Avvertenza: sarà un post lungo, prendetevi una birra dal frigo; se non ne avete siete da solo da biasimare e, per Dio, vergognatevi almeno un po’.
Un anno è passato da quando quella notte di Maggio mi apprestavo a caricare la mia amata Golf con i miei pochi averi, un portafoglio pieno di belle speranze, nessuna promessa per il futuro e tanta motivazione. Un anno è passato da quando mandai a quel paese una vita ormai per me troppo stretta, un lavoro in una azienda troppo grande per me; lasciando un paese costipato che non poteva (né può) offrire prospettiva alcuna per un futuro degno e gratificante.
Tante cose sono cambiate ed anch’io sono cambiato. Ho imparato un po’ di germanese, ho disimparato l’italiano oltre il livello di un ingegnere medio, il mio inglese è peggio che mai. È forse l’ora di tirare qualche somma, di attualizzare la situazione di capire un po’ come sta andando, dove sto andando e come sto andando…
Beh, di solito vado a piedi, in treno o anche in bici, quando non piove. Appunto…
Il tempo di Berlino, è sempre il tempo di Berlino e c’è poco da dire. Ha un fascino paragonabile a quello che può avere la Cloaca Massima per un perbenista con una scopa nel culo. In ogni caso qui sono più confusi che mai, se uno prova a cercare una sottospecie di previsione del tempo il massimo che trova una indicazione un po’ vaga di come sarà il tempo durante le prossime ore:
Nuvola nera, più sole, più lampi, più pioggia, una temperatura minima che differisce da quella massima di almeno 18 gradi… E me la chiami una previsione?
I risultati poi sono mostrati di seguito. Di tanto in tento si vedono di queste povere fanciulle che scambiano il sole maggiolino dell’Europa centro-orientale per l’afa asfissiante di Riva del Garda al 14 Agosto. Quel giorno c’erano 4 gradi e lei era in giro senza calze, infradito e vestitino di lino.
Ahimè, la mia Golf l’ho bella e che venduta. D’altra parte nulla è per sempre… Ora mi muovo solo con bicicletta e treni. Per questo sono sempre dentro e fuori da stazioni, treni, regionali e metro dove, in genere, si trova di tutto. Si va dalla signora senza un occhio con una benda ingioiellata da fare impallidire il più chic Capitan Uncino, allo studente in legge dal taglio alla paggetto degno del 1483, abbinato ad una felpa dell'Asics con camicia e cravatta (inguardabile) abbinate. Io non mi lagno, né critico il gusto degli altri per il vestire, in fin dei conti il mio gusto nel vestire è alla stregua di quello di una monaca dal ‘600 catapultata nel paleolitico.
Quando poi, però, sei tu che sul treno ti appisoli, tutti ti guardano male. Eppure dopo anni di ritardi sulle Ferrovie Nord, a me il viaggio in treno stimola il sonno. C’è qualcosa di male? No, perché se mi stimolasse la diuresi allora avrebbero certamente di ché lanciarmi occhiate lancinanti.
C’è una cosa che però ultimamente ha attirato la mia attenzione: in ogni stazione germanica che si rispetti sono presenti degli strani bidoni ai quali ho fatto un po’ di foto di straforo, essendo vitatissimi da ritrarre:
Ce ne sono dalle forme e dimensioni più disparate. Posizionati in posti strategicamente accessibili in caso di necessità, punteggiano le stazioni da capo a piedi, pronti per ogni evenienza. Tu non te lo aspetti e.. Puff!! Spuntano fuori come foruncoli nei posti più inaspettati.
La domanda è: che cosa mai conterranno? Quale è il loro scopo ultimo? Il loro fine giustifica i mezzi?
Una volta ho perfino visto uscirne una presa per l'elettricità. Ho investigato spendendo tutto il mio acume, usando metodi leciti ed illeciti per estorcere informazioni ad ignari ferrovieri ed innocui passanti, ho fatto cose subdolamente immenzionabili per scoprire il segreto di queste scatole misteriose, ma la mia fatica non mi ha portato vicino alla verità più di quanto Rutelli sia vicino all'assunzione in cielo con anima e corpo.
Tanto per usare una parola che non esiste, che tutti usano e con una "z" di troppo, posso solo ILLAZZIONARE:
sono usati dai corrieri della droga per i loro loschi traffici.
No, no, contengono tenute antisommossa per la polizia e sofisticatissimi sistemi antiterrorismo.
'Spetta, ' spetta, eh! E se fossero stracolmi d’orzo, malto e luppolo per prevenire una mancanza di approvvigionamenti tale da mandare la Germania nel caos?
Trovato! Nascondono l'oro perduto dei nazisti/maya/eschimesi.
Alla fine mi sono convinto siano contenitori di felicità e amore e pace in supposte ano-solubili.
Eppure qui nessuno pare avere bisogno di ulteriore felicità. Non dopo che ho scoperto il oro passatempo estivo: il KUBB. Considerato dai più il “gioco dell'estate 2010” non spenderò su di esso una parola in più oltre a quelle che gli ho riservato su Nonciclopedia http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Kubb.
Non so se ne avevo già parlato, ma Berlino è considerata la capitale europea della musica elettronica (oltre che del Kubb): gente che balla per ore al ritmo rimbalzante di DJ sconosciuti ai comuni mortali, che si ammazza di redbull pur di tirare l’alba e che apprezza i mezzi spogliarelli messi in piedi da quelle gran vacche delle cubiste nelle discoteche berlinesi. Essendo amanti di musica elettronica non possono che essere un po’ tamarri. Iniziano sin da giovani, ma siccome qui i motorini non sanno manco che cosa sono e tutti vanno in giro con il velocipede, si mettono ad intamarrare la bicicletta. Eccone un esempio:
(Ehi c'è anche un bidone misterioso sullo sfondo!)
Beh, che poi non si lamentano se un camionista polacco sobrio da fare schifo decide di lucidare i copricerchi cromati del suo tir con gli spruzzi del loro sangue…
Appena i piccoli germanesi crescono si danno all’intamarramento dell’auto. Devo dire che hanno più gusto degli italiani, fanno le cose fatte bene, senza forzare le loro autovetture che sono tutte lucide e laccatissime anche in mezzo ad una grandinata. Certo, il turco di turno con la Punto 1100, quattro fiamme sulle portiere e dei copri cerchi di plastica in grado di purgare un toro, c’è sempre. Chi, mi domando, sulla faccia di questo porco pianeta avrebbeil coraggio di andare in giro con dei copri cerchi del genere?
I turchi, appunto, sono peggio di un meridionale di Gioia Tauro trapiantato a Pioltello. Un esempio? Vuoi andare dal barbiere e stai nel contempo pensando di cambiare i cerchi della tua germanissima Audi A4? Vai dal turco. Frisör con annessa compravendita di accessori per auto, biciclette, ortofrutta, sanitari e, se glielo chiedi gentilmente ti prostituisce anche la prole.
A proposito di un barbiere turco: le esperienze di vita insegnano a non fidarsi mai di un turco con in mano un rasoio, una forbice od un tagliacapelli elettrico. Non è mica razzismo! Ma sarà che 'sti turchi sono tutti pettinati uguali che se appena chiedi un taglio diverso ti riducono l'acconciatura alla stregua di quella di uno spaventapasseri con seri problemi esistenziali.
Non mi dilungo sui miei infruttuosi progressi nei riguardi della lingua germanica, tanto con i turchi ci si esprime a gesti, grugniti e la mimica facciale. Ho ormai solo bisogno di un buon logopedista.
In compenso, mi sono registrato all'AIRE, è una procedura che ogni italiano che risiede all'estero deve fare se vuole tirarsi la zappa sui piedi (ed anche votare, per quello che serve ormai...).
I funzionari consolari ti schedano, ti dicono che siccome paghi le tasse in un paese straniero, sarai soggetto a qualche controllo fiscale in più, come se servisse, tanto poi c’è lo scudo fiscale.
Un paio di firme "qqqua" due o tre "dillà"... Pazzesco come qui abbiano tutti un accento romanesco manco fossimo a Tiburtina. Tutti tranne il Caramba all'accettazione che, essendo di origini altoatesine, parla l'italiano perfetto di un altoatesino ed il romanesco altrettanto perfetto di un lappone.
L'iscrizione all'AIRE è del tutto indolore, insapore ed inodore, ma per effettuarla devi andare in ambasciata: un obbrobrio in puro stile fascista pitturata di rosa confetto sbollito per dare un tono soft all'architettura di regime. Visto quanto è tabù qui in Germania parlare di Nazismo e Fascismo, probabilmente averla costruita tra quella dell'Egitto a forma di piramide e quella sudafricana a forma di Nelson Mandela è servito a non farla notare più di tanto.
Insomma, un anno è già passato. O forse, solo un anno è passato. Punti di vista, certo, ma il fatto rimane che me ne sono andato per la mia strada e che la strada mi sta portando sempre più lontano, verso la maturità e l’indipendenza tanto agognate. Mi rimane solo una cosa da trovare per essere finalmente felice come vorrei.
[…]
Quando persi sotto tante stelle,
ci chiediamo cosa siamo venuti a fare,
cos’è l’Amore?
Stringiamoci più forte ancora,
teniamoci vicino al cuore.
[…]
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