Saturday, September 13, 2008

Sharing


In questo mondo sempre alle prese con la stagflazione dettata dalla (solita) crisi dell'economia (di guerra) dello Zio Sam, la gente si arrabatta per portare a casa il pane che, come molte delle vostre massaie preferite avranno notato, ha avuto un incremento pauroso negli ultimi tempi a causa delle speculazioni del solito Zio. Non importa che quando vai dal panettiere questi ti fa pesare il fatto che gli chiedi lo scontrino fiscale, l'importante è portarlo a casa (il pane, non il panettiere che di solito è più problematico da gestire di un idraulico che suona sempre due volte) risparmiando dove si può. E così che i nostri amici svizzeri, nel lontano 1948, inventarono ciò che poi venne chiamato car sharing e diede l'inizio ad una filosofia unica nella storia (lasciamo stare il comunismo per un attimo, eh) dove un gruppo di persone mette in comune ( e ridaje con il comunismo), riformulo: mette in compartecipazione (ancora con sto comunismo???) riformulo: dove un gruppo di persone mette (...) delle automobili a disposizione di altri individui al fine di portare benessere all'intera comunità (il solito comunista!!!), compreso se stesso, dividendo i costi e gestendo l'utilizzo della propria stessa medesima in quanto tale vettura. Questo diede luogo ad una piccola rivoluzione ed il concetto di condivisione (sharing, per i neofiti) viene esportato in molti altri campi nel corso degli anni: dal bike sharing al tanto odiato dalle major file sharing.
Bisogna precisare che gli svizzerotti di turno non hanno scoperto che l'acqua calda. Lo sharing c'è sin dai tempi antichi: chi sta pensando al primo comunista della storia (Gesù Crix, trisavolo di Karl Marx, come dimostra la foto qui di lato) che aveva deciso di condividere tutto con il prossimo, si sbaglia.
Mi riferisco al nobile gesto che compivano gruppi organizzati di persone sin dai tempi antichi: la prostituzione. La troia ed il magnaccio mettevano in share la gnocca della troia e la protezione del magnaccio, al fine di ricevere un congruo compenso per vivere entrambi, rendendo inoltre un ottimo servigio alla comunità.
Rimane il fatto che il concetto è mutato nel corso dei millenni, negli ultimi anni poi si sono sviluppati nuovi tipi di sharing. Ci sono le accompagnatrici che si fanno pagare per accompagnare sedicenti uomini di affari ai più disparati eventi mondani, potremmo chiamarlo girl sharing o wife sharing a seconda dei casi; poi c'è anche lo strano fenomeno del favor sharing, spesso messo in pratica a livello locale da illustri personaggi della vita pubblica italiana altrimenti detti mafiosi, in cui ci si scambiano favori con il solo utile fine di rimanere in vita o magari guadagnare qualche soldino legalmente. Negli anni novanta poi c'è stato il cash sharing poi sfociato in tangentopoli, ma questa è tutta un'altra storia.
Ebbene, anche Varese, con l'arrivo dei tanto agognati mondiali di ciclismo su strada, si è data allo sharing: il BIKE SHARING.
Ovviamente questa decisione è stata presa dalla giunta comunale sulla scia del fascino e della popolarità che i mondiali porteranno alla nostra ridente cittadina (e magari anche alle tasche di qualcuno). Varese è una città piccola il cui centro si gira a piedi al massimo in mezz'ora, tenendo conto che la città si trova in collina e che per andare dal lago al centro c'è di mezzo un dislivello di almeno 400 metri, la scelta di effettuare un servizio di bike sharing mi sembra del tutto azzeccata. Chi non si fa due vasche in centro il sabato pomeriggio per tentare di cuccare qualche pollastrella con le ascelle pezzate fino al ginocchio perché “ho a cuore il benessere della mia città e del mio portafoglio e quindi ho usato il servizio di bike sharing”?
Insomma questi mondiali hanno letteralmente fatto perdere la testa ai varesini per il velocipede, la draisina e la bicicletta. Qualcuno poi, un certo architetto Giuseppe Leoni, ha creato un'opera d'arte alquanto discutibile.
Qualche mese fa, sulla rotonda di Capolago, dove si staglia la sagoma di un fantastico Aermacchi MB326 di colore arancione che già farebbe strabuzzare gli occhi a qualunque pilota Libico impegnato a fuggire da un missile francese sopra il cielo di Ustica, sono spuntate come funghi delle losche figure in due dimensioni:



Nella mente (deviata) dell'architetto in questione, noto esponente leghista, non solo l'opera doveva risultare un idillio per la vista, il corpo e lo spirito di tutti coloro che la vedono all'uscita dell'autostrada, ma anche un'opera di esaltazione verso quella parte del panorama politico che ha permesso ai mondiali di avere luogo nella Città Giardino: la Lega Nord.
Ora, io non vorrei dire, ma se anche fosse vero che i leghisti in questione sono gli unici che nel nostro paese “pedalano” (Roma ladrona, spariamo sugli immigrati, morte ai teroni, federalismo, secessione e chi più ne ha più ne metta) perché affliggerli con un “opera” di fattura così infima?
I casi sono due: o l'architetto in questione è un completo ritardato ed ha comprato la laurea allo IULM, oppure ha l'età cerebrale di un bambino di 5 anni.
Primo: le dimensioni spaziali sono tre, inutile tentare di mistificare gli ingombri di Calderoli eliminando la dimensione della profondità.
Secondo: la prospettiva HA delle regole, non è il caso di inventarne di nuove, tanto meno di errate.
Terzo: chi ha disegnato i visi dei poveri malcapitati? Topolino? Topo Giogio? Un bambino di 4 anni?
Quarto: se fossi stato in Bossi mi sarebbero girati i cosidetti; già il povero cristo ha avuto una mezza paresi, parla come un ubriaco (più di prima) e fa fatica a camminare, perché infliggergli una nuova sofferenza raffigurandolo come un ebete totale?



Sarà per questo motivo che alcuni fedelissimi dell'Umbertone nazionale, esasperati da quest'opera degna, permettetemi di ripeterlo, di un bambino di 3 anni, hanno deciso di inscenare una protesta mascherando ogni ciclista con una testa d'asino con scritto “somari mondiali”.



Purtroppo i media hanno sguazzato nella notizia come un porcello sguazza nel fango o Bettino sguazzava nelle tangenti, tirando in ballo perfino la Digos. Ebbene, no! Lo spirito della protesta, sono sicuro che non fosse rivolto contro gli esponenti della Lega raffigurati, bensì verso l'architetto in questione ed il suo pool di 148 scienziati delle confetture e luminari della nutella, che hanno realizzato un obrobrio simile: si, effettivamente sono proprio dei somari mondiali.



Ringrazio Emanuele per aver cercato di convincermi fino all'ultimo ad andare a fare Ing. Gestionale.