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ATTENZIONE
QUESTO POST POTREBBE
CONTENERE DEGLI SPOILER
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Visto il recente clamore che il film “Twilight” a suscitato nei teenagers di mezzo mondo, ed essendo io ancora un teenager nel profondo, non potevo proprio esimermi dal leggere il romanzo su cui si basa appunto questa trasposizione cinematografica.
Sin dal primo capitolo si evince che siamo al livello degli “Harmony”, della rivista “Confidenze” o di “Amici di Maria De Filippi”. La scrittura in prima persona, la tipica ragazzina media americana con genitori separati, un preludio di poche righe che tenta di anticipare quello che succederà alla fine del libro (rovinando anche “l’effetto che fa” come direbbe Iannacci). Tutte cose che fanno decadere esponenzialmente la mia voglia di leggere, purtroppo avendo visto che si componeva di sole 320 pagine ho deciso di portare a termine l’ardua impresa.
Forse forse qualcosa riesco a salvare, rovistando nel mucchio: magari il fatto che i vampiri siano belli da fare schifo e grazie a ciò riescano ad ammaliare le loro vittime, che cambi il colore degli occhi quando sono assetati di sangue o che volendo si possano nutrire di sangue non umano. Si, direi che sono concetti salvabili per un romanzo di fantascienza. Però... È la storia in se che non sta in piedi. Se la protagonista si potesse definire goffa sarebbe un bell’eufemismo: l’autrice la presenta come goffa scoordinata, cade ogni due per tre, sta male in macchina in aereo, sui pattini, in bicicletta e sul cesso anche mentre fa la cacca; ha 17 anni, forse 18, dopo avere conosciuto da tre giorni il vampiro di turno irresistibilmente bello gli grida ti amo in ogni lingua conosciuta (e qui mi chiedo che concezione di amore abbia la nostra autrice). Certo che lui non si tira indietro, anch’egli è innamorato perso, ma credo nello stesso modo in cui io sono innamorato di una cotoletta alla milanese. Insomma ricapitolando lei ama lui perché è un figo di Dio e lui ama lei dal punto di vista culinario del termine, perché ha un profumo, direi un aroma, che gli fa letteralmente venire l’acquolina in bocca e le succhierebbe il sangue fino all’ultima goccia.
Ma questo non è il peggio. Il peggio è come è scritto. Probabilmente alla sua prima esperienza come scrittrice, la signora Meyer, di cui qui di seguito c’è una delle sue foto migliori (è proprio lei),
si è dimenticata di comprare il dizionario dei sinonimi e contrari. Dopo un paio di capitoli ti rigirano nella testa alcune locuzioni continuamente ripetute lungo tutto il libro:
“Espressione neutra.”
“La sua espressione era indecifrabile.”
“Un'espressione che non riuscivo ad interpretare.”
“Studiai la sua espressione nel tentativo di leggerla.”
“La sua espressione era illeggibile.”
“Non riuscivo a leggere la tua espressione.”
“La sua espressione era impenetrabile.”
“Cercò di decifrare la mia espressione.”
E fu così che questo romanzo raggiunse il record storico di 102 parole “espressione” cui ben 8 “espressioni indecifrabili”, 3 espressioni “neutre” così come “illeggibili” e per finire la “espressione impenetrabile” sempre con 3 voci che si piazza all’ultimo posto perché questa espressione (ecco, ha contagiato anche me) non vuole dire assolutamente un tubo.
I casi cono due, o la protagonista è talmente idiota da non riuscire a decifrare le espressioni della gente che le sta attorno, oppure l’autrice deficita in quanto a fantasia, creatività , basi di lingua, coordinazione, elasticità ed anche di emoglobina. Cribbio, il festival della neutralità, l’avanspettacolo della inespressività, il preludio alle avventure indecifrabili di una ragazza sedicenne che presa da una cotta adolescenziale grida ti amo a tutti i vampiri che incontra. Futurama Docet.
E dove stanno le buone vecchie leggende che hanno accompagnato i vampiri nel loro peregrinare nei secoli per il nostro mondo? Non hanno più paura delle croci, non si sciolgono con l'acqua santa (ma credo che quella irriti anche me) e le bare, l’aglio, gli specchi senza riflesso, l’ustionante luce solare, la nebbiolina o i pipistrelli in cui si dovrebbero trasformare; insomma "Dal tramonto all'alba" non ci ha proprio insegnato niente oltre che lo stesso attore può essere usato in almeno 5 parti diverse dello stesso film?
Inoltre... Io mi metto nei panni della povera protagonista, costretta a limonare con un boyfriend a temperatura ambiente. Vorrei vedere voi a ficcare la lingua in bocca ad un partner con il calore di un armadio a muro. E l'atto sessuale in sé? Nel libro dice chiaramente che è possibile, a parte il fatto che se il cuore si è fermato, qualcuno mi spieghi come cavolo si potrebbe riuscire a pompare sangue nei corpi cavernosi del pene: “Cara scusa mi stai eccitando, mi fai un bel massaggio cardiaco che poi sbrighiamo la faccendina?”. E poi rimane il fatto della temperatura corporea... Certo, lei si può sempre esercitare con un vibratore lasciato qualche ora nel frigorifero, oppure può benissimo lasciare a rosolare il vampirello su un termosifone per una decina di minuti, dare due pompate (al cuore) e tentare di raggiungere l’orgasmo prima che si raffreddi. Altro che necrofilia.
Giudizio finale? Un romanzo per bimbeminkia (si, si scrive così)
P.S. per chi volesse avere una visione più chiara anche sul film di “Twilight” consiglio caldamente il blog di Chiara. ^^
"And even when your hope is gone, move along, move along just to make it through..."
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