Ci sono quei giorni in cui ad un uomo, essendo sprovvisto sfortunatamente di ovaie, gli vengono le crisi esistenziali. In assenza di mestruazioni ed in continua crisi di astinenza da masturbazioni, aspettando l’agognata andropausa, gli ormoni, la noia, il testosterone e un po’ di sano pessimismo cosmico creano un mix assolutamente irresistibile. Così ci si ritrova ad errare per i propri pensieri con sguardo vacuamente perso nel vuoto cosmico e bavetta alla bocca.
Quel giorno andavo cercando la risposta alla domanda fondamentale sulla vita,l'universo e tutto quanto: nonostante mi sia fatto una ragione che la risposta a tale domanda sia nell'ordine del 42, sapere quale sia effettivamente questa fantomatica domanda aiuterebbe alquanto.
Sei per nove? 42. No non funziona, non mi piace.
Che cosa ho in tasca? 42. Peccato, avevo un 5.
A quanto pare trovare la domanda dettandone le condizioni al contorno pare arduo; meglio trovare domande alle quali si può tentare di dare una risposta. Come direbbe Quelo: cosa stiamo andando? Quando stiamo per facendo? O meglio: che cosa ci riserva il futuro e che minchia ce ne facciamo del passato? Se fossi ricco, bello e famoso sarei ospite di un programma della De Filippi?
Periodi ipotetici a parte la chiave per capire il futuro è analizzare il passato. Ebbene se dovessi dare una occhiata cinicamente critica al mio passato avrei qualcosa da ridirmi. Visto che non conta quello che penso di me stesso, ma quello che gli altri pensano di me, la società in cui vivo mi categorizza secondo stereotipi associatimi sin da quando andavo a scuola. Seppur sin dalle medie ti viene imposto un ruolo da giocare (secchione, racchia, ciccione, schiappa…) è quando si finiscono le Superiori che si comincia ad essere bollati a vita. Non osando nemmeno immaginare si quale titolo si possa fregiare un diplomato al Liceo Scientifico, a me, squattrinato ciccione incallito con la fissa della tecnica, mi è stato affibbiata l’altisonante qualifica di “Perito Capotecnico in Elettronica e Telecomunicazioni”; nonostante la vecchia battuta del “sei finalmente Perito sotto al treno?” facesse ridere fino alla fine degli anni ’80 è uno scotto che ognuno di noi Capotecnici deve pagare. Rimane il fatto che non sono mai stato Capotecnico di nessuno, manco di me stesso. Forse è per questo che ho deciso di fare l’università, o meglio il Politecnico. Così almeno avrei potuto dirmi “Laureato”. Eh no, c’è stata la riforma: altro che Concilio Vaticano II, adesso dopo tre anni prendi la laurea breve, poi quella specialistica. Se la battuta del Perito mi riempiva di imbarazzo come pensate che mi sentissi ad essere appellato come Laureato Brevemente?
“Ehi ciao! Sai è da quando sei entrata che non posso levarti gli occhi di dosso. Sei molto carina! Come ti chiami?”
“Giuditta…”
“Che nome fantastico, io sono Giuseppe. Che fai di bello nella vita? Studi, lavori…”
“Studio Scienza della Comunicazione in Bocconi perché in Statale ci vanno solo i lerci. E tu?”
“Eh, io sono Laureato Brevemente in ing…”
“Senti, sei il quarto che stasera mi dice di avere problemi di eiaculazione precoce…”
Il climax, appunto, lo si raggiunge quando scopri la traduzione del tuo titolo di laurea nel mondo anglosassone: Bachelor of Science. Non mi sono mai posto il problema di che cavolo possa significare, ma googolando si scopre facilmente che “bachelor” vuole dire “scapolo”. Non che la mia classe di ingegneria elettronica pululasse di gnocca come un monastero nel medioevo, ma se a 22 anni sono tutti liberi di darti dello scapolo, allora si vuole rovinare la vita di un individuo. Ah no, ecco che, cercando meglio, il decimo significato di “bachelor” è un qualcosa tipo “cavaliere”. Peccato che abbiano finito i draghi da uccidere all’IKEA…
Visto che sta male discutere sull’eiaculazione precoce di chicchessia, decisi di prendere la laurea specialistica. Da scapolo si passa a Master of Science. Sono un
Maestro! Ora posso insegnare alle elementari!
“Maestro… Mi scappa la cacca.”
“Eh no, Luca, puoi andare in bagno solo dopo che mi hai dimostrato che quello stadio di ingresso a bipolari è polarizzato correttamente…”
In effetti mi ruga un po’ non avere proseguito con il Ph.D. Poter filosofeggiare su tutto con l'avvallo della società scientifica può essere un bello smacco se il vostro fine ultimo è convincere la vostra amata mamma che la terra non è tonda come sostiene da anni la televisione.
E che dire poi del titolo di Ingegnere? Era solerte Leopardi ripetere a Silvia quando lei faceva la menosella e non se lo filava: "Io gli studi leggiadri talor lasciando e le sudate carte, ove il tempo mio primo e di me si spendea la miglior parte". Cinque anni di sacrifici a sudare e piangere lacrime amare, un Esame di Stato fasullo per ricevere un titolo marchiato a fuoco sulla fronte che non solo non significa che tu sia dotato di ingegno, ma che fa scappar a gambe levate qualunque donzella in età da marito o tardona in cerca di avventura, attirando, invece, ogni genere di calamità. Come le divorziate con figli senza il becco di un quattrino che non hanno né la voglia né il coraggio di prostituirsi. Disse bene il mio collega Cinzio: "non ti puoi mica portare a casa vacca e vitello..."
Insomma, tutti ‘sti altisonanti titoli e infine noi che cosa si è? Che cosa si sarà? Tutto quello che abbiamo fatto, saputo, conosciuto, guadagnato, ci hanno affibbiato, servirà per renderci un futuro migliore?
Qualcuno ha detto che l'arte rende immortali: lo disse Goethe, che di stronzate se ne intendeva. "Maledetti, trafitti dalla passione, l'amore ci sopravvive, l'arte ci rende immortali." O magari immorali, visto l'uomo di Vitruvio che ha lo sguardo degno di un prete pedofilo.
Eccoli lì, qualche milione di artistiche nella storia della umanità ci hanno regalato Arte a palate, più Tiziano Ferro e Giusy Ferreri che verranno ricordati nei secoli come esempi di come non si debba cantare. Mi piace pensare che un giorno saremo invasi da una allegra combriccola di zombie urlanti con le fattezze di Leonardo, Picasso, Kafka… Quel giorno ci doneranno la conoscenza, ci metteranno al corrente di tutte quelle domande che tanto agognamo.
Quel giorno sarò in prima fila, chiappe all'aria, a farmi beffe della loro immortalità
“Perché?”: la peggiore, più completa domanda che la mente umana abbia mai potuto concepire. Più strana del “cosa”, più puntuale del “quando”, più irriverente di un “come”, più corretta del “dove”, più cattiva di un “chi”. Un vero peccato che non ci sia risposta.
5 comments:
Bella bloggata: una sana lettura riflessiva prima d'addormentarmi..
"più Tiziano Ferro e Giusy Ferreri che verranno ricordati nei secoli come esempi di come non si debba cantare" sul canto sorvoliamo, dai, a parte la Ferreri che è solo una debuttante, per quanto de gustibus non disputandum est sostenere che Ferro non sa cantare è arduo, cercati in giro cosa dicono di lui colleghi e critici e ti accorgi della gaffe.
Prima cosa: firmati, poi ne riparliamo.
Seconda cosa: certo anche Mina da debuttante cantava di merda....
Terzo:
http://www.youtube.com/watch?v=nNFC3Drb9YQ
Quarto: Silvia, sei tu? :v
...a dire il vero questa bloggata non l'ho neanche letta...
Uhm, ma quando la leggerai dirai la stessa cosa, visto che ho scomodato il tuo idolo Tiziano Ferro :v
Post a Comment