Monday, August 22, 2011
Come argomentare ad un ecclesiastico.
Ricordo che smisi di mettere piede in chiesa alla veneranda età di undici anni. Ero ancora un baldo giovine, ma avevo già imparato sulla mia pelle i controsensi ed i vizi della vita da credente. Ogni Domenica, sotto la spinta di mio padre ed inforcato il mio velocipede a pedali, solevo raggiungere i miei compagni di avventure; sul sagrato della chiesa e, una volta conclusasi la messa, mi divertivo a ridere e scherzare con i credenti della mia generazione. Ogni immancabile Domenica, però, mi attendeva il compito più arduo, che metteva a prova la mia fantasia fino all'ultimo neurone. Mi aspettava la giustificazione. Una sorta di Sacramento, esule dai testi sacri, che si ripeteva ad ogni festa, di cui io ero vittima ed il mio buon parroco era il carnefice. Finito il rito, infatti, egli scendeva dal pulpito ed una volta riposto l'abito talare, congedati i chierichetti e contato i soldi delle laute mance, il buon vecchio Don raggiungeva il suo gregge in piazza, parlando, salutando, consolando tutti ed interrogando me.
"Emanuele! Mi fa piacere vederti!" solitamente esordiva in questo modo, per poi proseguire con un affondo al costato: "Hai dormito bene stamattina?". In fondo, anche se non avrei dovuto interessarmi minimamente dell'opinione di un 65 enne frustrato dal poco sesso e dalla impossibilità di avere una donna, era un buon diavolo e per la gente intorno a me era una istituzione. Ma me la faceva pesare, quasi fosse una colpa stare lì, fuori da messa ad incontrare i miei amici. Eppure io avevo tutti i sacramenti che la mia tenera età mi permetteva di collezionare! Sebbene nessuno avesse chiesto la mia opinione era come se avessi in fronte un album con le figurine attaccate: cresima, battesimo, comunione... Nella mente del sacerdote ero una pecorella smarrita, ma non capiva che io di quel gregge non ne volevo fare parte. Ero una pecora nera, cercavo i miei simili e ogni tannto facevo di tutto per ingrigire almeno un po' le candide pecorlle del gregge del Signore. E quindi il non essere andato a messa si tramutava in una colpa, agli occhi della comunità, e l'incontrare i miei eguali a giochi fatti, pareva un trucco bieco, nefando per gioire della loro compagnia senza pagare dazio al Signore Dio loro.
Eccolo qui, è lui, il prete del mio paesello, che sfodera il suo fumante e nodoso indice accusatore. Quando il tanto temuto interrogatorio si avvicinava, mi pareva quasi di sentirla nell'aria; mi si rizzavano i peli sul collo quando il suo sguardo si posava sulla mai nuca e quella mia specie di sesto senso mi metteva le ali alle terga. Mi eclissavo, sparivo nella calca di vegliarde intente a sparlare di questo e di quello, mi nascondevo dietro gli angoli o ne approfittavo per fare incetta di acqua santa per le mie messe nere. Mah in verità erano più che altro grigiastre, pare che l'acqua santa non bruci a dovere. Ma questa è un'altra storia.
Le volte che poi il buon diavolo mi braccava le terga volanti, mi rimpicciolivo nel mio io e farneticavo risposte balorde e scusanti fantasiose sebbene contravvenessero ad almeno 8 dei 10 comandamenti. Sarà forse per questo, per il fatto che sapeva riconoscere una battaglia persa oppure intristito nel continuare a vedere la mia pena e la mia vergogna durante l'interrogatorio, che il buon prete smise di chiedere chiarimenti quando non mi vedeva alla santa messa. Eppure vorrei che me lo chiedesse ora, avrei la risposta giusta, non si sognerebbe più di procedere con domande inopportune:
"Sa, Signor Curato... Ieri è stata una serata impegnativa; siamo usciti a mangiare e dopo esserci riempiti la pancia fino a scoppiare abbiamo inforcato la macchina che il terzo limoncello non aveva ancora lasciato l'esofago. Siamo partiti verso mezzanotte alla volta della discoteca più laida e trasgressiva della zona. 50 neuri per entrare, ma era un all-inclusive ed abbiamo tazzato come i matti. La serata era un po' fiacca, nonostante ci fosse figa da tutte le parti, ma un paio di redbull ci hanno dato la carica giusta e tutta quella taurina mi ha fatto l'effetto di un viagra. Ero eccitato come una moffetta ed ho conosciuto due ragazze che ballavano come scatenate. Non so, avevano un qualcosa di particolarmente intrigante, saranno state le minigonne giropassera, l'assenza di biancheria intima o il fatto che si dessero l'un l'altra casti baci con la lingua, che me le sono fatte tutte e due. Una di loro, pensi un po', Don, aveva anche il fidanzato! Dopo essere andata a recuperarlo in giro per la pista, mi ha cortesemente, con un fare alquanto intimidito, chiesto se volessi accompagnarla a casa insieme al suo ragazzo. Non volevo assolutamente andare a casa sua, con il suo ragazzo poi!!! Allora abbiamo optato per la mia cameretta, quella di fianco alla camera dei miei, ha presente? Poco prima di arrivare ho fatto una chiamata al mio pusher di fiducia che mi ha fatto trovare nella cassetta delle lettere una bustina di coca (me la doveva perché l'ho tirato fuori da un gran brutto guaio con il governo cantonale svizzero). A quel punto abbiamo pippato ed abbiamo fatto l'amore in tre. Lei godeva come una vacca da monta e urlava come solo una prostituta brasiliana sa fare (ha presente, no?) Sono stato si attivo che passivo, ed ovviamente non abbiamo usato nessuna precauzione (so quanto ci tiene la Chiesa), ma è stata una serata indimenticabile. Oggi proprio non me la sentivo di svegliarmi prima di mezzodì per venire a messa, nonostante ieri sera pensassi continuamente alla sua Funzione ed a quanto mi sarebbe dispiaciuto perderla. Ma, d'altro canto, ieri sera ero dello stesso avviso anche nei riguardi della verginità anale...."
Forse, però, opterei per fare di nuovo la scena del provare vergogna e biasimo per me stesso, in fondo una guerra non può essere combattuta senza onorare il proprio avversario.
"Badati dal prete!"
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