Ebbene, non ho ancora conseguito la laurea, che già mi trovo ad avere firmato il contratto di lavoro. In barba a tutti i sani principi morali andrò a lavorare per una azienda che produce materiale per la difesa. Difesa di chi? Di cosa? Non sono tenuto a rivelarlo: posso solo dirvi che d'ora in poi mi potete chiamare Bond, James Bond oppure agente 007, od al massimo Luke Skywalker. Vi prego, quando sorvolerete l'isola di Ustica su un DC-9 della Itavia e vedrete un missile sganciato da un aereo da caccia francese venirvi incontro, dopo il botto, pensate un po' anche a me, saprete che ho fatto un buon lavoro (ovviamente il sarcasmo o, come del resto il mio CINISMO, si spreca).
Molti di voi, conoscendomi si chiederanno perché: perché ho trovato lavoro, a chi ho dovuto leccare le chiappe, quanta vasellina ho dovuto usare per ungere qualche cardine, ma soprattutto come cavolo ho fatto a passare le selezioni ed a fare una figura dignitosa ai colloqui. Non avete tutti i torti, ma io mi focalizzerei su un altro concetto: siete sicuri di volere conoscere il segreto del mio proprio successo personale medesimo in quanto tale? Insomma, per me è comunque un successo, anche se non so ancora come sarà l'ambiente lavorativo e di preciso che lavoro andrò a fare, mi sento comunque di dare qualche consiglio a tutti coloro che non abbiano mai sostenuto un colloquio se non quello (alla casta età si 12 anni) con il parroco per confessarsi prima della comunione (solo perché l'ostia era buonissima ed i miei amici chierichetti non volevano rubare al prete quelle sconsacrate).
Prima cosa: l'aspetto
È risaputo che “altezza mezza bellezza”, beh non centra un cazzo,ma se non siete abituati a portare i tacchi, evitate di metterli, onde evitare scivoloni e figuroni. Detto ciò, che mi premeva chiarire, non è detto che la giacca e la cravatta siano un must, a tutti i colloqui a cui sono andato mi sono presentato in camicia, maglioncino e jeans con scarpe da ginnastica (nere cazzo almeno quello), giusto perché in giacca o completo non mi sento a mio agio ed ad un colloquio è la cosa che più conta. Bisogna mettere a proprio agio sia l'esaminatore che, soprattutto, se stessi. Una cravatta che provoca labbra cianotiche perché stringe troppo non è mai un bel vedere, a meno che non sia ad esaminare la tua candidatura un EMO.
Secondo: il contratto
se qualcuno vi propone un contratto a tempo determinato di durata inferiore all'anno ad uno stipendio sotto i mille euro (li chiamano stage): fanculizzatelo. Per lo meno per un ingegnere specialista, non esiste che uno si fa un mazzo tanto e poi entra nel mondo del lavoro con uno stipendio da fame, nessuna sicurezza e senza possibilità di crescita. Sinceramente, piuttosto vado a fare un lavoro manuale, come il muratore: lo so che è duro, ma almeno guadagno di più, mi faccio i muscoli, mi abbronzo e non ho stress, se non quello di vedere se un muro è “a piombo”. Sono convinto che questi contratti esistono solo ed esclusivamente perché c'è gente che li accetta. Nella mia lista nera sono finiti: Bticino, Pirelli, Whirlpool, IBM.
Al terzo posto: l'inglese
ebbene si, l'inglese va saputo. Non a caso mi hanno assunto in una ditta al cui colloquio non mi hanno chiesto una parola di inglese. Dopo i primi due o tre colloqui, però ci si fa il callo: ricordo che quando ho fatto il primo, in ABB, sono andato in panico ed ho fatto schifo. In Pirelli invece ero l'ultimo (Dio mio dovreste fanculizzare anche chi vi propone colloqui di gruppo ed Accenture a prescindere) ed ho chiesto a tutti quelli che hanno fatto i colloqui prima di me quali domande gli esaminandi avevano fatto loro. Nella ora che ho atteso il mio turno mi sono preparato un paio di discorsi a memoria. È proprio questo il trucco. Le tre domande che vi fanno sono sempre le solite: “perché ha mandato il CV proprio a questa compagnia”, “mi parli della sua tesi o di quello che ha imparato durante l'università” oppure il jolly “mi parli di ciò che vuole”.
Ricordate solo una cosa: loro ne sanno SEMPRE più di voi.
Da ultimo: Varie ed eventuali
I momenti più pieni di tensione sono quelli che precedono il colloquio. Niente paura, nessuno vi mangerà. Ma sono importanti alcuni dettagli. Passata l'accettazione in portineria, badge come visitatore, firma di svariate carte tra cui cambiali e quant'altro, prima di entrare in reception ad attenere l'esaminatore è bene prendere qualche precauzione:
a) Scoreggiate mentre siete fuori dalla portata di orecchie o nasi altrui, anche se siete ben consci che non servirà; nel momento in cui vi sarete seduti andrete in merda (in senso figurato).
b) Idem: se dovete ruttare, fatelo ora.
c) Lucidatevi le scarpe dietro i pantaloni, magari lasciando due belle macchie di palta sui polpacci -.-
d) È il caso di levarsi la forfora dal colletto, per chi ce l'ha (sia il colletto che la forfora), non fa mai una bella figura e nessuno pensa che possa essere sale che hai in zucca (ringrazio Chiara per la battuta).
e) Fate la conchetta con la mano ed all'occorrenza masticate una gomma. Cazzuola, non una BIG-BABOL, non c'è motivo alcuno di intossicare l'esaminante con la vostra fiatazza pestilenziale, ma non è nemmeno il caso di sembrare appena giunti da un locale di spogliarello dove avete limonato duro con la contorsionista.
f) Se siete donne ricordate: se il vostro esaminatore è un uomo, avete le tette dalla vostra. Usatele. Se invece è una donna potete chiudere baracca e burattini (a meno che non sia lesbica, nel caso voglio la foto).
g) C'è un vetro che rispecchia la tua immagine? Bene dai una controllatina in generale, il reggiseno è ok? Si vede l'imbottitura usata per aumentare le tette? Ho coperto le occhiaie dovute alla notte di sesso estremo ed acrobatico? Poi la mano passi in mezzo ai capelli e dici “we, maronna, troppo bbbbelli....”.
Seguite i miei consigli e anche voi potrete dire: inizio finalmente a lavorare per mantenere la pensione dei miei cari.
"Peter, secondo me dovresti lisciarle un po il pelo..." "Sicuro! Le brutte poi ne hanno parecchio!"