morte che non sarebbe stato stivato nemmeno a colpi di proletarissimi falce e martello. Vanya, coi suoi 8 metri e due stadi era appesa tra carrello e fusoliera. 27 tonnellate per 50 megatoni. Un diametro di 2 metri per la più potente bomba H della Storia. 3000 volte la bomba sganciata su Hiroshima. La sua forma era brutta, tozza, da cartone animato, di un grigio opaco che si stagliava nitido contro il munsen dell’aereo, il bianco detto antiflash che ci avrebbe salvato dall’ardere vivi nella fusoliera. I gerarchi pretendevano l’esagerazione: per mostrare al mondo che la grande Madre Russia non aveva rivali, ne pretendevano 100 di megatoni. Fummo noi fisici a ridimensionare il tutto a 50, con esplosione in volo, non a terra onde evitare uno sciame sismico paragonabile a un 9° grado Richter. La propaganda aggiustò la cifra a 65.

La velocità di crociera, ridicola per quell’aviogetto, era dettata dalla precarietà del carico; le turboeliche ronzavano sonoramente mentre io e Yulii ci ritrovammo stipati nel comparto di coda, il posto migliore per vedere il risultato del nostro lavoro. Avremmo sganciato sulla via del ritorno, avendo pochi minuti per darcela a gambe levate prima che l’onda d’urto ci colpisse e l’enorme paracadute facesse il suo mestiere rallentando abbastanza la caduta dell’ordigno. Alle 11. 24 il Maggiore ordinò di mettersi in posizione di sgancio e di indossare gli occhiali schermati. Gli aerei di supporto con le troupe di ripresa si erano già portati a distanza di sicurezza e alle 11. 26 del 30 Ottobre del 1961 il dito del pilota si pose sul rosso pulsante di scarico; alcuni millisecondi più tardi i ganci che ancoravano la bomba al nostro ventre di metallo si aprirono. Non passò un attimo che Durnovstev, l’Eroe, buttò il muso verso il basso, in picchiata, al fine di raggiungere il prima possibile la massima velocità che le giunture di quel Tupolev sarebbero state in grado di sopportare. Avevamo 6 minuti per mettere più strada possibile tra noi e l’inferno atomico che si sarebbe scatenato alle nostre spalle. Erano le 11. 32, quando le nuvole sotto l’aeroplano furono illuminate da un potentissimo lampo di luce bianca. Quel mare di luce si allargava sotto la fusoliera inghiottendo perfino i nembi più scuri, rendendoli luminosi al punto che quasi sembravano trasparenti. In quel momento il nostro aereo emerse nello spazio tra due nubi e più sotto, vedemmo in lontananza che una enorme palla arancione emergeva dal suolo, potente ed arrogante come Giove. Lentamente e silenziosamente avanzava e cresceva; pareva voler inghiottire il mondo intero. Dopo alcuni, interminabili secondi, ci colpì l’onda d’urto e udimmo un indistinto, remoto e pesante frastuono, come se la Terra fosse stata uccisa. L’aereo perse più di un kilometro di quota e la tempesta elettromagnetica interruppe le comunicazioni; diventammo Eroi, ma il mondo ci benedisse con un ora di ritardo, quando la consapevolezza che eravamo sopravvissuti, li raggiunse assieme alle nostre prime onde radio. Fu uno spettacolo fantastico, irreale, sovrannaturale. Quel giorno fui a un passo da un Dio, ne sono sicuro. Avevamo passato il segno, avevamo superato il limite del terrore, dell’odio fine a se stesso. Quel momento, quella palla di luce e fuoco e distruzione che sembrava voler divorare il cielo, lo spazio, la terra e non finire mai, cambiò il senso della mia vita; mi vidi diventare contrario, attivista, pacifista.

E. C.

Wednesday, November 20, 2013

Il Senso del Dovere

Tutto è nato da quando mi hanno annunciato che non mi danno la 14esima quest'anno; 2kilo-neuri che volano fuori dalla finestra. In verità ad inizio Novembre ci è stato comunicato che nemmeno la 13esima ci sarebbe stata erogata. Dopo una durissima battaglia sindacale, il cui apice si è toccato quando io ho tossito mentre i miei colleghi se ne stavano zitti, il capo è sceso a patti con se stesso ed ha annunciato che almeno per la 13 esima avrebbero fatto qualcosa.

Mettiamoci poi gli avvicendamenti in azienda: un socio se ne è andato, un nuovo capo è arrivato, sono state assunte 3 persone in più per fondamentalmente due motivi. Abbiamo perso una risorsa importante (il vecchio capo) e abbiamo acquisito una persona nuova (il nuovo capo) che non sa fare NULLA di quello che faceva la persona che è andato a sostituire. Quale sia il suo ruolo, dopo un anno e mezzo, a me rimane ancora un mistero. Abbiamo inoltra appaltato le spese di gestione della rete e dei computer ad una società esterna (se ne occupava il vecchio capo) che non ha perso occasione di incularci, visto che il nuovo capo nulla sa né di computer né tantomeno di reti. Emblematico l'acquisto del nuovo server: qualche mila euro di macchina che non ha sostituito il server vecchio (che gira ancora e il programma più essenziale della contabilità ancora va su quello) e l'esborso di quasi altrettanti n-mila euro per una copia del server senza hard disks perché il nuovo capo è stato convinto dalla ditta appaltatrice che, nel caso dovesse rompersi, potremmo semplicemente togliere gli hard disk da una parte e metterli dall'altra. Poi hanno convinto il medesimo a fare una copia remota dei file importanti su un server a da qualche parte a Süd. Costo? 1 euro a gigabyte mensile di spazio archiviato. Pensate che lui si sia fatto problemi e ce lo abbia detto? abbia preso provvedimenti per limitare il traffico dei dati dicendoci di caricarlo il meno possibile? Se ne è accorto dopo 6 mesi quando la bolletta mensile aveva raggiunto i 1200 euro. E non si contano i computer sostituiti a suon di mille euro, tra cui un Mac 27 pollici da duemila euro che non poteva essere assolutamente riformattato, ed ora giace in cantina. I monitor: uno è stato comprato per 800 euro perché era un modello talmente vecchio e fuori produzione da avere il rapporto di forma 4/3. "Ehi, il computer dos del capo non supporta la risoluzione a 16/10, dovevo per forza prendere quello lì, che costa il qquadruplo ed ha una tecnologia di 10 anni fa". Poi la cosa bella è che nessuno controlla le spese di nessuno. Io domani mi alzo e ordino uno strumento nuovo da mille, duemila euro, nessuno mi dice nulla. Adattatori tecnici ottici da 500 euro l'uno (cubo di alluminio 5x5 che mio padre tra tornio e fresa crea in 20 minuti) persi. PERSI non si sa dove.

A onor del vero c'è stato un esborso significativo in materiali per i prossimi 5 anni e lo shut-down americano voluto dal Tea-Party che ha rovinato il nostro mercato di fine anno negli Stati Uniti. Abbiamo guadagnato come nel 2011, ma il margine tra lordo e netto è inferiore. Non entro nel merito, entro nel metodo. Se tu investi è un problema tuo, metti i capitali tuoi o dell'azienda, va bene, riduci il guadagno, tuo e dell'azienda (non è dato sapere se il capo ha guadagnato come gli altri anni), puoi fare ricadere questi costi aggiuttivi su te ed i dipendenti in parti uguali (non entro nel merito, ripeto), ma cristoddio vuoi fare smettere la gente di buttare fuori soldi a palate dalla finestra? Vuoi prendere provvedimenti?

Poi arriva il capitolo malattia. Non c'è settimana che qualcuno (siamo in 14) non si metta in malattia. Il problema è che qui vige la regola che i primi due giorni di malattia sono liberi, ovvero senza l'obbligo di certificato medico, indipendentemente se siano attaccati al weekend o subito prima/dopo i giorni di ferie. In Italia ti sarebbe arrivata la visita fiscale al secondo Venerdì di malattia in due mesi. La gente non solo se ne approfitta, ma ti rimprovera quando hai il naso chiuso, niente febbre e sei al lavoro. "Dovevi stare a casa". Ma pensa per te, rimbambito e a quando prendi il raffreddore in piena Estate perché passi le giornate a subire sbalzi terminci di 15 gradi ogni volta che esci dall'ufficio per andare al cesso, per colpa del tuo condizionatore di merda impostato su "Ultima glaciazione". Sapete come finirà? Che ci smeneranno quelli onesti quando la politica, cambierà imponendo l'obbligo di certificato perentorio per ogni giorno di malattia. Incredibile, ho fatto il conto che in 4 anni e mezzo ho fatto 25 giorni di malattia e quest'anno solo 3. TRE. Ed i capi non dicono e non fanno un nulla. Eppure alla fine dell'anno a me non danno la quattordicesima come a chi se ne è stato a casa in vacanza ammalato 20 giorni più del dovuto.

Insomma spese per l'azienda in aumento, di pari passo con l'imbecillità generalizzata.

Voi direte,: "Ma c'hai il dente avvelenato perché non ti danno il premio a fine anno, che poi se guardi bene manco ti spetta, è un plus, un regalo che il capo ti fa".

Ehnnno porcoddio! Io non sono qui a mendicare la 14 esima all'azienda, io ho lavorato come nel 2012, 11 , 10, 09 eppure quest'anno nulla, nessuna 14esima (sul piano personale poi il massimo che qui ti dicono per stimolarti è il buongiorno a inizio giornata, a volte il capo arriva e non ti saluta nemmeno).

Ho la nausea di questo lavoro per nulla stimolante, la nausea di questa gente che passa le giornate lavorative senza nemmeno rivolgerti la parola. voi direte, cerca un altro lavoro. Pensate che non lo abbia fatto? Ho perfino superato l'esame di lingua B2 di tedesco per avere qualche chance, ma non è facile fare capire a un crucco che è una cosa positiva essere riusciti nell'intento nonostante abbia passato gli ultimi 4 anni e mezzo della mia vita a lavorare 8 ore al giorno e andare a corsi di lingua la sera. Il risultato? che ora ho la nausea pure del tedesco. All'ultimo corso mi sono iscritto nonostante la mia vecchia insegnante mi abbia avvisato per tempo che un corso C1 non si può fare dopo il lavoro a causa della poca concentrazione. Il risultato è stato seguire meno di metà delle lezioni, 130 euro volati fuori dalla finestra e malessere generalizzato ogni volta che entravo in quella classe. Il punto è morto: o si lavora o si studia, ma vallo a spiegare ad un colloquio.

E al primo che mi viene da dire "Ti lamenti del brodo grasso, ti danno la 13esima che altri manco se la sognano; tu un lavoro ce l'hai, pensa a chi non ne trova uno." lo sventro e lo impicco con le proprie budella. Questo andazzo di mendicare il lavoro, di ingnorare i propri diritti sindacali e umani, di essere soggetti allle voglie/ire del capo lunatico perché "altrimenti mi licenzia" mi fanno girare le palle a elica, ma talmente a elica, che potrei tentare la trasvolata atlantica a corpo libero. Il rapporto di lavoro è un rapporto umano tra persone mature: se sul contratto è scritto che devi lavorare 8 ore al giorno, il capo non può dirti di lavorarne di più (senza pagartele); se ne discute, si trova un compromesso, il capo non ti licenzia perché fai valere quello che sta scritto sul contratto. Se fai un errore e iltuo superiore ti dice che sei una testa di cazzo, ci si mette seduti ad un tavolo, davanti ad un bel caffé e gli/le si spiega che è tuo diritto non essere insultato, non entrando nel merito, ma nel metodo (puoi dirmi che sono un incompetente,ma non una testa di cazzo, o un italiano di merda). Allo stesso modo se il grande capo quest'anno fa saltare la 14esima, possso benissimo non essere d'accordo e fare notare che magari c'è qualcosa che non va a livello della gestione delle spese.

Eppure sarebbe proprio facile vivere alle spalle della società, essere delle sanguisughe, vivere di Hartz IV, sudssidi, si lavora un po' e si sfrutta il sistema fino all'osso: malattia, infortuni, cazzi e mazzi; si fanno due, tre figli e si prendono i soldi del sussidio parentale, facendoli vivere sotto il livello di povertà. Tanto qui, oltre al sussidio, lo Stato ti paga anche l'affitto nel caso non si lavori.

Vacca Eva, mio figlio lo farò crescere senza senso del dovere, senza quello del pudore, manco i 5 sensi gli faccio crescere. E nemmeno sesto, settimo e ottavo che solo i Cavalieri dello Zodiaco sono riusciti a tirare fuori.

“There is a cult of ignorance in the United States, and there has always been. The strain of anti-intellectualism has been a constant thread winding its way through our political and cultural life, nurtured by the false notion that democracy means that "my ignorance is just as good as your knowledge.”

― Isaac Asimov 1980

Friday, May 03, 2013

Cattivo giornalismo.

Egregio Signor Rho,

mi rivolgo a Lei da lettore, in quanto ritengo fuorviante ed errata la didascalia della fotografia apparsa stamane sulla edizione online del suo giornale al seguente indirizzo.

Pare essere divenuta una moda quella di inseguire, da parte di giornali e giornalisti, l'elettorato populista, quello ignorante e quello grillino. Oggi su Repubblica Milano, la vergognosa busta paga di un consigliere regionale dell'M5S può essere ammirata, come può essere ammirato il vergognoso 16.300 e rotti euro al mese. Può anche essere ammirato il cattivo giornalismo (o l'ignoranza in matematica) che sta nella descrizione della foto stessa: " Una cifra leggermente più alta del normale stipendio mensile, dato che il periodo di riferimento inizia dal 18 marzo, ma comunque nettamente più elevato di quanto finora avevano dichiarato i rappresentanti degli altri partiti politici presenti in consiglio regionale." Le parole sono importanti, lo diceva Nanni Moretti con toni molto accesi in uno dei suoi film, "Palombella Rossa"

e per un giornalista le parole sono TUTTO. Dire “leggermente più alta” senza avere dato uno sguardo al calendario e avere costatato che dal 18 Marzo (17 in verità si legge sulla busta paga) al 30 Aprile intercorrono più di 6 settimane, quasi un mese e mezzo! Dire “leggermente” significa perdere il contatto con la realtà, non capire che in quel mese e mezzo c’è uno stipendio e mezzo. Inoltre, sapendo come funzionano le aliquote in Italia, a inizio anno gli stipendi sono sempre più alti, a causa degli scaglioni irpef (infatti le tasse equivalgono al primo scaglione e sono del 23% solo su quello specifico stipendio).

Il Signor Consigliere ha guadagnato in 6 settimane lordi 21196,42€. A settimana egli guadagna circa 3532,73€. In un anno ci sono 52 settimane e per il Signor Buffagni l’imponibile raggiunge la stratosferica cifra di 183702,30€/anno circa. Andando proprio su miojob.repubblica.it

si scopre che il caro consigliere su 14 mensilità, al netto delle tasse, guadagna la “modica” cifra di 7.116,31€. Non entro nel merito della cifra, del consiglio regionale, dei rimborsi che si aggiungeranno, di CL, della Lega, non è compito mio indagare se un’altra frase dolosa nella vostra didascalia (“ma comunque nettamente più elevato di quanto finora avevano dichiarato i rappresentanti degli altri partiti politici presenti in consiglio regionale”) sia veritiera e di quale entità. Se fossimo su wikipedia, uno di quei poveri redattori da quattro soldi che non ottiene nemmeno uno stipendio per redigere gli articoli che altri poveri scrittori scrivono, avrebbe aggiunto un appunto con [CITATION NEEDED].

Ma io non sono un redattore, non sono un giornalista, non sono che un lettore; e da lettore, da italiano (purtroppo in fuga all’estero), da lombardo (sebbene questo sia ormai ritenuto duale di Leghista) non posso accettare questo qualunquismo dell’informazione, non posso accettare l’inseguire il pubblico con notizie che mistificano il lettore.

Fare passare sedicimila euro per la normalità, per lo stipendio netto che ogni consigliere riceve in fin di mese, utilizzando malamente e dolosamente le parole della didascalia, senza un minimo di lungimiranza, una parvenza di giornalismo d’inchiesta tanto caro all’elettorato grillino (si noti la Gabanelli proposta come Presidente della Repubblica) vi rende complici del populismo che tanto gioca oggigiorno con l’ignoranza delle persone, fomentando un modo di fare giornalismo e politica che sono contro l’interesse del Popolo, contro il senso dello Stato. Vi fa scadere nella mediocrità, vi pone sulla soglia del qualunquismo e mina le basi di serietà ed etica che un giornale come “La Repubblica” si è col tempo guadagnato. Vi chiedo pertanto di correggere la didascalia in oggetto, poiché mendace, fallace e non eticamente corretta.

Con deferenza,

Emanuele Carraro

Berlino

EDIT: È durato 3 minuti il tempo intercorso tra invio della Email e la risposta:

Egregio signor Carraro,
semplicemente: Lei ha ragione.
Grazie per la segnalazione, saluti
Roberto Rho

La didascalia è stata corretta, ben due volte.

Lettera al Capo Redattore de "La Repunbblica - Milano", 3 Maggio 2013

Wednesday, January 30, 2013

Crociata linguistica

Dopo avere postato sul malvagio Faccialibro il link all'articolo della collega (solo di blog provider, purtroppo) Franchina mi è stato chiesto quali sono le parole con cui ho avuto maggiori difficoltà da quando sono emigrato in terra sconsacratamente germana. Non sono parole lunghe, macché, qua è la vita di tutti i giorni che ti frega.

Haftpflicht, non riesco a dirla tutta attaccata mi viene Hapftflicht e vuole dire responsabilità civile, di solito accompagnata dalla buona assicurazione "Versicherung", diventa la malvagia e perfida Haftpflichtversicherung.

Bisschen, mi esce "bisscen" anziche biss-chen, vuol dire un po', anzi tradotto letteralmente, un piccolo morso, un morsetto, come quando all'oratorio ti chiedevano un morso del calippo e te ne portavano via metà. Poi capisci perché una delle tua voraci amiche divoratrici di calippo adesso fa la spola tra Lugano e Amsterdam e va in giro in Ferrari.

Eichhörnchen, scoiattolo di merda, impronunciabile. Ha tutto, la "ch" preceduta da dittongo, la Umlaut (dieresi) e la "chen" diminutiva.

Qualunque parola con la "r", perché se dici la R italiana, loro non ti capiscono. Se usi quella francese non ti capiscono, quella inglese neanche a parlarne. Ti tocca usare quella crucca che è un suono che ti viene dal profondo della laringe e a me viene come se stessi scatarrando un verdone in faccia a Mussolini. È un suono che io semplicemente non so fare; come quello di "ich" (io) (che tra l'altro è simile al rumore di un fantomatico "chen") che mi inculcò a fatica la mia insegnante Ungherese qualche anno fa, ma con cui non ho ancora un buon rapporto (con il suono intendo).

Poi ci sono le parole estere che uno deve pronunciare come nella lingua madre, ad esempio Engagement, va letta in francese, così come Restaurant, invece Ski si scrive tale, ma si pronuncia "Schi" (sci in italiano). Viva la coerenza ed il buon senso.

Con le parole lunghe alla fine basta capire dove troncarle aggiungere qualche "s" o "e" qua e la e capirne il senso. Come Toilettenbürstenbenutzungsanweisung, ve ne avevo già parlato qualche anno fa. Uno ci fa l'abitudine.

Intanto il 16 Marzo mi appresto a tentare (che è il primo passo verso il fallimento, come diceva H.J.Simpson) l'esame TELC per il livello B2 di teutone. Il minimo per sperare un giorno lontano di lavorare su suolo germanico esprimendomi nella loro tanto detestabile lingua. E mi tocca reimparare a scrivere. Si, io non so scrivere più a mano libera, o meglio, durante l'università ho cominciato a scrivere in stampatello e nessuno mi ha mai detto niente. Sin dalle elementari nessuno era contento della mia scrittura, per cui tra le pagine piene di singole lettere per migliorare la calligrafia e i sonori scappellotti dei miei genitori quando portavo a casa un 5 nei temi perché nessuno capiva quello che scrivevo a parte me, ho raggiunto la pace dei sensi solo quando la maligna scrittura corsiva la ho dimenticata. Poi però mi tocca farmi capire da dei tedeschi, che in quanto a elasticità mentale sono paragonabili ad un cubo di ghisa. In crucco infatti occorre scrivere le maiuscole, perché i nomi comuni si scrivono in maiuscolo (maledetto sia il loro dio) e a nessuno va giù che una lettera maiuscola sia semplicemente una in stampatello più grande delle altre. No, proprio non gli entra in testa; ho provato e riprovato a sottoporre i miei scritti (pensierini degni di un bimbo di quinta elementare) a chiunque e nessuno osava nemmeno correggermeli. E così sono tornato a scrivere in corsivo.

Ho anche cercato come scrivere quelle lettere che ai tempi delle elementari erano proibite, quelle che superavano il dogma delle 21 usate in italiano: x-y-w-j-k. Va bene che ho avuto una infanzia difficile, bambino grasso e tutto il resto, ma le mie insegnati erano dei sosia femminili di Hitler (se no altro i baffi erano gli stessi) e "veniva fatto divieto all'italico fanciullo, detto Balilla, di fare uso, pensare, comandare e persino esprimersi utilizzando le lettere del nemico americano, del traditore inglese, della propaganda filo Alleata". In barba ai dogmi del passato ora padroneggio anche quelle fantomatiche cinque lettere ostili e posso fare correggere i miei scritti, composti a fatica perché la mano non è più solerte nei movimenti ormai disimparati da anni di lassismo. Cosa scopro? Che i crucchi non conoscono nemmeno l'esistenza del corsivo e che manco quello gli va bene.

"Perché le tue M hanno una gambetta in più?" EHNNO BRUTTA TROIA SONO LE TUE CHE NE HANNO UNA IN MENO

"Questa sarebbe cosa? Una B o una L?" È UNA IMMENSA FUNCIAZZA DI MINCHIA, CONTENTA?

"Non distinguo le E dalle I" GUARDA CHE NON SONO SOLO LE TUE DIERESI DEL CAZZO AD AVERE SOPRA I PUNTINI

"Sto scarabocchio sarebbe una G maiuscola?" NO, È IL DISEGNO STILIZZATO DI CAZZO, LE VEDI LE PALLE PELOSE "Oh, ed io che pensavo fossero delle V".

Insomma: Fanculo, con la maiuscola.

La nostra bella "scrittura italiana posata", tutta bella curvilinea, obliqua, tanto famosa che anche in tipografia quando si vuole essere eleganti si cambia il testo in ITALIC, ce la relegano alla non esistenza.

Uno ci fa l'abitudine, dicevo, e si rassegna se no rischia di farsi prendere da un raptus di follia e fare una strage in nome del lessico, della scrittura posata e sopra a tutto del buon senso.

Milch macht müde Männer munter.

Quanta saggezza in sole cinque "m".

Tuesday, October 09, 2012

Il vestito

Un giorno mi sono vestito da tedesco. Non intendo dire “travestito” di pellame stile TRACHTEN o con le bocce di fuori tipo DIRNDL, o che al 4 Ottobre con una temperatura esterna massima di 12 gradi e brezza primaverile (di alta quota) sono andato al lavoro in polo e pantaloncini, ma che l'abbinamento di colori odierno è degno di un tedesco mediamente acculturato che tenta di apparire serio ed alla moda. I miei mitici ed eclettici pantaloni viola (che sono fantastici e stanno benissimo con il nero o il grigio) li ho accoppiati ad un maglione verde scuro, la camicia blu e le scarpe marroni. Perché tutto ciò? Avrebbe potuto essere colpa della lavatrice rotta da mesi, o eventualmente di un improvviso patologico daltonismo… E invece no, mi sono vestito da totale deficiente per più alte ragioni morali, religiose e politiche: faceva freddo, era buio e ho preso le prime cose sputate fuori dal mio armadio.
Quando mi sono guardato allo specchio, in pieno ritardo, ho avuto timore che chiunque potesse prendermi, se non per scemo, almeno per sciatto. Poi mi sono ricordato di vivere a Berlino e sono uscito di casa con spavalderia e contegno ballando il gangnam style…



Qui in Tedeschia ci si presenta al lavoro in tenuta da rimorchio: sebbene debba essere impresso nel DNA di ogni uomo che una camicia bianca, se indossata per più di una giornata, ti concia il colletto talmente nero che andrà pretrattato direttamente con il mistico sangue della vecchietta dell’ACE, la stessa camicia fa in tempo a diventare giallognola prima che si abbia l’accortezza di cambiarla con una camicia scozzese di una tinta sobria (bianca, blu elettrico e nero a strisce marroni) magari a maniche corte (che sa di blasfemia pura) e firmata (di una firma teutone, rinomata solo in Teutonia, che l'alta moda la vede solo con il binocolo dal più profondo e scuro dei sette inferi). I jeans invece sono alla moda: quella di un quinquennio fa. Quando va bene i pantaloni sono larghi alle caviglie, quando va male sono ancora a zampa. Per le donne è, invece, la brama della moda che porta a commettere ogni tipo di scempio morale: la polizia ha recentemente compiuto arresti tra le ragazze berlinesi per il perpetrarsi di terribili e crudeli atti nei confronti dei divani domestici. I poveri cuccioli vengono uccisi e scuoiati senza ritegno al fine di procacciarsi la materia prima per fabbricare obbrobri tipo questo:



È nelle calzature, però, che si esprimono in vere e proprie cadute di stile. Quando al sandalo aperto sportivo si aggiungono le calze, sai di essere atterrato in Germania e in questo caso nella S-Bahn di Berlino.



Il gambaletto invece è di Stoccarda, tanto per fare notare che anche i sudisti non scherzano… Ma… Attenzione! L’alta moda pare essersi accorta di 80 milioni di potenziali clienti in terra germanese e corre ai ripari…



Non abbiamo ancora finito, ecco a voi un’ode pindarica al buongusto:



D’Estate poi, passi l’infradito anche in città; ho imparato, non sia mai ad apprezzarle, quantomeno a non vomitare ogni volta che vedo qualcuno (ma soprattutto qualcuna) con le dita talmente lerce dall’asfalto da entrare di diritto nella tribù dei piedi neri, se non fosse che le persone di colore la pianta dei piedi ce l’hanno bianca.
I conati iniziano quando vedo gente in preda al barefooting, di cui qui abbiamo un repellentissimo esempio:



Il barefooting è praticato da quei fenomeni sub-umani comunemente detti Hipster. Siccome so che anche la mia mamma legge il mio blog, permettetemi di spiegare ai meno aggiornati (come la mia mamma) la ricetta per fare un Hipster:

• Prendete la faccia di un attore di film a luci rosse anni '70:
• mettetegli dei mustacchi pornosoft,
• vestitelo come un tedesco,
• aggiungete occhiali grandi a montatura nera da cinema 3D,
• la bici a scatto fisso (che solo un innamorato della morte potrebbe preferire),
• la Lomo originale comprata in Russia a suon di rubli dorati,
• una spruzzatina la fervida convinzione di essere un artista trasgressivamente originale (fa foto di piccioni morti e le mette su Instagram)

mescolate con forza fino a spappolarvi il cervello e cosa mai creerete dal fango in puro stile “antico testamento”?



Un hipster nuovo di zecca, e non c’è nemmeno stato il bisogno di usare la costola di nessuno.

Sono o non sono degni di quattro sganassoni sui denti, tanto per renderli inerti nel tormentare poveri ortaggi? Ebbene si, loro sono vegani, quando va bene, ultravegani, quando va peggio. Se il vegano medio mangia solo ortaggi e frutta (niente uova, latte, latticini, pesci, carni, porcelli, formiche…) l’ultravegano probabilmente mangia macigni, con buona pace dei sassi della toscana [elio]. E poi perché “vegano”? Da Vega? La stella? Qui mi si mistificano gli alieni di Goldrake, i Meganoidi che erano carnivori, antropofagi e pure coprofagi. Scempio.

Insomma, questi sono l’ultimo gradino della catena alimentare, salvati dalla civilizzazione. Perché solo grazie alla carità cristiana si possono salvare certi elementi dalla sicura e degna estinzione: un’altra cosa da discutere con il padre eterno a tempo debito.

Ed io che mi sono preoccupato perché, un giorno lontano, mi resi ridicolo a causa della mia pigrizia nel vestire. Nemmeno se andassi in giro nudo, vista la pochezza dei miei genitali, farei una figura peggiore di un Hipster.

"Forse possiamo cavarcela..."
[...]
"Beh, non è ancora il momento di cominciare a farci i pompini a vicenda."

Sunday, July 01, 2012

Germania Italia: 1 a 2.

Questa descrizione è drammaticamente romanzata, certo, ma non travisa la verità. I personaggi quivi descritti sono stati veramente presenti e la descrizione di ciò che hanno fatto è veritiera e reale.

La lettera “(r)” va espressa come gutturale tedesca; se non avete idea di cosa sia, metteteci la francese che l’effetto è lo stesso.


I problemi sono iniziati ben prima del match. Trovare italici colori a Berlino, è quasi impossibile e infine siamo costretti a pitturarci il viso con il rosso sangue, il verde dell'erba ed il bianco dello sbianchetto, recuperiamo una bandiera nascosta in soffitta e collanine fiorute con i colori dell'Ungheria, convinti che in mezzo a cotanto nero-rosso-oro, nessuno noterà la differenza.

Inoltre dove andare a vedere la semifinale del campionato europeo, è stato in dubbio sino all'ultimo. Posto pieno di italici per esultare e festeggiare tutti insieme oppure arena affollata di tedeschi per sbeffeggiarli e godere come istrici nel caso si vincesse?

Nonostante le remore di alcuni irriducibili, si decide per l'arena dell’11Freunde alla vecchia stazione di Ostbahnhof, al di là della vecchia cortina di ferro, dove si trovano i tifosi più irriducibili. Alla porta di Brandeburgo ci vanno solo i fighetti, i bimbiminchia e gli omosessuali di West-Berlin (la comunità gay è molto più prolifica all'ovest); noi andiamo dove la bolgia dai 2000 ai 3500 tedeschi tappezzati di nero, rosso e giallo (che per loro è oro) ci aspetta a braccia aperte. Ce ne sono di tutti i tipi e colori (tutte le sfumature di biondi, alti e con gli occhi azzurri) ed ogni bandiera è buona per supportare la buona vecchia Deutschland, perfino quella della DDR (Germania Est).

Alle 18.30 siamo già lì e ci sediamo su di un "prato" talmente verde da essere scambiato per letamaio. Alle 18.35 quelli grossi della security arrivano e ci dicono che non si può stare seduti, altrimenti non c'è posto per tutti quelli che vogliono stare in piedi. Ovviamente si inizia a fare alzare le persone che indossano colori vagamente italici, mentre i crucchi del posto se ne stanno beatamente seduti ancora una mezzoretta. Un’ora prima del calcio di inizio occorre dichiarare le formazioni ufficiali:





Squadra italiana: Emanuele C., Beatrice G., Chiara B., Miriam F., Mattia, Amicodimattia, Amicadimattiauno e Amicadimattiadue. Due oriundi: Rocio M. spagnola naturalizzata italiana ed Elena Boh, tedesca naturalizzata tedesca, usata come ultimo salvagente in caso di naufragio. In panchina: Il Riminese, Il Tirolese.



La Squadra tedesca sfodera: Armadio-quattro-stagioni, il fattore campo di 2000 spettatori non paganti, Labisbetica, Lanciabicchieri, Sagomaccia, Spingitore, Il Brillante, Parlatetedesco, Saliva, Buttafuori e di nuovo Il Tirolese, che con quell'accento non può altro che essere un infiltrato tra le nostre fila, nonostante le sopracciglia dipinte come la bandiera italiana al contrario.

Comincia l'attesa e Armadio (chiamato così perché alto 2.15 e largo 1.20) si rifiuta qualunque segno di amicizia preventiva, come fare una foto con le due italiane più alte del gruppo (che sfiorano l'1.65).

E allora famose ‘na bbira. Lo 0.4 di Carlsberg, qui, te lo devi guadagnare. Ogni crucco che sembra in coda dietro di te, passa avanti senza remora e la barman (nomata così a causa dei sui 190 cm di altezza e baffi biondi che la presenza di una sesta di reggiseno non riescono a dissimulare) vede oltre i tuoi colori sociali come se fossi trasparente e non gli sventolassi in faccia la tua bandiera italiana gridando "La Germania mi fa cagare le palle". Quindi: 3 euro a birra più 1 euro di cauzione per il bicchiere (di plastica, per dio), per 3 birre, fa 12 euro. Il crucco che ci scavalla il posto però paga 8 euro per le stesse tre bionde; evvai, abbiamo letto male la lista, che idioti a non sapere fare le addizioni! Eppure no, la nostra birra annacquata ci costa 12, c'era la postilla che i prezzi esposti erano per italici e la barman ci ricorda solerte che la prossima volta apporranno direttamente un cartello con la mia faccia, la mia bandiera, ed un "Io aspetto fuori" appiccicato in fronte.

Beatrice G. ha anche difficoltà a procacciarsi il cibo. Grossi Armadi fanno barriera intorno al chiosco dei bratwurst come se una linea gotica immaginaria separasse ciò che è tedesco (il bratwurst) da quello che è diventato alleato dopo l'8 Settembre. Ebbene: nessun surrogato di porco tedesco toccherà stasera le nostre papille gustative, si digiuna; ci nutriremo di Vittoria.

Ore 20.00: il malumore serpenteggia tra le italiche fila e Mattia, Amicodimattia, Amicadimattiauno e Amicadimattiadue fuggono a gambe levate verso più verdi italici pascoli. La squadra è già decimata, ma si gioca lo stesso e, sebbene l'arbitro non abbia ancora decretato il via, qui la partita tra le due tifoserie è già in atto.

Poco prima che si intonino gli inni, ci rendiamo conto che è come se giocassimo in 10 (se fossimo in 11): nessuno sa fischiare, altro che il fattore campo...

Cantiamo a squarciagola, a parte il Tirolese che intona fuori tempo la "Horst-Wessel-Lied" ed è addocchiato ancora peggio di noi dai discendenti goti. Sagomaccia entra duro sulle caviglie intonando sulle note della canzone degli italiani insulti a caso (st(r)onzso, t(r)oia, putana…), ma non ci curiamo di lui e rispondiamo con un coro di "tua madre".

Inizia il primo tempo della partita vera e, nell’andirivieni di teutoni in astinenza da birra, i nostri zaini sono calpestati più volte e in un loro estremo tentativo di salvataggio mi becco una ginocchiata in faccia, mi si taglia il sopracciglio. Il crucco, chiedendomi zelantemente scusa come se non lo avesse fatto apposta, si dilegua tra due ali di folla che inneggiano a lui, al suo ginocchio ed al suo pene con grandi pacche sulle (s)palle.

Il Tirolese entra poco prima del gol di Balotelli e rischia l'autorete sfoggiando il peggior italiano al di sopra di Bolzano. Saranno gli occhi lucidi di canne, il fatto che zompetta da una gamba all’altra tenendosi il pacco per non farsela addosso, oppure che al posto delle congiunzioni “e” e “ma” usa solo “und” e “aber”, lo spediamo a cambiarsi l’acqua al merlo proprio mentre Supermario la mette dentro di testa.

Al che, alla nostra esultanza, Armadio risponde rovesciandoci la birra addosso. Peccato la scarsa mira, ma la giocata era degna di Tiger Woods. Peccato che innaffi i suoi connazionali dietro a noi e prenda l’unica tedesca della nostra panchina in piena faccia. Basta: è guerra civile. I crucchi innaffiati insultano e sbeffeggiano armadio, un cartellino rosso a furore di popolo e le crucche si mettono a fare comunella con noi difendendoci dagli affondi di Sagomaccia e Spingitore, che a ogni azione mi trussa come se dovesse entrare in un autobus stracolmo, e da il meglio di se al secondo gol italico.



Nell’intervallo, Labisbetica, una biondina che era in cerca di birra, adocchiato il mio tricolore mi insulta dicendo che sono posto sbagliato per vedere l’Italia, anzi, che sto dalla parte sbagliata dello schieramento. Ingoio l’insulto e rispondo in tono fulgido: “va’ in mona, maiala”.

Il secondo tempo è tutto una sofferenza, ci spostiamo lontani da Armadio-quattro-stagioni, che con le sue enormi spalle sarebbe in grado di impedire la visuale all'intero Popolo Italiano, e troviamo posto quasi a centrocampo, sotto le tribune. Qui la nazionale di tifosi crucchi sfoggia in attacco Il Brillante, marcatore dongiovanni di dubbia fama, che si appiccica a Chiara B. sottolineando ogni azione con una occhiataccia prima ed un sorriso poi, con chiari intenti da stupro post-partita.

Spintoni e cori beffardi quasi incapibili ci fanno arrivare la novantesimo e l’arbitro francese, che contro ogni pronostico gioca per l’Italia non aiuta ad evitare che a Beatrice G. tentino di bruciare con un accendino la collana fiorita dai colori ungheresi in plastica cinese altamente infiammabile.
Al rigore a tempo ormai scaduto, volano bicchieri nella nostra direzione; fortunatamente sono di plastica, ma pensare che ogni bicchiere costa un euro di vuoto a rendere ai tedeschi, rende italiani, greci e spagnoli stolidamente fieri di fare girare l’economia in tempo di crisi.

In fondo, rimane dello spazio anche per il fair-play. Mentre ci avviamo verso l'uscita, schivando le giocate sporche di un paio di altri Spingitori, da un angolo di vegetazione nascosto all'ombra delle gradinate noto la fievole luce intermittente di una torcia che, in codice Morse, sussurra delicatamente ai miei fotoreccettori le testuali, candide parole: giocato meglio voi – stop – scvuadra tetesca giocato di merda – stop – avere mica fazzolettino – stop – io andare a spruzzo qua nel cespuglio – stop – stop. Sono sicuro che se non fosse stato per l'urgenza dello squaro, il crucco nel cespuglio avrebbe esordito con una pacca sulle spalle e, con una stretta di mano, mi avrebbe riservato tutti gli onori dei vincitori dichiarando però che la cacca di un tedesco è sempre più dura di quella di un italiano. Concediamoglielo.

Ma se anche il francese ha fischiato tre volte, la nostra partita è ben lungi dall’essere finita. Con le bandiere sulle guance, le maglie azzurre e le collane ungheresi drappeggiate intorno al collo, occorre tornare a casa.
A metà strada il nuovo entrato per i supplementari, detto Parlatedesco, ci dice che essendo in Germania dobbiamo parlare tedesco e ci chiede se viviamo a Berlino. Alla nostra risposta affermativa, si rabbuia in volto e i suoi sguardi minacciosi sono mitigati dai suoi quattro compari che lo portano via di forza.
Intanto un ex-goto adocchia il tricolore sulla guancia di Miriam F. e, sputandosi della saliva sul pollice, prova a cancellarla.

Ecco raggiunto il punto di minimo della serata, se non fosse che l’ultimo atto si giochi nel salire sul tram: due frigoriferi Bosch mi si piantano davanti dicendo che con quella bandiera al collo non posso salire in vettura tentando di buttarmi fuori tentando di intimidirmi frantumando tra le mani un bicchiere di carta stile McDonalds. Molto virili, molto intimidatori, molto maleducati; mostro loro le natiche colorate di verde, bianco e rosso dal finestrino gesticolando “puoi anche succiarmi la minchia”.

Evviva, anche se Il Tirolese ed Il Riminese sono dati per dispersi, probabilmente lapidati sulla via di casa, i quattro impavidi rimasti sono sopravvissuti. Raggiungiamo il nostro loculo al 4° piano e, chiudendo la serratura a doppia mandata, siamo consci che questa volta l’abbiamo scampata bella, ma la goduria di fare rosicare i 2000 tedeschi del fattore campo grazie a Super Mario e il buon (Gian)Luigi, ci accompagnerà tutta la vita.



Deutschland, Deutschland über alles, über alles in der Welt, mit Ausnahme von Italien.
Germania, Germania sopra di tutti, sopra di tutti nel mondo, tranne dell’Italia.

Monday, April 23, 2012

Sich (bei jemandem über etwas Akkusativ ) beschweren

Sich beschweren è come i tedeschi si lamentano e si reclamano (è riflessivo). Al corso di crucco ci abbiamo passato una settimana intera parlando di come, in maniera molto pacata, il Teutone medio (nota particella bosonica di origine barbara) si lamenta quando gli violano la legge Bersani.

Ogni tanto mi sono dovuto lamentare anch'io: ho reclamato, ho polemizzato (tutti sanno che sono bravissimo a fare ciò), mi sono lamentato con chi di dovere e non ho ottenuto che un pallido aumento della temperatura del mio appartamento nell'ordine dei 2-3 gradi Kelvin; ma, sensazione assai nuova, qualcuno si è lamentato di me, con me stesso medesimo, in quanto tale.

Negli ultimi mesi, nel nostro palazzo ci sono stati un paio di furti. Topi di appartamento di origine sconosciuta (sicuramente turchi, dicono i tedeschi; sicuramente tedeschi, dicono i turchi) hanno svuotato gli inquilini dei piani di sotto di tutti i loro averi tecnologici, aurici, argentei e fallici. Eh si, sono spariti un paio di vibratori, non vi dico le scenate di quelle del secondo piano. Ecco scoperto perché, nel cuore della notte, i vibranti ronzii sono stati soppiantati da singhiozzi irregolari e scombussolanti. Devo ammettere che mi sono preoccupato: e se mi dovessero rubare il fermacarte vibrante a forma di dildo gigante con motore a scoppio che sta sulla mia scrivania?

Così, prima di ritornare in Italia per le vacanze pasquali, ho avuto la brillante, ma che dico, rilucente, ma che dico fulgida, ma che dico stellare (nel senso che brilla di luce propria) idea di creare un accrocco para-ingegneristico per dissuadere i ladri dall'entrare nel mio bell'appartamento. Che il para stia per paranoico, è tutto da valutare. Per prima cosa i ladri devono pensare che io sia in casa, ergo devo, la sera e la mattina, lasciare accesa qualche luce. Cazzuola però la luce costa, e poi non simulerebbe la mia presenza una luce accesa a tutte le ore, certo potrei soffrire di insonnia, ma il ladruncolo che, complice il libanese del palazzo di fronte, tiene d'occhio il mio appartamento, capirebbe non solo che lo prenda per le chiappe, ma soprattutto lo scontro tra delinquente e delinquito si sbilancerebbe troppo causa la mia scarsa lungimiranza. Così, per andare sul sicuro, ne ho parlato con il mio collega polacco che esagera sempre su tutto (per gli ex Polimi, una specie di Abba sui sessant'anni) e mi ha indirizzato verso il media-markt più vicino a comprare uno Zeitschaltuhr tutto digitale. Lo Zeitschaltuhr non è altro che una presa a tempo che, in base ad una programmazione, attiva o disattiva una presa elettrica durante lo scorrere delle varie ore della giornata.

Quello che faceva al caso mio, se non fosse che l'esagerato dispositivo tutto digitale con display grafico retroilluminato blu che da un tocco tamarro alla tua presa della corrente, costava dieci neuri. Facciamo due conti: stando via 10 giorni, fanno 240 ore. Se lasciassi accesa una lampada a basso consumo da 30W per 240 ore ho una roba come 7200Wh che ad un prezzo di 24 cent al KWh fa quasi 2 neuri. Non mi conviene. Meglio incrementare i gas serra per 10 giorni piuttosto che smenarci economicamente; d'altra parte tutto ha un prezzo e, quando il pianeta ci presenterà il conto, potremo sempre usare la nostra American Express a mo' di maschera antigas. Già questi turpi pensieri mi infestavano l'anima quando mi cadde l'occhio su un modello d'avanguardia (per il 1978) di Zeitschaltuhr, uno di quelli ancora analogici e meccanici che non hanno bisogno di due lucine blu per vendersi da soli.

Treeuroenovantanovecentesimi li potevo anche spendere per allungare la vita di un paio di attosecondi al mio pianeta. Mentre girovagavo in direzione della cassa il mio cervello si è chiesto: ma se il libanese si dovesse accorgere che le probabilità che io non sia in casa sono abbastanza alte da tentare un furto, necessito qualche altro deterrente. E se prendessi un'altra presa programmabile e ci attaccassi un lettore mp3 che faccia andare musica e rumori molesti durante la giornata? Paranoia portami via, ma altri 4 euro non sono una spesa affrontabile quando posso escogitare un modo per non spenderli. Che ho fatto? Ho creato una playlist di un duecento brani di durata circa 16 ore, con in mezzo dei bellissimi e intrattenenti brani muti da 8 ore di silenzio per la notte. Bene era tutto pronto, potevo partire tranquillo. Però... Mancava ancora la ciliegina lampeggiante sulla torta ingegneristica. Prima di partire ho lasciato della spazzatura fuori dalla porta di casa, tanto per dare l'idea che "la butto appena esco". I miei vicini lo fanno sempre, perché adesso devo farmi venire il patema d'animo se tra due giorni c'è odore di morto in corridoio? O i ladri salgono con la maschera antigas, oppure mi fanno la cortesia di gettare la spazzatura, già che scendono con la refurtiva.

Tutto bello, tutto a posto, tutto regolare. Fino a che non sono tornato e, dopo dieci giorni, ho trovato sull'uscio una lettera e un tulipano scarlatto. Meglio che una testa di cavallo tra le lenzuola, dico io, ma il pensiero che è baluginato nella mia mente è stato qualcosa di molto simile a "Chi è che ha tirato le cuoia sul mio pianerottolo?"

Mi avvicino furtivo e diffidente.

Prendo la lettera.

Prendo il tulipano.

Annuso il tulipano (buono).

Annuso la lettera (sa di piscio di gatto).

Apro la lettera.

E leggo:

Buongiorno Emanuele [faccina]

Siamo le due nuove vicine sotto di te, Linda e Chi! Piacere di conoscerti! [faccina]
Di notte non riusciamo a dormire a causa della musica. Come ti andrebbe:
[cuoricino] se dopo le 23.00 abbassassi il volume (senza bassi)
[cuoricino] oppure se dopo le 23.00 ti mettessi le cuffie [disegnino delle cuffie, grazie]
[cuoricino] o se andassi dagli amici ad ascoltare la musica ad alto volume
[cuoricino] o se leggessi un libro [nessun disegnino del libro, delusione]

Chiaramente ti puoi anche divertire, ma per favore non permanentemente e quando il giorno dopo noi dobbiamo andare a lavorare.

Grazie [in crucco] - Grazie mille! [in italiano]

Firmato Linda & Chi [stellina, stellina, stellina, disposte a triangolo quasi casualmente a lato della firma]

Che carine, che gentili, sono le inquiline del piano di sotto! Quelle che il mese scorso hanno traslocato fino alle 2 di notte per una settimana. Che amori, non hanno chiamato l'Hausverwaltung (amministratore) per sfondare la porta a colpi d'ascia bipenne ed hanno fatto anche i cuoricini ♥ al posto di scrivere 1 2 3 4 per numerare i loro magnanimi consigli. Inutile dire che ciò (i ♥) ha suscitato in me un odio, un rancore talmente profondo da essere paragonato solo a quello che di solito riserbo per Dio, Paolo Limiti o per l'anima di Maurizio Mosca.
Come si evince dalla calligrafia fanciullesca e tremolante le due pargole avranno al massimo 16 anni. Che lavoro facciano due sedicenni che non contempli la prostituzione minorile io non lo conosco. Tra cuoricini e stelline a me sono venute le convulsioni, lì, sulla porta: bava alla bocca, vomito verde e bestemmie randomiche in aramaico antico. Poi, ho contato fino a 10 ed ho visto che non bastava. Contando qualche ordine di grandezza in più ho scritto una mail di scuse. Bella, concisa, gentile, in quattro punti e piena di cuoricini, firmandomi con una stella cometa:

Care Baldracche, [faccina che ammicca ambiguamente con chiari intenti omicidi]

ho dimenticato la radio accesa prima di andare in vacanza. Come questo sia stato possibile non è affare vostro, me ne scuso ampiamente, completamente e senza remora.
Sono comunque costretto a farvi notare che:
[cuoricino] visto il casino che avete fatto traslocando, due settimane senza dormire soddisfano il mio desiderio di vendetta. Ben vi sta.
[cuoricino] essendo ambientalista convinto, se doveste perpetrare a estirpare piante e fiori per farmele trovare davanti all'uscio, sarò costretto a uccidere teneri ed indifesi cuccioli di foca per restituirvi il favore imbrattandovi la porta di casa con il loro sangue caldo, in puro stile untore. Preparatevi a chiamare dei prodi monatti.
[cuoricino] e se vi prostituiste in casa di notte piuttosto che battere il marciapiede di giorno?
[cuoricino] e se andaste a fare in culo? [disegnino di un pisellone con le palle pelose]

Chiaramente potete continuare a lamentarvi, anche con il padrone di casa. Nel caso vedrò di assoldare un trio di eroinomani per uccidere i vostri figli, stuprare le vostre mogli e seminare odio, terrore e distruzione nei vostri villaggi. I vostri Dei saranno bruciati, i vostri Re deposti, la vostra progenie ridotta in schiavitù.

Mit freundlichen Grüßen,
Charles "Emanuele" Manson [stellina cometa intrisa di sangue, morte e terrore]

Mi è giunta voce che si trasferiranno a breve e che la notte non si addormentano più se non hanno una pistola carica sotto il cuscino.

"Sta corrente è lineare come una Madonna che piange..." Cit. 20 Aprile 2012 ore 8.55

Friday, November 25, 2011

La vita in Teutonia prosegue...


È ormai Dicembre ed a Berlino, a tornata elettorale conclusa, i giochi sono tutt’altro che fatti. Con uno stragrande risultato i Piraten hanno ottenuto un insperato successo, riuscendo a fare eleggere tutti i loro candidati al senato della città e sfiorando il 9%.




I maligni dicono che per raggiungere l’agognato 9%, mancavano una manciata di voti e che l’affluenza ferma al 60% è cmq un buon risultato, ma si sarebbe potuto fare di più; specialmente se qualcuno che guardando il cielo plumbeo di quella Domenica di Settembre, non si fosse rigirato nel letto mandando a fare in culo la pioggia, il freddo e la tornata elettorale.

Evvabene! Non ho votato! E allora? Cos'è, la psicopolizia mi viene a prendere a casa?

toc! toc!

Chi è?

Sono il lupo-mangia-frutta.

Ma mi faccia il piacere…

Senta, qui siamo persone mature. L'impianto è sostanzialmente semplice: prevedere a turno un "uno (il lupo) contro tutti (i frutti)" e una turnazione del ruolo di lupo, non su base casuale, ma come penitenza.

Eh?

Avrebbe dovuto rispondere "Che frutto vuole".

Non ci penso nemmeno.

Sa, è una procedura standard.

Ah, capisco.

Io faccio solo il mio lavoro.

Che sarebbe, di grazia?

Lo psicopoliziotto.

Nel mentre che la psicopolizia Berlinese si rende ridicola casa per casa, l’ex sindaco dell’SPD, Klaus “Distruggitore” Wowereit ha avuto i suoi bei problemi a trovare una maggioranza che regga il governo. Ci ha provato con i Verdi, che non vogliono la nuova autostrada a Berlino, ed hanno dato due di picche. Sta provando ora a lisciare il pelo alla Merkel, con una coalizione Rosso-Nera che manco i fanatici del Milan crederebbero possibile in un’Italia dotata di un ipotetico sistema elettorale totalmente proporzionale. A più di due mesi dalle elezioni, Berlino non aveva ancora governo. Devo dire che le cose procedevano bene anche senza, ma ecco un fulmine a ciel sereno! La coalizione dai colori sociali più brutti d’Europa ha preso forma, con tanto di trattati, programmi, documenti firmati in tutta fretta da alti esponenti di partito, probabilmente culone inchiavabili a destra e froci inviperiti a sinistra. Li possiamo anche vedere tutti in faccia, con questa bella applicazione web del Berliner Morgenpost.





Che bello, si può giocare con i cursori! E notare che tra i 19 ed i 30 anni ci sono ben 13 senatori, di cui 6 Pirati, ma solo 10 Ingegneri su un totale di 150 sedenti al senato. Triste, no?

Mentre il governo di Berlino è giunto in ritardo, in Tedeschia l'Autunno è arrivato in anticipo, esattamente come da programma: subito dopo la Primavera. L'Estate era già stata data per dispersa ad inizio Giugno, quasi sicuramente peregrinante per agriturismi nell'entroterra toscano o su spiagge mediterranee bagnate da un mare cristallino. Una sera ai primi di Settembre, sul bus di ritorno dalla Volkhochschule (l’Alta Scuola del Popolo) i caloriferi erano accesi, ed io, rannicchiato in un angolino buio ed umido, ho pianto.
Ho versato qualche lacrima anche perché il tedesco ha ricominciato a frustrarmi con un nuovo corso di lingua. Livello B.2. Ciò non vuole assolutamente dire che io ed il livello B.1 siamo amici intimi. Lo considero un conoscente di vecchia data, a cui ho scopato la sorella e che no mi rivolge più la parola.
La grammatica e le declinazione sono ormai un capitolo chiuso, assimilato, capito, ricordato, marchiato a fuoco nei neuroni perduti durante la mia ultima sbronza. Ora ci si concentra sui vocaboli, la stilistica, il fatto che per dire la stessa cosa ci sono dodici modi diversi.
Prendiamo il verbo CAPIRE:
verstehen = begreifen = kapieren: differenze? Nessuna!
Chissà che cosa mi aspettavo io da una lingua che nel 1996 ha avuto bisogno di una riforma ortografica, talmente necessaria da fallire clamorosamente, come dimostra il cartello nella foto.





Adesso i tedeschi della nuova generazione imparano la nuova ortografia, mentre quelli della vecchia manco se lo sognano; in pratica essendo accettate entrambe gli errori non esistono più.
Poi, tra l’altro, KAPIEREN? Chi l’ha inventata, Tano Caloggero emigrato dalla Locride a Monaco di Baviera nel 1904?
A quanto pare per la gran parte delle parole e verbi crucchi esiste anche una corrispondente derivante dal latino. (altrettanto corretta in Hochdeutsch, ovvero alto-tedesco, ma snobbato dai germanici) Esempi?

wirtschaftlich = ökonomisch: ECONOMICO
würdigen = honorieren: ONORARE
nachahmen = imitieren: IMITARE

E poi: l’apoteosi.

erforschen = recherchieren: RICERCARE
vervollständigen = komplettieren: COMPLETARE

Ci hanno aggiunto una "T", ma è solo per essere esosi. Questa è fantastica anche perché il dizionario ti dice anche che KOMPLETTIEREN è per "gehobener Sprachgebrauch" cioè “uso elevato della lingua” (e non credo si riferisca al cunnilingus).

Ah si, beh, sono più di due anni che studio tedesco, non potevano dirmelo prima? Io prendo l’italico, ci aggiungo “en” per i verbi, un paio di tanto amate “sch”, “äu”, “ö”, “ü”, “ï”, “ë” qua e la e sono a posto!

Poi ci sono le parole che hanno più significati, ma quello si sa, ci sono in ogni lingua: come Glück. Fortuna o felicità, scegliete voi. Va bene che se uno è fortunato è anche felice, eppure non solo non è necessariamente vero il contrario, ma anche i concetti di fortuna e felicità sono due cose a sé stanti. Provateci voi a spiegarlo in crucco...

Un capitolo a parte sono le parole che cambiando una vocale cambiano significato. Un po come il nostro "palO", che serve per impalare e la "palA" che serve per spalare, da non confondersi con il badile che scava e la vanga che serve per vangare. Ma che ve lo dico a voi che di cultura contadina ne sapete come un prete di orgasmi? Se poi la vocale che cambia è la Ö, siamo a posto. Schon = già ---> schön = bello. Me lo diceva sempre il vecchio professore-robot Marini alle superiori, che "la letera püsée impürtant, l'era la Ö":





Riassumerei il tutto come "un gran casino", se non fossi convinto che l'espressione "un casino colossale" fosse più appropriata, ma occhio che con l’inglese il trucco non funziona. Le due lingue hanno radici in comune (Germanico-Occidentale per quelli a cui freghi qualcosa, come si evince da questa tabella ;sicché può capitare che alcune parole, pur venendo dalla stessa fonte, abbiano significati opposti o contraddittori. Ad esempio “Gift”. In inglese, derivante dal verbo “to give” (dare) vuol dire “regalo”. Anche in crucco deriva dal verbo geben (dare), ma, si sa, che i tedeschi hanno sempre avuto un modo tutto loro e molto onorevole di fare regali, per cui oggi, “Gift” vuol dire “veleno”. Forse è per questo che qui nessuno crede a Santa Claus e nel periodo natalizio ci si tiene sempre stretta e carica la propria Walther P38.
Ma a volte il trucco funzia anche con i roastbeef di oltremanica, prendiamo ISOLA: die Insel in germanico, die EILAND in germinglese.
È il segno dei tempi che cambiano, anche l'italiano lascia spazio a nuovi vocaboli storpiati di origine anglosassone, con buona pace dei linguisti più irriducibili. Ora è l'America che domina, soverchiando l'Impero Inglese che colonizzava il mondo ancora sconosciuto, dopo che la Chiesa aveva sparso quello che restava dei Latini per la vecchia Europa. Per questo ancora qualche rimasuglio di vecchio latino sopravvive sia nelle lingue anglosassoni che in quelle germaniche, come il greco ancora più in tempi remoti trovava nuova vita in parole latine. Mi piace pensare che un tempo, era Roma a dominare il mondo, a imporre la propria lingua dall'Arabia alla Scozia; l'eredità del suo lento declino poi, noi italici, lo portiamo ancora sulle spalle...





Consoliamoci con la nuova collezione di sacchetti ingegneristici, che qui vanno alla grande. Nonostante non offrano rimedi contro teutoniche "culone inchiavabili", sembrano proprio ben fatti, resistenti e di buona fattura il buco per il sesso orale va praticato esattamente dove l'immagine lo consiglia. Presto sugli scaffali dei migliori negozi di intimo.





Ho provato a trarre un po' di gioia accarezzando la mia nuova, luccicante, fulgida ed eterna patente tedesca, ma non funziona; il grigiore plumbeo del cielo deprime più di una canzone di Malgioglio cantata da Nilla Pizzi.





La rigidezza del clima ha, però, almeno un effetto benevolo. Anche se i discendenti dei Goti che popolano la Tedeschia sono ossessionati dall'aria fresca ed aprono le finestre a meno venti coi caloriferi accesi a livello altoforno perché "la qualità dell'aria non è accettabile per potere lavorare confortevolmente", il gelo e il vento e la rigidità delle temperature influiscono benevolmente sulla stupidità degli insetti. Prendiamo le mosche. Quelle che ho sempre visto io, più erano grosse, più erano rumorose. Più erano piccole, più erano rompicoglioni. Ecco, qui di mosconi non se ne vedono manco col binocolo; le moschettine tanto odiose ed iraconde se ne zigzagano tranquillamente qua e la, stando lontane, non ronzando vicino al tuo orecchio destro, non appoggiandosi sulla mano, nel caffélatte o nella minestra. Si appoggiano sul tavolo, davanti a te, muovono le loro zampine al rallentatore, strofinandole pigramente l'una con l'altra quasi fossero la brutta copia di Madre Teresa con le emorroidi e ti voltano le spalle come per dire: "allora mi schiacci o no?". Ed un povero cristo in cerca di vendetta dopo anni di bullismo moscovita, una vita fatta di innumerevoli, vani, ridicoli autoschiaffeggiamenti, come può non elargire il dono della misericordia ad un cotanto stupido insetto? Ed è così, con sadica gioia che in ufficio mi sono guadagnato il soprannome di Splatter.
Quando vivevo in Italia, poi, in quella conca fetida che era il lago di Varese, le zanzare nascevano a Marzo, proliferavano a Giugno e trapanavano i maroni sino a Novembre. Qui invece no: sebbene ci siano laghi, laghetti o paludi ovunque, le care zanzare fanno il piacere di schiattare appena nate o non deporre nemmeno le uova. Che senso ha riprodursi per poi perire di freddo senza nemmeno avere avuto l'opportunità di suggere un po' di sangue al prossimo? Questa si che è rettitudine morale, altro che Eurobond.



Porgo i miei più riverenti e rispettosi ringraziamenti al mio mentore e sovrano Emanuele, per l'ossequiosa riverenza nei Suoi confronti che Egli è stato in grado di insegnarmi lungo questi tetri anni di sudati studi. Esprimo, infatti, in questo ringraziamento la più grande e deferente e duratura stima che possa mai sviluppare nei confronti di essere animato o inanimato che sia. Una persona degna di cotanto carisma e volontà da rasentare la divinità, capace di imprimere in me il desiderio di proseguire il mio cammino nella scienza e nell'ingegneria seguendo le orme della Sua superba e fulgida guida sotto la quale io ho avuto l'incredibile fortuna di servire. La Sua saggezza mi ha indirizzato nei momenti d’indecisione, il Suo consiglio mi ha fatto ritrovare la strada quando la via pareva ormai perduta, il Suo splendore faceva nascere in me la gioia, dandomi la sensazione di potere raggiungere la Grazia (intesa come aiuto ed intercessione divina, n.d.a.).
Per tutto questo Lui e solo Lui ringrazio.
S.L.R