Friday, November 25, 2011

La vita in Teutonia prosegue...


È ormai Dicembre ed a Berlino, a tornata elettorale conclusa, i giochi sono tutt’altro che fatti. Con uno stragrande risultato i Piraten hanno ottenuto un insperato successo, riuscendo a fare eleggere tutti i loro candidati al senato della città e sfiorando il 9%.




I maligni dicono che per raggiungere l’agognato 9%, mancavano una manciata di voti e che l’affluenza ferma al 60% è cmq un buon risultato, ma si sarebbe potuto fare di più; specialmente se qualcuno che guardando il cielo plumbeo di quella Domenica di Settembre, non si fosse rigirato nel letto mandando a fare in culo la pioggia, il freddo e la tornata elettorale.

Evvabene! Non ho votato! E allora? Cos'è, la psicopolizia mi viene a prendere a casa?

toc! toc!

Chi è?

Sono il lupo-mangia-frutta.

Ma mi faccia il piacere…

Senta, qui siamo persone mature. L'impianto è sostanzialmente semplice: prevedere a turno un "uno (il lupo) contro tutti (i frutti)" e una turnazione del ruolo di lupo, non su base casuale, ma come penitenza.

Eh?

Avrebbe dovuto rispondere "Che frutto vuole".

Non ci penso nemmeno.

Sa, è una procedura standard.

Ah, capisco.

Io faccio solo il mio lavoro.

Che sarebbe, di grazia?

Lo psicopoliziotto.

Nel mentre che la psicopolizia Berlinese si rende ridicola casa per casa, l’ex sindaco dell’SPD, Klaus “Distruggitore” Wowereit ha avuto i suoi bei problemi a trovare una maggioranza che regga il governo. Ci ha provato con i Verdi, che non vogliono la nuova autostrada a Berlino, ed hanno dato due di picche. Sta provando ora a lisciare il pelo alla Merkel, con una coalizione Rosso-Nera che manco i fanatici del Milan crederebbero possibile in un’Italia dotata di un ipotetico sistema elettorale totalmente proporzionale. A più di due mesi dalle elezioni, Berlino non aveva ancora governo. Devo dire che le cose procedevano bene anche senza, ma ecco un fulmine a ciel sereno! La coalizione dai colori sociali più brutti d’Europa ha preso forma, con tanto di trattati, programmi, documenti firmati in tutta fretta da alti esponenti di partito, probabilmente culone inchiavabili a destra e froci inviperiti a sinistra. Li possiamo anche vedere tutti in faccia, con questa bella applicazione web del Berliner Morgenpost.





Che bello, si può giocare con i cursori! E notare che tra i 19 ed i 30 anni ci sono ben 13 senatori, di cui 6 Pirati, ma solo 10 Ingegneri su un totale di 150 sedenti al senato. Triste, no?

Mentre il governo di Berlino è giunto in ritardo, in Tedeschia l'Autunno è arrivato in anticipo, esattamente come da programma: subito dopo la Primavera. L'Estate era già stata data per dispersa ad inizio Giugno, quasi sicuramente peregrinante per agriturismi nell'entroterra toscano o su spiagge mediterranee bagnate da un mare cristallino. Una sera ai primi di Settembre, sul bus di ritorno dalla Volkhochschule (l’Alta Scuola del Popolo) i caloriferi erano accesi, ed io, rannicchiato in un angolino buio ed umido, ho pianto.
Ho versato qualche lacrima anche perché il tedesco ha ricominciato a frustrarmi con un nuovo corso di lingua. Livello B.2. Ciò non vuole assolutamente dire che io ed il livello B.1 siamo amici intimi. Lo considero un conoscente di vecchia data, a cui ho scopato la sorella e che no mi rivolge più la parola.
La grammatica e le declinazione sono ormai un capitolo chiuso, assimilato, capito, ricordato, marchiato a fuoco nei neuroni perduti durante la mia ultima sbronza. Ora ci si concentra sui vocaboli, la stilistica, il fatto che per dire la stessa cosa ci sono dodici modi diversi.
Prendiamo il verbo CAPIRE:
verstehen = begreifen = kapieren: differenze? Nessuna!
Chissà che cosa mi aspettavo io da una lingua che nel 1996 ha avuto bisogno di una riforma ortografica, talmente necessaria da fallire clamorosamente, come dimostra il cartello nella foto.





Adesso i tedeschi della nuova generazione imparano la nuova ortografia, mentre quelli della vecchia manco se lo sognano; in pratica essendo accettate entrambe gli errori non esistono più.
Poi, tra l’altro, KAPIEREN? Chi l’ha inventata, Tano Caloggero emigrato dalla Locride a Monaco di Baviera nel 1904?
A quanto pare per la gran parte delle parole e verbi crucchi esiste anche una corrispondente derivante dal latino. (altrettanto corretta in Hochdeutsch, ovvero alto-tedesco, ma snobbato dai germanici) Esempi?

wirtschaftlich = ökonomisch: ECONOMICO
würdigen = honorieren: ONORARE
nachahmen = imitieren: IMITARE

E poi: l’apoteosi.

erforschen = recherchieren: RICERCARE
vervollständigen = komplettieren: COMPLETARE

Ci hanno aggiunto una "T", ma è solo per essere esosi. Questa è fantastica anche perché il dizionario ti dice anche che KOMPLETTIEREN è per "gehobener Sprachgebrauch" cioè “uso elevato della lingua” (e non credo si riferisca al cunnilingus).

Ah si, beh, sono più di due anni che studio tedesco, non potevano dirmelo prima? Io prendo l’italico, ci aggiungo “en” per i verbi, un paio di tanto amate “sch”, “äu”, “ö”, “ü”, “ï”, “ë” qua e la e sono a posto!

Poi ci sono le parole che hanno più significati, ma quello si sa, ci sono in ogni lingua: come Glück. Fortuna o felicità, scegliete voi. Va bene che se uno è fortunato è anche felice, eppure non solo non è necessariamente vero il contrario, ma anche i concetti di fortuna e felicità sono due cose a sé stanti. Provateci voi a spiegarlo in crucco...

Un capitolo a parte sono le parole che cambiando una vocale cambiano significato. Un po come il nostro "palO", che serve per impalare e la "palA" che serve per spalare, da non confondersi con il badile che scava e la vanga che serve per vangare. Ma che ve lo dico a voi che di cultura contadina ne sapete come un prete di orgasmi? Se poi la vocale che cambia è la Ö, siamo a posto. Schon = già ---> schön = bello. Me lo diceva sempre il vecchio professore-robot Marini alle superiori, che "la letera püsée impürtant, l'era la Ö":





Riassumerei il tutto come "un gran casino", se non fossi convinto che l'espressione "un casino colossale" fosse più appropriata, ma occhio che con l’inglese il trucco non funziona. Le due lingue hanno radici in comune (Germanico-Occidentale per quelli a cui freghi qualcosa, come si evince da questa tabella ;sicché può capitare che alcune parole, pur venendo dalla stessa fonte, abbiano significati opposti o contraddittori. Ad esempio “Gift”. In inglese, derivante dal verbo “to give” (dare) vuol dire “regalo”. Anche in crucco deriva dal verbo geben (dare), ma, si sa, che i tedeschi hanno sempre avuto un modo tutto loro e molto onorevole di fare regali, per cui oggi, “Gift” vuol dire “veleno”. Forse è per questo che qui nessuno crede a Santa Claus e nel periodo natalizio ci si tiene sempre stretta e carica la propria Walther P38.
Ma a volte il trucco funzia anche con i roastbeef di oltremanica, prendiamo ISOLA: die Insel in germanico, die EILAND in germinglese.
È il segno dei tempi che cambiano, anche l'italiano lascia spazio a nuovi vocaboli storpiati di origine anglosassone, con buona pace dei linguisti più irriducibili. Ora è l'America che domina, soverchiando l'Impero Inglese che colonizzava il mondo ancora sconosciuto, dopo che la Chiesa aveva sparso quello che restava dei Latini per la vecchia Europa. Per questo ancora qualche rimasuglio di vecchio latino sopravvive sia nelle lingue anglosassoni che in quelle germaniche, come il greco ancora più in tempi remoti trovava nuova vita in parole latine. Mi piace pensare che un tempo, era Roma a dominare il mondo, a imporre la propria lingua dall'Arabia alla Scozia; l'eredità del suo lento declino poi, noi italici, lo portiamo ancora sulle spalle...





Consoliamoci con la nuova collezione di sacchetti ingegneristici, che qui vanno alla grande. Nonostante non offrano rimedi contro teutoniche "culone inchiavabili", sembrano proprio ben fatti, resistenti e di buona fattura il buco per il sesso orale va praticato esattamente dove l'immagine lo consiglia. Presto sugli scaffali dei migliori negozi di intimo.





Ho provato a trarre un po' di gioia accarezzando la mia nuova, luccicante, fulgida ed eterna patente tedesca, ma non funziona; il grigiore plumbeo del cielo deprime più di una canzone di Malgioglio cantata da Nilla Pizzi.





La rigidezza del clima ha, però, almeno un effetto benevolo. Anche se i discendenti dei Goti che popolano la Tedeschia sono ossessionati dall'aria fresca ed aprono le finestre a meno venti coi caloriferi accesi a livello altoforno perché "la qualità dell'aria non è accettabile per potere lavorare confortevolmente", il gelo e il vento e la rigidità delle temperature influiscono benevolmente sulla stupidità degli insetti. Prendiamo le mosche. Quelle che ho sempre visto io, più erano grosse, più erano rumorose. Più erano piccole, più erano rompicoglioni. Ecco, qui di mosconi non se ne vedono manco col binocolo; le moschettine tanto odiose ed iraconde se ne zigzagano tranquillamente qua e la, stando lontane, non ronzando vicino al tuo orecchio destro, non appoggiandosi sulla mano, nel caffélatte o nella minestra. Si appoggiano sul tavolo, davanti a te, muovono le loro zampine al rallentatore, strofinandole pigramente l'una con l'altra quasi fossero la brutta copia di Madre Teresa con le emorroidi e ti voltano le spalle come per dire: "allora mi schiacci o no?". Ed un povero cristo in cerca di vendetta dopo anni di bullismo moscovita, una vita fatta di innumerevoli, vani, ridicoli autoschiaffeggiamenti, come può non elargire il dono della misericordia ad un cotanto stupido insetto? Ed è così, con sadica gioia che in ufficio mi sono guadagnato il soprannome di Splatter.
Quando vivevo in Italia, poi, in quella conca fetida che era il lago di Varese, le zanzare nascevano a Marzo, proliferavano a Giugno e trapanavano i maroni sino a Novembre. Qui invece no: sebbene ci siano laghi, laghetti o paludi ovunque, le care zanzare fanno il piacere di schiattare appena nate o non deporre nemmeno le uova. Che senso ha riprodursi per poi perire di freddo senza nemmeno avere avuto l'opportunità di suggere un po' di sangue al prossimo? Questa si che è rettitudine morale, altro che Eurobond.



Porgo i miei più riverenti e rispettosi ringraziamenti al mio mentore e sovrano Emanuele, per l'ossequiosa riverenza nei Suoi confronti che Egli è stato in grado di insegnarmi lungo questi tetri anni di sudati studi. Esprimo, infatti, in questo ringraziamento la più grande e deferente e duratura stima che possa mai sviluppare nei confronti di essere animato o inanimato che sia. Una persona degna di cotanto carisma e volontà da rasentare la divinità, capace di imprimere in me il desiderio di proseguire il mio cammino nella scienza e nell'ingegneria seguendo le orme della Sua superba e fulgida guida sotto la quale io ho avuto l'incredibile fortuna di servire. La Sua saggezza mi ha indirizzato nei momenti d’indecisione, il Suo consiglio mi ha fatto ritrovare la strada quando la via pareva ormai perduta, il Suo splendore faceva nascere in me la gioia, dandomi la sensazione di potere raggiungere la Grazia (intesa come aiuto ed intercessione divina, n.d.a.).
Per tutto questo Lui e solo Lui ringrazio.
S.L.R

Sunday, September 11, 2011

Berlino al voto!


Consigli elettorali disinteressati ai connazionali emigrati per le elezioni del 18 Settembre 2011 a Berlino.

A Berlino, in tempo di elezioni, se ne vedono di tutti i colori. Qui non bastano i partiti più grandi: i rossi dell'SPD, verdi dei Grüne, blu della CDU, quegli FDP dei gialli, altri f.d.p. neri dell'NPD e la sinistra che qui, pragmaticamente si chiama "Die Linke". Non bastano, dicevo. Perché se noi italiani ci lamentiamo delle liste civetta, di quelle gufo alla Harry Potter, dei partiti nati oggi e morti l'altroieri, del partito di Pannella e di quello di Mastella (io ho rimosso come si chiamava, lo giuro), qui in Germania, per le elezioni amministrative, se ne vedono di tutti i colori, forme ed idiozie. Il 18 Settembre nella città di Berlino si voterà, non solo per la Bundesland (lo stato federale di Berlino), ma anche per le amministrative della città, alle quali l'illuminato Bundesregierung permette anche agli stranieri di partecipare.

Insomma non c'è che l’imbarazzo della scelta, ed io, da buona bestia italica, mi ci butto a pesce. Non essendo il mio voto importante visto che non sono dotato di senso civico tedesco (non me ne frega una sega, va bene?) posso votare senza cognizione di causa per quello con il nome più bello, il simbolo più colorato, la candidata più avvenente o il più abile corruttore. Ecco tra cosa si può scegliere!

(1.) SPD – Sozialdemokratische Partei Deutschlands - Partito Social Democratico di Germania (con il vecchio sindaco Klaus Wowereit al quale alcuni simpaticoni appiccicano baffi Hitleriani…)



(2.) CDU – Christlich Demokratische Union Deutschlands - Unione Cristiano Democratica di Germania
(3.) GRÜNE – Bündnis 90/Die Grünen - Alleanza Verdi
(4.) DIE LINKE - La Sinistra
(5.) FDP – Freie Demokratische Partei - Partito Liberale Democratico
(6.) NPD – Nationaldemokratische Partei Deutschlands - Partito Nazionale Democratico di Germania (questi sono Nazi)
(7.) Tierschutzpartei – Partei Mensch Umwelt Tierschutz - per la protezione dell'ambiente ed i diritti degli animali (un partito da cani)
(9.) BüSo (il nome dice tutto)
(10.) ödp – Ökologisch-Demokratische Partei – Ecologico Partito democratico (altro che Vendola)
(11.) PSG – Partei für Soziale Gleichheit – partito socialista equalitario, con i colori sociali del Paris Saint Germain
(13.) Die PARTEI – Partei für Arbeit, Rechtsstaat, Tierschutz, Elitenförderung und basisdemokratische Initiative - IL PARTITO - partito del Lavoro, della legge, benessere degli animali, di iniziativa di base democratica e di promozione elitaria.
(15.) BIG – Bündnis für Innovation und Gerechtigkeit - Alleanza per l'Innovazione e la giustizia
(17.) pro Deutschland – Bürgerbewegung pro Deutschland - per la Germania - Movimento cittadino per la Germania
(18.) DIE FREIHEIT – Bürgerrechtspartei für mehr Freiheit und Demokratie – LIBBBERTÀ- Partito dei diritti civili per una maggiore libertà e democrazia (questo è molto alla William Wallace di Braveheart)
(19.) ddp – Deutsche Demokratische Partei - Partito democratico Crucco (Veltroni…)
(20.) DKP – Deutsche Kommunistische Partei - Partito comunista Crucco (Bertinotti…)
(21.) Deutsche Konservative – Deutsche Konservative Partei – Conservatori, conservativi e conservati in naftalina
(26.) PIRATEN – Piratenpartei Deutschland - Partito Pirata della Germania

Quattro partiti competono solo in singoli distretti:
(8.) APPD – Anarchistische Pogo-Partei Deutschlands - Pogo partito anarchico della Germania
(14.) B – Bergpartei, die „ÜberPartei“- Partito montagna, il "bipartisan"
(22.) FAMILIE – Familien-Partei Deutschlands - FAMIGLIA - Family Party di Germania (una costola dell'italico MOIGE)
(27) UNABHÄNGIGE – Unabhängige …für bürgernahe Demokratie - indipendente ... per la democrazia locale

Ce ne sono poi altri, in tutto 34, che possono competere per le elezioni circoscrizionali. Mica cazzate.

In ogni caso qui si rasenta l’idiozia. Dico io, il partito Montagna. Ma chi lo vota, Messner? E quelli del POGO? Va bene “Anarchia l’unica via”, il pogo non sopperisce ai bisogni del paese, né della minoranza di punkabbestia coi cani al seguito. C'è poi IL PARTITO (che manco fossimo in un orwelliano 1984) che combatte per una fantomatica promozione elitaria, per i cani, la legge, il lavoro… Peggio del manifesto elettorale del PdL. Restando in tema di cani e punkabbestia, essi rientrano nella categoria di elettori nel mirino del Partito Animalista. La cosa si commenta da sola, specialmente perché ci sono in giro cartelli elettorali che inneggiano a maggiori diritti ai porci, e meno agli esseri umani. D’altra parte i suoi dirigenti perderebbero una partita a ramino contro un pidocchio. Da annotare tra i partiti che meritano di essere sotterrati da una montagna di letame, il BIG; il partito dall’acronimo meno azzeccato della storia federale che si impone innovazione e giustizia, ma se ne sbatte di tutto il resto (specialmente degli animali).

Inutile dire che nonostante la posizione a metà classifica, il partito del Büso (e la dieresi accentua ed enfatizza il concetto, se necessario) ha attratto la mia attenzione! Con un nome così, con un obiettivo così importante, come il buso, per noi Giovani, come fare a non dargli fiducia? Già mi immagino garrire al vento la bandiera dell’amore di Elio e le Storie Tese e schiere di Giovani inondare le strade cantando la ben nota musichina:

Viva il contatto tra lingue differenti,
viva il contagio che genera degenti,
viva il limone che è frutto prelibato,
viva l'imene che e' brutto lacerato.
Docce chiare, docce scure, teenage animal contemplo, baby busen fermo posta più un barile di vasella.

Ed invece no, si presentano con sta faccia qua:



Ed un messaggio elettorale in chiaroscuro, cito:

Nach einem Brüsseler Vertragsentwurf, den Bundesfinanzminister streng vertraulich an ausgewählte Finanzpolitiker weiterreichte, seinen Fraktionskollegen jedoch verschwieg, sollen die nationalen Parlamente die Zuständigkeit für die Entscheidungen über die Euro-Rettungspakete per Generalvollmacht an den EFSF abtreten: Anstatt die faulen Schulden der Spekulanten durch ein Trennbankensystem zu beseitigen, wird die Demokratie geopfert.

Che tradotto per l’italico volgo:

L'abuso dell'uso del Buso, porta al disuso dell'uso del Buso.

Non so a voi, ma se il nome è tutto un programma e sebbene i loro cartelloni elettorali lascino poco all’immaginazione su quale buso intendano sderenare alle banche, il programma elettorale fa sorgere in me seri dubbi morali nonché deontologici sull’abuso che il partito farebbe del buso, qualora uscisse trionfante dalle elezioni portando al disuso del buso. Io non voglio smetterla di usare il buso, né farlo andare in disuso! Infatti, come spesso ricordato da Elio, per noi Giovani, Buso è importante; mi manca, finisco l’album! Altro che Facchetti!



Invotabile, almeno per me. Ma le alternative già veleggiano all’orizzonte! Sono vele nere, su di uno scafo rosso scarlatto. Sono i PIRATEN!
Partito di azione marittima e di formazione contemporanea, i pirati si presentano al popolo solitamente muniti di bandana (o cappellaccio), un arto mancante (dente, occhio, mano, piede, seno, pisello...), blasfemie degne di questo nome e sete di sangue da placare facendo scorrerie (scorreggiando?) per le coste marinare (o del laghetto sotto casa). Qui a Berlino sono capitanati da Euron Schnellich conosciuto dai suoi acerrimi nemici della marina inglese come "occhio di corvo" per la sua innata capacità di non riuscire a distinguere un nichelino da un doblone d'oro. Altro candidato al trono berlinese è il suo nostromo, Hermus Mähller, uomo degno di fiducia come lo sarebbe una puttana di insegnare catechismo. Tra le liste elettorali merita, poi, un encomio speciale la piratessa Kathrinne May detta Bertha labbra-di-tuono, famosa perché usa macellare, divorare ed evirare ogni suo singolo partner, che, conoscendo la sua perversione, consiste quasi sempre in un esemplare di razza bovina, equina o caprina.


Il manifesto politico del PIRATENPARTEI si riassume molto concretamente in tre punti fondamentali:

1_ su ogni nave (Bundesland) il capitano è un Re
2_ più rum per tutti
3_ giro di chiglia per i traditori!
4_ divieto assoluto di portare archibugi sottocoperta

Pragmaticamente corretto, specialmente il 4 dei 3 punti. I pirati, si sa, hanno difficoltà in aritmetica.
La sede dei Pirati berlinesi non poteva che stare saldamente ancorata sulla Sprea (il fiume che scorre attraverso Berlino, n.d.a.). È molto modesta, d'altro canto i pirati vivono solo di scorribande e le uniche imbarcazioni che possono assaltare qui in città sono i battelli guardati a vista da temibilissimi turisti giapponesi.



La ciurma vanta non meno di 1000 iscritti solo a Berlino e, sebbene la necessità di una bagnarol... sede! ... sede più grande sia impellente, i pirati non nutrono dubbio alcuno e puntano certi la prua sulla prossima vittoria elettorale che garantirà loro copiose scorte di rum, pesce salato per l'Inverno e prostitute di alto rango nei migliori porti franchi.
Quindi, suvvia elettori: se le vostre scorte di rum scarseggiano, se il governo inglese vi oltraggia con la sua presenza sui mari, o se avete avuto un parente appeso per il collo per un onesto lavoretto di contrabbando, votate, votate, votate per il PIRATENPARTEI DEUTSCHLAND! PIRATEN WÄHLEN!







Sometimes a man is faced with the right thing to do and the wrong thing to do. And he only misses it by one.

Sunday, September 04, 2011

Silvio caro...


Vista la crisi, in barba al volere popolare, oggi muore l'articolo 18.
Ecco l' Homepage del Corriere della Sera.



Mi è venuta voglia di dedicare a Silvio una lode.




Silvio caro, mio piccolo grande amore
ci stai rubando le 40 ore.
Tu che fai tutto in quattro e quattr'otto
elimina il buon vecchio articolo 18.
Già che sei senza coscienza,
leva di torno la contingenza
e visto che sei senza pietà
rubaci pure l'anzianità.
Occorre di certo migliorare la situazione,
togli di mezzo la liquidazione,
perciò, se vuoi fare le cose serie,
lasciaci del tutto senza ferie.
Sappiamo che l'inflazione ancora dilaga,
dai, fregaci per intero la busta paga!
E perché non indispettire i sindacati?
Aumenta ancora i disoccupati!
Se deve essere una amara medicina,
quadruplica il costo della benzina,
in più, son sicuro ne andresti fiero,
se ci tassassi il ricovero ospedaliero.
Sguinzaglia pure tutti i tuoi veltri
e promuovi al TG1 Vittorio Feltri.
Se poi si rischia la libera informazione
togli il bavaglio a Capezzone
e con Letta al Quirinale
ci appronteremo al funerale
della Patria, della Democrazia,
a cui avete già dato il foglio di via.
Avendo bisogno di un lieto fine,
facci pagare fino all'ultimo le medicine,
nondimeno, per evitare ulteriori danni,
mandaci in pensione a 90 anni.

Monday, August 22, 2011

Come argomentare ad un ecclesiastico.


Ricordo che smisi di mettere piede in chiesa alla veneranda età di undici anni. Ero ancora un baldo giovine, ma avevo già imparato sulla mia pelle i controsensi ed i vizi della vita da credente. Ogni Domenica, sotto la spinta di mio padre ed inforcato il mio velocipede a pedali, solevo raggiungere i miei compagni di avventure; sul sagrato della chiesa e, una volta conclusasi la messa, mi divertivo a ridere e scherzare con i credenti della mia generazione. Ogni immancabile Domenica, però, mi attendeva il compito più arduo, che metteva a prova la mia fantasia fino all'ultimo neurone. Mi aspettava la giustificazione. Una sorta di Sacramento, esule dai testi sacri, che si ripeteva ad ogni festa, di cui io ero vittima ed il mio buon parroco era il carnefice. Finito il rito, infatti, egli scendeva dal pulpito ed una volta riposto l'abito talare, congedati i chierichetti e contato i soldi delle laute mance, il buon vecchio Don raggiungeva il suo gregge in piazza, parlando, salutando, consolando tutti ed interrogando me.

"Emanuele! Mi fa piacere vederti!" solitamente esordiva in questo modo, per poi proseguire con un affondo al costato: "Hai dormito bene stamattina?". In fondo, anche se non avrei dovuto interessarmi minimamente dell'opinione di un 65 enne frustrato dal poco sesso e dalla impossibilità di avere una donna, era un buon diavolo e per la gente intorno a me era una istituzione. Ma me la faceva pesare, quasi fosse una colpa stare lì, fuori da messa ad incontrare i miei amici. Eppure io avevo tutti i sacramenti che la mia tenera età mi permetteva di collezionare! Sebbene nessuno avesse chiesto la mia opinione era come se avessi in fronte un album con le figurine attaccate: cresima, battesimo, comunione... Nella mente del sacerdote ero una pecorella smarrita, ma non capiva che io di quel gregge non ne volevo fare parte. Ero una pecora nera, cercavo i miei simili e ogni tannto facevo di tutto per ingrigire almeno un po' le candide pecorlle del gregge del Signore. E quindi il non essere andato a messa si tramutava in una colpa, agli occhi della comunità, e l'incontrare i miei eguali a giochi fatti, pareva un trucco bieco, nefando per gioire della loro compagnia senza pagare dazio al Signore Dio loro.



Eccolo qui, è lui, il prete del mio paesello, che sfodera il suo fumante e nodoso indice accusatore. Quando il tanto temuto interrogatorio si avvicinava, mi pareva quasi di sentirla nell'aria; mi si rizzavano i peli sul collo quando il suo sguardo si posava sulla mai nuca e quella mia specie di sesto senso mi metteva le ali alle terga. Mi eclissavo, sparivo nella calca di vegliarde intente a sparlare di questo e di quello, mi nascondevo dietro gli angoli o ne approfittavo per fare incetta di acqua santa per le mie messe nere. Mah in verità erano più che altro grigiastre, pare che l'acqua santa non bruci a dovere. Ma questa è un'altra storia.

Le volte che poi il buon diavolo mi braccava le terga volanti, mi rimpicciolivo nel mio io e farneticavo risposte balorde e scusanti fantasiose sebbene contravvenessero ad almeno 8 dei 10 comandamenti. Sarà forse per questo, per il fatto che sapeva riconoscere una battaglia persa oppure intristito nel continuare a vedere la mia pena e la mia vergogna durante l'interrogatorio, che il buon prete smise di chiedere chiarimenti quando non mi vedeva alla santa messa. Eppure vorrei che me lo chiedesse ora, avrei la risposta giusta, non si sognerebbe più di procedere con domande inopportune:

"Sa, Signor Curato... Ieri è stata una serata impegnativa; siamo usciti a mangiare e dopo esserci riempiti la pancia fino a scoppiare abbiamo inforcato la macchina che il terzo limoncello non aveva ancora lasciato l'esofago. Siamo partiti verso mezzanotte alla volta della discoteca più laida e trasgressiva della zona. 50 neuri per entrare, ma era un all-inclusive ed abbiamo tazzato come i matti. La serata era un po' fiacca, nonostante ci fosse figa da tutte le parti, ma un paio di redbull ci hanno dato la carica giusta e tutta quella taurina mi ha fatto l'effetto di un viagra. Ero eccitato come una moffetta ed ho conosciuto due ragazze che ballavano come scatenate. Non so, avevano un qualcosa di particolarmente intrigante, saranno state le minigonne giropassera, l'assenza di biancheria intima o il fatto che si dessero l'un l'altra casti baci con la lingua, che me le sono fatte tutte e due. Una di loro, pensi un po', Don, aveva anche il fidanzato! Dopo essere andata a recuperarlo in giro per la pista, mi ha cortesemente, con un fare alquanto intimidito, chiesto se volessi accompagnarla a casa insieme al suo ragazzo. Non volevo assolutamente andare a casa sua, con il suo ragazzo poi!!! Allora abbiamo optato per la mia cameretta, quella di fianco alla camera dei miei, ha presente? Poco prima di arrivare ho fatto una chiamata al mio pusher di fiducia che mi ha fatto trovare nella cassetta delle lettere una bustina di coca (me la doveva perché l'ho tirato fuori da un gran brutto guaio con il governo cantonale svizzero). A quel punto abbiamo pippato ed abbiamo fatto l'amore in tre. Lei godeva come una vacca da monta e urlava come solo una prostituta brasiliana sa fare (ha presente, no?) Sono stato si attivo che passivo, ed ovviamente non abbiamo usato nessuna precauzione (so quanto ci tiene la Chiesa), ma è stata una serata indimenticabile. Oggi proprio non me la sentivo di svegliarmi prima di mezzodì per venire a messa, nonostante ieri sera pensassi continuamente alla sua Funzione ed a quanto mi sarebbe dispiaciuto perderla. Ma, d'altro canto, ieri sera ero dello stesso avviso anche nei riguardi della verginità anale...."

Forse, però, opterei per fare di nuovo la scena del provare vergogna e biasimo per me stesso, in fondo una guerra non può essere combattuta senza onorare il proprio avversario.


"Badati dal prete!"

Friday, August 12, 2011

Tutto il mondo è paese

Inflazione in Germania: 2.3%. Tasso di interesse massimo ottenibile su un capitale vincolato giornalmente in banca, dettato dalla Bundesbank: 1.5%. Non essendo la matematica un'opinione: 1.5%-2.3%=-0.8%. Facciamola più complicata:


Io non mi fido mica, eh... 15‰-23‰=8‰ che è quello che lo Stato Italiano da ogni anno alla Chiesa Cattolica. Quindi se io ho 10kilo-euri in banca e li vincolo giornalmente (significa che se oggi voglio trasferire i soldi su un altro conto, lo posso fare solo da domani), solo per il fatto che questi sono in banca, perdono già l'8‰ del loro valore. Ergo ogni anno sono l'8‰ più povero.
Il tutto, come spesso succede, si riduce ad una funzione esponenziale del tipo

Di solito le funzioni esponenziali sono simpatiche e divertenti. Perché? Perché di solito ha questa faccia qui.



Sebbene un esponenziale sia tangibile, concreto, palpabile, come l'amore verso la vostra mamma, non ci vuole un genio per capire che, se esso fosse legato ai vostri soldi, sarebbe alquanto attraente, bello e addirittura interessante. Il Principe Azzurro della situazione, per intenderci.
Se ciò corrispondesse a verità, imponendo un capitale iniziale di 10kilo-euri con un bell’interesse dell'1.5%, la base dell'esponenziale è violentemente maggiore di uno, ed io, nel solo giro di 100 anni mi ritroverei con un bel +45000€ sul mio conto bancario.
Come in ogni fiaba che si rispetti, però, il nostro amico esponenziale diviene intrinsecamente malvagio, ambiguo e laido. Ovvero un'esponenziale decrescente!



Non indugiate sulla linea, l’ho fatta un po’ pelosa perché so che a voi piace così.
Certo, ci vuole un tempo >= 5kilo anni prima che il mio capitale sia ridotto al nulla. Beh, direte voi, è un tempo relativamente lungo rispetto alla tua vita mortale che probabilmente si concluderà alla veneranda età di 55 anni per una malattia incurabile all'osso del collo causata dal temibile virus mutante il cui nome scientifico è "vaso di gerani dal quinto piano".
Ebbene a me girano in ogni caso i testicoli. Chi si ruba i miei soldi? C'è forse qualche pretaccio avaro che di nascosto plagia banchieri in tutto le Bundeslände e si intasca il mio 8‰ per comprarsi la macchina, stuprare bambini in Africa o comprare costosi monili dorati?
Oppure è forse che ci stanno piano piano sderenando il deretano?



Non è purtroppo finita qui. In Germania si tassano le rendite finanziarie. Quanto? Un buon 30%. che per gli opinionisti della matematica (o per i Luminari delle Confetture) corrisponde ad un 30‰. Quindi il tuo +1.5% annuo diventa +1% che sommato (algebricamente) al -2.3% di valore che perde ogni anno il tuo maledettissimo denaro, si ha -1.3%.
Quindi, prima le banche usano il tuo denaro per guadagnare altro denaro, dandoti il contentino dell'1.5% che equivale ad un -0.8%, poi arriva lo Stato che ti “inculca” un altro buon -0.5% sul tasso di interesse.
Meglio di niente, direte voi. No: è come preferire un calcio in culo ad una randellata sulle gengive. Poco importa se uno sia più o meno doloroso dell'altro, se poi c'è sempre qualcuno che alla fine ti sputa pure in faccia.
Certo, sarebbe bello che il nostro potere d’acquisto aumentasse con il passare del tempo, saremmo tutti più ricchi, giovani, felici, entusiasti, probabilmente gai.
Ma se io non faccio niente, manco mi muovo e di miei soldi vengono risucchiati in un vortice spazio-temporale, chi devo incolpare per questo? Poi mi è arrivata una voce all'orecchio sinistro: è colpa di una entità malvagia nomatasi Mercato e dei suoi sostenitori che ci vogliono fare credere che esso si regola da solo. Ma chi è mai, poi, 'sto Mercato? Qualcuno lo ha mai visto in faccia? Perché la sua mamma ha voluto dargli un nome tanto ridicolo? Come mai questo fa quello che vuole da sempre ed io, quando avevo la sua età, se facevo il bullo e rispondevo male, mi prendevo una sarabanda di sganassoni e andavo a letto senza cena?
Vorrei proprio vederli in faccia, io, quei genitori lì, sciagurati senza coscienza. In fondo, basta googolare ed eccoli qua, i colpevoli lombi infuocati che hanno concepito cotanta scempiaggine:



Certo che con delle facce così... Cosa ci si può aspettare da una madre detta "Lady di ferro" ed un padre soprannominato "Teflon"? Forse solo l'utopia liberista che il Mercato si dia un’autoregolata, metta la testa a posto, sposi una brava ragazza e non fagociti i propri figli più deboli per sfamare quelli più furbi.
Ebbene, io, dopo avere scoperto come gira il fumo, a forza di chiedermi "Perché? Perché? Perché?", non ci ho dormito per due settimane. Vedete, il problema mio è che ho tre brutti vizi: chiedermi il perché delle cose, tentare di trovarne una risposta ingegneristicamente corretta ed un innato cinismo cosmico che so mi porterà alla tomba.

La Lubranica domanda sorge spontanea: ma se l'economia va a rotoli, la gente non ha lavoro, e qualcuno mi dice che i miei soldi valgono sempre meno ogni giorno che passa, la colpa di chi è? Del Governo, direte voi; di Dio, dicono gli altri; della fisica, dico io. E non mi riferisco alla mia compagna di università detta “la Fisica”, un po’ perché faceva ingegneria fisica e un po’ per il suo corpo snello e atletico ed una quarta di reggiseno È proprio la fisica (quella vera) che non ci assiste. Ce lo dice chiaro e tondo, ce lo sbatte in faccia come una torta alla panna e noi non possiamo fare nient’altro che leccarne i dolci rimasugli (della Fisica intendo). In fisica esiste, infatti, una cosa che si chiama Entropia, per gli amici Escotroia.
Grandezza sempre positiva, in parole povere essa misura il grado di disordine di un sistema. Ora: pensate ad un sistema a caso: l’Universo. Uhm… un po’ complicato. La Terra! Mmm… troppo esoso. Ok, la Germania; e per i numerosi studenti di Scienze della Comunicazione che ci leggono, rendiamo le cose meno complicate: pensate alla vostra cameretta, compresa di Barbie e peluche e tutto il resto. Esiste una legge, scoperta da un Signor Scienziato un paio di cento anni fa dopo una nottata a base di rhum e cocaina, che asserisce: l’entropia di un sistema aumenta sempre. Ovvero, il grado di disordine dell’Universo tende sempre ad aumentare; per uno dei miei amici scienziati della marmellata la possiamo porre sotto un altro punto di vista: non importa quanto riordiniate la vostra cameretta, vostra madre vi romperà sempre i cosiddetti. Ok, un bigotto cattolico riassumerebbe il tutto in un casto “memento mori”, e l’uomo della strada assocerebbe l’entropia con la veridicità della Legge di Murphy.

Ebbene quindi TUTTO va ed andrà sempre peggio, ce lo dice la fisica; la Galassia sta decadendo (per gli amanti di Asimov); Dio è morto (ai bordi delle strade).
Ed allora mi chiedo che senso ha la vita, l'universo e tutto il resto. E 42 non mi basta più come risposta! Meno male che lascerò questo mondo a 33 anni, autocrocefiggendomi, autotradendomi, autorinnegandomi tre volte prima che il sole sorga e autoresuscitandomi il terzo giorno. Lascerò uno stuolo di fedeli che spargeranno la Parola contenuta nel blog sacro, conquisteranno potere, onore e gloria in mia vece e finiranno per essere mafiosi corrotti, corruttori e pedofili nel giro di un paio di mille anni.




"Spess, chi un servizi al ga rendü, vegn pagàa a pescià 'n' del cü"

Friday, July 15, 2011

London


..."Bridge is falling down, falling down, falling down…" come direbbe un gaio attentatore dinamitardo all'indomani del suo colpo grosso al Tower Bridge.

Lo scorso weekend fui a Londra.
Perché ho usato il passato remoto? Non lo so; secondo il luminare iracheno Fadhel Al-Said pare che sia il primo segno di squilibrio mentale, invidia del pene e pancreatite acuta. Parola del più famoso astrofisico teorico del Medio Oriente! Geocentrista convinto, dopo avere affermato che la Terra è piatta, impone il suo imperativo secondo la geniale intuizione scientifica che "il sole gira intorno alla Terra perché è più piccolo del nostro pianeta, come è evidente nei versi del Corano". Fosse vissuto in Italia, probabilmente ora sarebbe Segretario Generale del PdL.

Non ponendomi il problema di cosa direbbe il buon Al-Said sullo sperpero di trapassati remoti:
fui stato a Londra il weekend scorso; questo è quanto.

Ospite di un amico, a spese dell'azienda, ho visitato la più grande metropoli europea. Per chi dissente, Istanbul pare essere ancora intenzionata a stare in Asia insieme al suo stato.
Ma conosciamola meglio la nostra Londra:
Londra è una ragazza timida, di origini romane. Ha circa 2000 anni portati benissimo e un passato burrascoso. Prima capitale di provincia romana, poi diventata feudo, è da un migliaio di anni sede di re e regine. Capitale di un impero dominante tutti i Sette Mari, Londra ha ceduto le sue ambizioni ad altre superpotenze negli ultimi tre secoli, ma sa sfoderare ancora il suo fascino tradizionalista ed il suo humor, tipicamente inglese, per flirtare con un qualsivoglia bello straniero capitato per caso nei paraggi.
Nostra Signora del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord è un po' pienotta, con i suoi quasi otto milioni di abitanti, ma i suoi chili di troppo li porta benissimo: tutta tette e culo piuttosto che fianchi e panza.
Ha i capelli bruni e gli occhi chiari, si preoccupa parecchio dell'apparenza e l'accoppiata trucco pesante con minigonna giropassera per andare in discoteca sono un "must" per il Sabato sera, seppur preferibile solo ad una sana pinta di “ale” al pub sotto casa, dopo il lavoro.
Che dire di lei? Verrà da me ricordata per i chilometri percorsi in lungo ed in largo, a piedi e non, per visitare le sue mirabolanti bellezze, complice un tempo per nulla britannico.





Partiamo dall’itinerario: il mio programma era banale. Nei circa 2.5 giorni tra atterraggio e partenza per Ringwood (ma ci arriverò più tardi) avrei voluto vedere questi posti.



Visualizza London Trip in una mappa di dimensioni maggiori


Ah dimenticavo: avevo anche il desiderio di dormire qualche ora, di notte. Devo dire che ce l’ho quasi fatta, a dormire intendo, ma ho dovuto tralasciare il British Museum, quello della RAF, Greenwich e dare solo uno sguardo a Trafalgar Square, visto che la sera che ci sono passato era stata data in prestito a tanti canadesi dagli occhietti a spillo e la testa traballante. La parata dell’orgoglio canadese, o roba simile, con Trombino e Pompadour come Guest Star indiscusse della serata, ancora di più di Bryan Addams.





Sono stato a Little Venice, che non centra un tubo con Venezia. Va bene, c’è l’acqua. Bene, è in un canale. Perfino ai Navigli a Milano c’è acqua, in un canale e ci sono barche che ci navigano, ma nessuno si sognerebbe di chiamare quel posto Piccola Venezia. Nemmeno Porta Genova se è per questo. Sono passato per il Parlamento, il Grande Ben, l’abbazia di Westminster, ho messo un dito nel Big Eye, ho visto la London Tower (non potevo perdermi l’occasione di vedere il posto dove ben tre (3) regine sono state convogliate a giusta morte nel corso dei secoli), il London Museum, dove ho scoperto che nel rogo della città del 1666 perfino il Re aiutò a spegnere l’incendio che devastò un quarto della City: lanciando monete agli uomini impegnati nello spegnimento. Proprio un luminare.

Poi, vediamo… Certo il Tower Bridge e il palazzo di Buckingham con cambio della guardia annesso, Downing Street, Hide Park dove si gioca a nascondino (pessima, lo so) e Regent’s park.
Notting Hill? Il mercato di Portobello Road era pieno di italiani manco si aspettassero di vedere Julia Roberts uscire a braccetto con Hugh Grant e Hugh Grant a braccetto con un transessuale jamaicano.
Ma soprattutto sono stato in pellegrinaggio qui:





Ma come “che posto è”? Miscredenti e blasfemi. Io ci sono arrivato sulla via mistica che va dallo stadio di Wembley, dove si tenne il memorabile concerto dell’ ’86, a Logan Place, dove Lui visse e spirò in una fredda sera di Novembre del 1991. L’ho percorsa in ginocchio, con le ginocchiere piene di ceci per soffrire di più e, reo del fatto che (sebbene treenne) mi persi il più grande concerto della storia del Rock, flagellandomi le terga in segno di servile penitenza.
Maledetti… Hanno tolto tutte le scritte dei fan dai muri, dalla porta e quella baldracca di Mary Austen ha fatto addirittura mettere delle barriere di plexiglas tutto intorno al muro di cinta. Certo, anche a me roderebbe il fatto di essere stata piantata dal mio boyfriend per un altro uomo, ma sono vent'anni che Freddie non c'è più potrebbe metterci una pietra sopra. Una bella lapide potrebbe andare, se ci facesse il sano piacere di crepare.

Sono rimasto piacevolmente impressionato dal Tubo londinese. Sebbene io sia già avvezzo alla Metro milanese ed all'accoppiata S+U-bahn berlinese, "The Tube" è diverso da tutti gli altri. Le stazioni sono piccole e contorte, i treni davvero cilindrici e microscopici e ad alcune stazioni si accede preferibilmente in ascensore. Nel caso si vogliano prendere le scale, rigorosamente a chiocciola,occorre prepararsi a percorrere così tanti gradini discendenti che pare di percorrere l'entrata di servizio per il viaggio al centro della Terra. Intorno alla metà capita di incontrare un po' di tutto: bambini sorridenti, cani che portano a spasso i loro padroni chiedendo qualche spicciolo, amorevolmente trafelate vecchiette che ti chiedono gentilmente quanto manchi alla superficie. Quando poi tu affermi fortemente che, stando ai tuoi calcoli, i gradini da risalire sono un numero pericolosamente vicino al migliaio, assumono lo sguardo della lepre a tu per tu con la ruota di un camion in corsa. Qualcosa del genere.





In ogni caso, lo Humor inglese la fa da padrone anche nei cunicoli dell'Underground:





Dopo due giorni e due notti, saluto Andrea, che mi ha ospitato, e quella bonazza di Londra, con la promessa di ritornare in visita. Parto, col bus, alla volta di Ringwood località semi-sconoschiuta dell'Hampshire dove dovrò frequentare un corso di aggiornamento. Ma conosciamola meglio la nostra Ringwood:
Se Londra colpisce per la sua bellezza, la sua storia ed il provocante abito da sera, Ringwood è la tipica ragazza madre, contadinotta ignorante costretta a mungere tori per tirare avanti la baracca. Qui non c'è niente aparte una chiesa, una piazza, Market Place, dove, indovinate un po', ci fanno il mercato. Cinque ristoranti indiani e 12000 abitanti, probabilmente indiani, un birrificio e la Doulos Inc. 22 Market Place, Ringwood - Hampshire.
Ecco, il 22 di Market Place è un posto come l'Isola-che-non-c'è. Diciamocelo, la piazza del mercato di Ringwood la si percorre a piedi, con passo calmo, godendosi la brezza, in non più di 24.8 secondi. Immaginatevi dieci ingegneri che girovagano per la suddetta piazza una Domenica sera di Luglio, per capire dove debbano andare a seguire il corso il giorno successivo. Tutti con lo sguardo apprensivo di chi pensa di avere sbagliato posto, che ci sia un'altra Ringwood, magari in Scozia che possiede veramente un numero 22 in Market Place.
Ce ne siamo andati tutti in branda sconsolati, qualcuno singhiozzava invocando l'intercessione divina, qualcuno voleva la mamma, un paio li ho visti sbronzarsi ed andare a troie. L'indomani mattina svelammo l'arcano.



A me va bene tutto: Ringwood, gli indiani, l'English Breakfast che ha sotterrato le mie speranze di superare la prova costume... Ma il numero 22 nero, affisso su di un cancello nero merita il mongolino d'oro.

Non esprimendo giudizi sul corso (pessimo, inutile e dispendioso di tempo e risorse) conserverò nel cuore il ricordo della Ringwood Best Bitter e del suo cinghiale trottante,





del Bus che ha deciso di lasciarci a piedi in autostrada e della buona e vecchia Easyjet, che ha evitato lo sciopero dei suoi lavoratori berlinesi e mi ha concesso due voli miracolosamente in orario. Perfino il pilota donna ha fatto il suo porco lavoro, anche se l'ho trovata un po' in difficoltà nei parcheggi ad "S".







You can have everything in the world and still be the loneliest man. And that is the most bitter type of loneliness, success has brought me world idolisation and millions of pounds. But it's prevented me from having the one thing we all need: A loving, ongoing relationship.

Freddie Mercury, 1985.

Monday, June 27, 2011

Buon Pasqua!


Una volta all’anno mi concedo il lusso di farmi un regalo.
Pensate mi stia viziando troppo? No, non è affatto vero, perché sapete bene che a me i regali non piacciono: non ne voglio fare e soprattutto non ne voglio ricevere. Quindi, una volta all’anno, mi faccio del male e mi concedo un regalo, di solito giustificandolo con qualche stupida ricorrenza di origine cristiana: Natale, Pasqua, cresima, comunione, matrimonio… Per questo sono già stato sposato tre volte. Siccome il Natale passato (era Settembre) mi sono comprato le mie care reflex nuove di zecca, quest’anno, per Pasqua (ovvero settimana scorsa, a metà Giugno), ho deciso di dare una scossa d’imprevedibilità ai miei hobbies e me ne sono comprate altre due.
Ecco, se vi state chiedendo che cosa me ne faccio di altre due macchine fotografiche, oltre alle due che già ho, quella nel telefono, la polaroid dell’86 di mio fratello e la mia webcam, oppure state solo chiedendovi “perché?”, beh, fatevi gli affaracci vostri. La gente colleziona le cose più inutili: auto, moto, cappellini, preservativi usati, cani, resti di antiche civiltà del passato, querele/denunce… Ecché, io non posso raccogliere macchine fotografiche usate di dubbia provenienza, tendenzialmente non funzionanti e che sono costate uno sproposito per quello che valgono?
Prima di tutto dovevo decidere che cosa cercare: in effetti, sono mesi che ho qualcosa nel retro del cervello. Un tumore, direte voi. Simpatici, come il virus ebola.
Volevo migrare sul digitale. Insomma è anche ora di aggiornarsi, sono 11 anni che il duemila è arrivato a romperci le palle, a stressarci ed imporci a sua voglia di modernità; non posso andare in giro a comprare reliquie analogiche da troglodita scalzo.
Ho sfoderato il mio lato ingegneristico che, unito alla mia pignoleria, ad una briciola di cinismo ed alla mia tirchieria, mi hanno assegnato il bersaglio: una Canon Eos 40D. Modello vecchio dei suoi quattro anni, ma che fa proprio per le mie squattrinate tasche da tirchio bastardo. Ho cercato su Ebay e… e un bel paio di palle, questi pazzi vendono a prezzi impossibili, più di 400 pleuri per solo la macchina, senza manco un obiettivino. È come volere comprare una Ferrari F355 senza avantreno. Tenendo conto che gli avantreni, pardon, obiettivi delle altre mie macchine non possono essere adattati per quello che sarebbe stato il mio nuovo gioiello, facendo due conti, dopo settimane passate a perdere aste su ebay, ho scoperto che 400 euro per la macchina, 200 per un obiettivo, altri 40 per una memory card, mi mandavano proprio fuori budget. Mantenendo fissata la condizione al contorno del budget, ho deciso di prendere una macchina più scrausa. Cazzo, ho le braccine così corte che se spendessi per mangiare il triplo di quello che al mese spendo per i miei hobbies, credo che morirei di fame.
In fondo io sono un neofita, non ho esperienza di fotografia digitale e, come dice il dizionario, sono "sorretto dall'ardore della recente adesione a un'ideologia" ed ogni niubbo che si rispetti ha bisogno di un rottame tra le mani, un aggeggio poco costoso che può maltrattare a piacimento, passarci sopra con la macchina, lanciare dalla finestra per sbaglio o con fulgida consapevolezza. Allora ho cercato su Craiglist. ... Come "Cos'è Craiglist?"?
Per chi non lo sapesse, Craiglist è una cosa fica. Se cercate sul Devoto-Oli li significato di “cosa fica” troverete qualcosa di simile.





Craiglist è degna di essere ricordata come "ficata" dal più triste dizionario della Storia, perché ti permette di vendere, comprare, scambiare qualunque cosa tu voglia, con chicchessia, senza lo sbattimento di aste, registrazioni, paypalling e boiate del genere. Sulla Craiglist della tua città metti un annuncio con quello che cerchi o vendi o scambi: donne, uomini, bambini, reni, mobili, stracci e tante altre cose utilissime. È una specie di mercato delle pulci al dettaglio con un unico imperativo alla base: non farsi fottere.
Le inserzioni sono correlate alla città in cui l’oggetto si trova. Nessuno spedisce, solo scambi a mano con denaro contante. In questo modo provi il tutto, verifichi le condizioni dell’oggetto, uomo, donna, bambino, rene e soprattutto: tiri sul prezzo come solo un magnaccio in procinto di vendere la verginità della sua primogenita saprebbe fare.
Io non mi sono messo alla ricerca di nulla di diverso da uno sprovveduto. L'ho trovato in un francese con il fiuto per gli affari di un cane da tartufo difterico, che vendeva una EOS 350D vecchia di 5 anni completa di accessori e un cinquantino f/1.4 a 350 euro. Per chi non se ne intendesse quando parlo di cinquantino in ambito fotografico, mi riferisco a questo





e non a questo






Non sia mai che un italiano si faccia inculare da un francese. Faccio una ricerca su interent. il cinquantino, nuovo costa 330 euro, la 350D si trova usata a 150-200. faccio due conti e mi ritrovo ad abbassargli il prezzo fino a 270 euro, tutto compreso con la moglie del francese che mi invita pure a cena. Io sono contento, il francese contrariato quando intuisce che nell'invito non è incluso anche lui. Per questo me la do a gambe levate lasciando una coppia con qualche problema in più, una reflex in meno e una figlia che probabilmente nel giro di dodici anni sarà costretta a prostituirsi per pagare la dose alla madre.

Faccio un paio di foto, smanetto con le impostazioni, leggo il manuale, ed ecco che la 350D non mi basta già più. Niente in confronto alla 40D.
Dai, ISO espandibile, raffica da 6.5fps, doppio display, custom functions come se piovesse ed un otturatore capace di velocità di scatto di ben 1/8000 di secondo! Quasi quanto il tempo che impiego io ad eccitarmi quando vedo una donna vestita. La voglio! (anche una donna vestita) Allora metto io un annuncio su Craiglist: "Cercasi bla bla bla canon bla eos bla bla 40d bla bla bla. Diese Anzeige ist immer gültig". Insomma sono alla ricerca di un altro fesso, ma sta volta deve essere così fesso, da contattarmi lui. Il punto è: ma chi vende la roba in Craiglist, o chi la cerca, è veramente così ritardato?

Non ci potevo credere nemmeno io: questa volta ho dovuto contrattare con uno svedese. Ecco non eccitatevi, UNO significa maschio, occhialuto, artista eccentrico ed un po' ghei che mi fa una offertona: macchina, memory card da 4 giga, due obiettivi (EF-S 17-85mmm + 50ino f/1.8 + Polarizer) a 350 euro. La botta di culo mi ha perfino trattenuto dal tirargli il prezzo; sarebbe stato come infierire sul cadavere del tuo peggior nemico a battaglia vinta a tavolino. Alla fine almeno sono riuscito a scroccargli una birra. Questo porta il conto a 346,50 euro, ottimo affare, anche perché tutta la roba che mi ha dato la potrei rivendere su ebay, seduta stante ad almeno 750 euro. Probabilmente è quello che farò, se mi appariranno di nuovo messaggi come questo:





Questo weekend vado a Londra, Easyjet permettendo, per cui la proverò per bene, in sella al 50ino e con un 35-80mm che ho recuperato da un turco (ma è tutta un'altra storia) e vediamo se è veramente una problema di contatti sporchi tra corpo macchina e 50mm. Intanto ho aggiornato il firmware: come qualunque ingegnere sa, con un reset, si possono risolvere parecchie magagne.

Vi state chiedendo che me ne farò della 350D? Ovviamente ho trovato il regalo di Natale per mio padre, anche lui di vecchia scuola analogica! Avrà il suo da fare a decifrare il manuale in inglese che gli fornirò con la macchina e a capire cosa vuol dire scattare in AP e TP.
Se non siete stanchi di farvi domande inutili e vi domandate che fine farò fare al mio bell'insieme di analogiche, beh non lo so ancora. Vorrei venderle, ma mi dispiace, sono due gioiellini di altri tempi, ci sono affezionato e potrei usarle per scattare magari qualche foto in B/N ogni tanto. Non so, ci devo pensare bene.









--"Come sei tradizionalista…"
-"Io sono un uomo di sani principi morali."
--"Ovvero?"
-"Il mio sano principio morale è leccarla alla mia ragazza più spesso che posso. Lo dice anche il Vangelo, da qualche parte..."

Tuesday, April 05, 2011

Un argomento di merda


Le donne sono stitiche. Perché? Non che noi uomini deponiamo montagne di concime in ogni orto che ci passi vicino, ma perché, mi chiedo, il 98% delle donne necessita di aiuti fisici, più che psicologici, per andare a cagare? Forse che i solerti inviti da parte del genere maschile non siano sufficienti?
Supposte per culo, prugne/yogurth per bocca, clisterini delle dimensioni di un cocomero indiano, eppure fanno sempre fatica a fare la cacca. La chiamino "la nostra naturale regolarità", la chiamino imbarazzo del cesso altrui, rimane un qualcosa che noi uomini non possiamo, vogliamo, riusciamo nemmeno a concepire.
La prima cosa che fa un uomo quando si presenta l’occasione di avere a disposizione un cesso, è cagarci dentro. Una donna invece, lo guarda, lo schifa, sostiene che non è abbastanza pulito, magari lo pulisce e poi ne ha una paura talmente folle che il retto le si chiude a doppia mandata fino a nuovo ordine/stimolo/clistere/supposta.





Pare che già nelle pergamene del mar morto si accennasse a questo inequivocabile dogma. Già nel XVI libro apocrifo della Genesi, il profeta Chiürl sosteneva che, si, la donna fu creata da una costola di Adamo, ma proprio dal’unica costola stitica.
Omero, prima di concepire i suoi classici, componeva sonetti scherzosi su quanto le Dee greche avessero problemi a defecare. Le interessate, per tutta risposta, lo resero amorevolmente cieco.
In epoca moderna, grandi filosofi di tutte le epoche, da Nietchche a Kant, da Marx a Smith, da "Doc" Emmett L. Brown a Roger Rabbit, si sono prodigati per risolvere questo grande mistero.

Che le donne abbiano uno sfintere diverso dagli uomini? Che lo stimolo dal retto non arrivi al cervello? Certo è una gran bella cosa per gli amanti del sesso anale; trovarsi le lenzuola impiastricciate di merda diarroica nel bel mezzo dell'amplesso non piace nemmeno ai coprofaghi, figuriamoci ad una coppia alla ricerca di esotici piaceri frutto di leggendari anallubi.
Forse, però, trattasi di un problema di comunicazione tra i due generi, quello maschile e quello femminile. No dico qualcuno ha mai chiesto loro semplicemente perché quando si siedono sul cesso, non importa gli sforzi compiuti, la questione non si risolve con fisiologica naturalezza?
Ennò che non glielo avete chiesto, la merda è un argomento tabù. Benché ci sia stata gente recidiva nel usare come rompighiaccio al primo appuntamento un argomento subdolo come il comportamento del transistore bipolare in zona ohmica, rimane il fatto che con una donna (amica, moglie, fidanzata o aspirante tale) l'argomento merda rimane un inequivocabile tabù come la politica, lo sport e quanto siano belli i LEGO, Star Wars oppure i Transformers. Se trovate una donna che vi tiene testa in uno di questi argomenti, non ha problemi a parlarne e vi batte sempre a Gran Turismo, occhio che potreste scoprire che “lei” in realtà è un “lui” oppure più semplicemente sia un ingegnere (il che potrebbe non escludere la prima ipotesi). Nel primo caso, non procrastinate oltre la vostra fortuna e, diventando di corsa omosessuali, scoprirete di avere trovato l’uomo ideale; nel secondo caso gioite perché la vostra futura sposa potrebbe (ed il condizionale è d’obbligo) darvi la biada nelle gare di rutti/peti tra amici, rendendovi fiero e conscio di avere trovato la donna ideale, quella che si comporta come un uomo.

Gli uomini, infatti, fanno a gara a chi fa lo stronzo più lungo, bello, profumato e guardano con interessata ed invidiosa curiosità alle doti fecali di qualunque mammifero dalla taglia più grande di quella di un vitello. Quando petiamo, noi maschi, ne siamo fieri e stronzi e commentiamo meravigliati i nauseabondi risultati dei nostri sforzi con gli amici, familiari, figli, o chicchessia.





E invece il gentil sesso? Alzi la mano un qualunque maschio che, da piccolo, non pensava che le femmine non andassero al bagno.

Tu, si, tu, lì, in quinta fila… Abbassa la mano. Brava.

Dicevo: è, allora, una questione di cultura. L’ideale della donna casta e pura che si è tramandato nei secoli, ha portato da una parte gli uomini a idealizzarsi l’altro sesso come illibato, virginale ed incantevole; e dall’altra le donne a fare di tutto per esserlo depilando, limando, truccando, siliconando, re-imenizzando il proprio corpo. Ma sappiamo tutti quanto la psiche, l’umore ed il “fattore campo” influenzino le dolci donzelle, fino all’autoconvincimento dell’essere stitiche per venire incontro all’ideale che i maschi hanno imposto. È forse questa la chiave di lettura?
Purtroppo io non ho risposte da darvi, vi consiglio di rimuginarci un po’ sull’argomento e magari formulare le vostre domande all’Oracolo del Nord, o quello del Sud, fa lo stesso, non vi daranno che enigmatiche risposte buone solo per salvare l’Imperatrice Bambina che, vi ricordo, essendo una donna è quindi al 98% stitica.






Tanto gentil e tanto onesta pare
la donna mia quand'ella altrui saluta,
ch'ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l'ardiscon di guardare.

Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d'umilta' vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.

Mostrasi si' piacente a chi la mira,
che da' per li occhi una dolcezza al core,
che 'ntender non la puo' chi no la prova;

e par che de la sua labbia si mova
uno spirito soave pien d'amore,
che va dicendo a l'anima: Sospira.

(Dante Alighieri da "Vita Nova")

Wednesday, March 16, 2011

Robur aut Fides?


Nel corso degli ultimi due anni ho fruttuosamente messo in pratica ogni espediente per stare alla larga dagli àuguri del XXI secolo, gli aruspici della civiltà contemporanea, gli shamani indagatori di viscere del nostro tempo.
Sabato scorso, però, mi sono trovato a fallire miseramente e, rovinosamente, ho imboccato la via senza ritorno, ho messo un piede innanzi all’altro sul viale alberato del fallimento, ho percorso l’oscuro corridoio della sconfitta. Ed è così che, abbandonando il sentiero della superbia, con gli occhi velati di mestizia (e poi?!?...) mi sono recato dal medico. Si, quello strampalato individuo dall’aria saccente, necessariamente tuttologo che pontifica sulla salute altrui con la stessa disinvoltura con cui Berlusconi insozza la Magistratura, sprezzante dell’opinione del paziente come il Papa della merda di piccione che gli intonaca la tiara scintillante. Lo stesso individuo dal quale ci si costringe a recarsi per farsi tastare gola, ghiandole, petto, mammelle, addome, tronco, genitali, prostata ed appendice o elemosinare la droga di una casa farmaceutica compiacente che permetta di rendere l’estrema unzione per il vicario di turno, facile come una scampagnata al Parco Sempione.
Sono andato direttamente all’ospedale. Eccolo qui, fotografato di notte ed in pieno Inverno.



Quando si parla di Sventracadaveri, io vado solo dove c’è più possibilità di scelta, almeno le probabilità di trovare quello che ha appena finito la scuola di imbalsamatore, sono minori. Ho avuto la possibilità di provare sulla mia pelle la sanità della Grande Germania.
Dopo aver sventolato loro davanti al naso il mio tesserino sanitario come fosse una mazzetta di banconote da 100$, si sono assicurati che fossi un sano (non tanto) contribuente, mi hanno messo in attesa. Per un paio di ore. Credo sia una prerogativa del sistema sanitario di qualunque posto al mondo. Se uno dovesse inventare un nuovo stato, al giorno d’oggi, baserebbe il tutto su 3 pilastri fondamentali: la burocrazia infinita della pubblica amministrazione, l’attesa nella sanità, le troie del presidente del consiglio. Senza uno di questi il sistema crollerebbe, non mi spiego come faccia la Germania ad essere la locomotiva d’Europa.

Mentre aspettavo, non sapevo cosa aspettarmi. Dalla sanità tedesca, intendo. Di certo qualcosa di diverso da quella italiana, ma, viste le premesse, cominciavo a sospettare il peggio. Insomma: solo, malato, in un paese straniero, dove si parla una lingua strana e quando vai all’ospedale ti fanno attendere in sala d’attesa. E se il medico non parla inglese? E se non c’è proprio un medico, ma un malvagio macchinario che estrae la prognosi dopo un’accurata esplorazione rettale? Come cavolo si dice “ho la tosse” in tedesco? Fu così, mentre già raccomandavo l’anima a Capitan Findus, che una infermiera mi chiama in uno sgabuzzino, mi spilla un po’ di sangue con un aggeggio idraulico collegato a provette ultratecnologiche da fare invidia a MacGyver; ed anche a me, a dirla tutta, se avessi un kit del genere avrebbe più senso estrarre sangue dal gatto dei vicini, le mie siringhe di vetro cominciano ad essere arrugginite dal coagulo acido di quell’orrido felino. Prima di rispedirmi in sala di attesa, però, mi attacca il braccio ad un computer che mi misura tutto, battito cardiaco, pressione, stress, temperatura e prostata.

Tempo di rimettermi a posto il tanga di Hello Kitty e odo il mio nome chiamato a gran voce dall’interfono. Faccio un po’ fatica a capire che vogliono proprio me, visto che qui la “r” la pronunciano come un telegrafo pronuncerebbe un pi-greco. Meglio non esitare, con ancora fresco ricordo della macchina misuratrice di pressione prostatica ed in mente il pensiero di una malvagio dottore hitleriano feticista delle misurazioni febbricole interne, entro in reparto. C’è un po’ di confusione, ma d’altronde siamo in pronto soccorso. Un tale mi stringe la mano, mi dice che è il mio dottore, ma io non realizzo. Mi calmo. Stringo gli occhi, sbatto le palpebre e asciugo le lacrime di gioia. QUI È PIENO DI FIGA.
Non mi sono nemmeno accorto di essere caduto in ginocchio, è il medico che mi porge la mano e mi aiuta ad alzarmi. È una brunetta tutto pepe bella come solo l’ipertermia poteva farla apparire. Di maschi ce ne sono pochi e se ne stanno seduti sulle loro poltrone di pelle, in accappatoio firmato fumandosi sigari cubani e gustandosi scotch ghiacciato, mentre le infermiere in abiti succinti portano loro le cartelle da firmare.
Ovunque mi giro ci sono pazienti, ogni due pazienti una dottoressa, ogni due dottoresse tre infermiere e due inservienti.
E che inservienti! Sono le più belle di tutte, ho fatto una foto ad una mentre puliva il pavimento davanti al bagno dei degenti…



E poi una foto anche alla dottoressa mentre chiude la porta dell’ambulatorio, peccato che poi mi abbia sequestrato il telefonino ed abbia dovuto darmi un sedativo per tenermi calmo durante la visita :(



Quando mi riprendo verso la via di Damasco passo per la reception e la brunetta tutto pepe mi liquida con un “continui ad imbottirsi di paracetamolo che va benissimo, per i giorni vada dal suo medico”, un bacino senza neanche un accenno di lingua ed il sogno finisce. Sto meditando di spaccarmi un numero dispari di braccia superiore ad uno per farci un nuovo giro in quel pronto soccorso degli dei.

Per concludere la mia esperienza con la sanità germanica, sono andato dal mio medico. Lui non lo sapeva ancora di essere il mio dottore, anche perché si è rivelato essere una dottoressa bella almeno quanto quella dell’ospedale. Il mio quartiere è un quartiere a maggioranza turca. Vabbè ognuno ha i propri difetti: ci sono i quartieri che si bucano, quelli che fumano, quelli che bevono e poi picchiano la moglie o magari violentano i figli. Il mio è turco, che non è un difetto, anche perché il kebab che si mangia qui non lo batte nessun altro quartiere tedesco, nemmeno quelli che oltre alla moglie pestano anche i bambini.

La cosa bella è che qui l’opinione dei pazienti conta sul serio:
“È una normale bronchitina, le do una settimana di malattia e le prescrivo gli antibiotici.”
“Dottore la febbre è sotto i 38 da ieri ed il capo bestemmia in sanscrito se non torno a lavorare entro Giovedì… Facciamo 3 giorni di malattia e niente antibiotici?”
“Andata!”
Eppur mi sovviene ciò che accadeva in Italia ogni volta che ero malato. Il mio medico di famiglia non ti credeva vittima di un incidente automobilistico nemmeno se la tua Panda era parcheggiata sul tetto nella sua sala d’attesa.

E poi i giorni di malattia: qui i primi due sono bonus, non devi giustificare nulla a nessuno. Basta la tua parola. Hai mal di testa, la tosse, il raffreddore, attacco acuto di emorroidi sanguinolente, basta che chiami il capo e comunichi la tua assenza dal lavoro per malattia. Se poi al terzo giorno sei di nuovo malato hai bisogno della certificazione medica che riporti in azienda quando rientri e che la tua assicurazione necessita nel giro di una settimana via posta semplice. In Italia, se stai a casa un giorno, devi andare dal medico, cappottargli la panda in sala di attesa, sperare di ottenere parere favorevole per l’astensione dal lavoro, spedire via posta prioritaria, assicurata, raccomandata, santificata ed in quintupla copia in carta bollata, la documentazione all’INPS, al datore di lavoro ed anche a te. Sperando che il tutto non vada perduto in quel meccanismo perfetto che sono le poste italiche, altrimenti il licenziamento è garantito.
Mi hanno rifatto anche gli esami del sangue e indovinate un po’? Sono pronti nel giro di 24 ore, l’esito arriva al tuo medico o a te per posta il giorno dopo, senza spendere una lira, turca o italiana che sia. In Italia? Prima vai dal tuo medico, per capire dove devi andare a farti cavare un po’ di plasma e globuli bianchi/rossi. Quando ti rendi conto dai suoi farfugliamenti che nemmeno lui lo sa, aspetti e speri. Poi, versi un po’ di sangue in qualche provetta, e ricominci ad aspettare ed a sperare. Se Invece non ti va di aspettare così a lungo, paghi ed aspetti un po’ meno, senza smettere di sperare. Se non ti va nemmeno di sperare, si vede che non hai poi tanto bisogno di farti esaminare la tua materia rossa.

Ed il ticket? Qui in Germania si paga subito appena vai dal medico, è sempre uguale, vale per qualunque altra prestazione all’interno di un trimestre, per qualunque visita tu debba fare. Ah dimenticavo, sono sempre e solo 10 euro.

Giudizio sulla sanità tedesca: Promossa, Cum Laude e bacio accademico (con la lingua).

Un peccato che in Germania non ci siano più le suore in corsia. Eppure ho scovato frugando negli archivi segreti e dimenticati del Vaticano, delle foto che mettono a confronto le suore tedesche con quelle italiane quando in corsia, le suore ci potevano ancora stare.



Capisco il fascino dell’orrido, la nostalgia per i baffi o il velo stile alettone da F1, per dare portanza alare a quel popò di 100 kili di suora, ma io un affare del genere non lo userei nemmeno per pulire le sputacchiere di Little Italy. I tedeschi si, che erano già avanti! Un paio di suore del genere a spasso per la corsia aveva l’effetto sulla morale del malato come il Cialis sul prepuzio di ottant’enne impotente. Cribbio una suora così ti dimostra che Dio esiste, che la guarigione, oltre che questione di forze immunitarie, è anche questione di fede. Poi, è arrivato l’oscurantismo Romano a rinchiudere tutte le suore tedesche in oscuri monasteri sui Carpazi, è finito il divertimento ( e con lui la perversione). In Germania ci consoliamo con le inservienti, le infermiere e le dottoresse; in Italia consola solo il nodo scorsoio.



Quel che riterrai giusto in terra, io riterrò giusto nel regno dei cieli!" Questo disse il Signore a Pietro... che per come la vedo io, vòr dire "Tu e i tuoi discendenti siete liberi di fare un po' 'r cazzo 'he vi pare!" parola più parola meno.

Don Zauker

Monday, January 10, 2011

Demenza senile a 30 anni.


Disclaimer: se vi riconoscete in questo scritto e siete tra i miei contatti Facebook, ebbene, sto parlando esattamente di voi. Non c’è bisogno di arrabbiarsi, di prendersela, né di grattarsi le ascelle e ruttare. La verità fa male. Sempre. ♥


La tecnologia, come l’evoluzione, è una bella cosa. E chi dice il contrario, o è un sordido ambientalista dotato di i-phone, oppure è il Papa.

Siamo noi, che siamo nati negli anni '80, che abbiamo vissuto gli anni '90 con abbastanza sale in zucca da avere apprezzato l’avvento del 2000 e salutato l'arrivo di internet come la seconda venuta del Messiah. Siamo noi, dicevo, quelli a cui la tecnologia piace, e pure parecchio. Non siamo insipidi come i nostri genitori che da quando hanno scoperto che il telefonino può fare anche le foto, tentano di fotografare il cane anche con il vecchio cordless di casa. Nemmeno siamo ottusi come i nostri fratelli maggiori che giocavano con il commodore 64 in piena pubertà, che confondono il Wi-Fi con l'Hi-Fi e né tantomeno somigliamo a quei fratelli minori, che il telefonino lo avevano già nella culla e l'account Facebook attivo fin da prima della nascita, ma non hanno mai saputo buttare giù due righe senza una tastiera o il T9. Noi almeno a scrivere abbiamo disimparato.

A noi, che ci chiamavano la MTV generation, non ce ne è mai fregata una cippa dei giornali, dei libri, della radio. Roba vecchia, passata.





Noi: che si smanettava con MS-DOS; che anche le ragazze giocavano alla prima, vera Playstation; che abbiamo visto la venuta del primo Windows e del cellulare; che alle elementari ed alle medie si facevano le ricerche in biblioteca e per questo si è imparato ad apprezzare il santo Google; e si aveva il Tamagotchi al posto del criceto. Insomma, abbiamo imparato ad evolverci con la tecnologia sotto braccio, sempre pronti ad imparare cose nuove. È forse questo che ci ha rovinato.

Ecco che fine ha fatto la MTV generation, quella sana generazione di giovani che quando in TV c’era ancora qualcosa da guardare, se ne stava li davanti 8 ore al giorno e 12 nei weekend. Ora è semplicemente passata a Facebook.

L’indice del processo involutivo subito da quella parte del popolo che si adagia tra i 25 ed i 35 anni, l'indice della perdita di coscienza politica, ideologica, razionale, è direttamente proporzionale alle minchiate che vengono postate sulla bacheca dei tuoi contatti. Accedi a Facebook e c’è il "parla con": Ligabue, Vasco, De André, Nietzsche, Mussolini, Dio, Gesù, Zappa... Come se avessero qualcosa da dirti che non sia classificata come una frase scontata o una completa idiozia. E poi frasi ed aforismi di cui si coglie di sfuggita il significato, che altri oligofrenici hanno scritto o pensato per te, roba che non hai mai sentito prima, che constatano l’ovvio o che ti fanno sembrare un duro: “ogni volta che mi rialzo sono più forte di quando sono caduto” oppure “STO SUL C A Z Z O A MOLTE PERSONE MA NON L'HO SENTITO MAI DALLA LORO VOCE”; più che una iniezione di autostima, un clistere di stronzate.

Gli stessi virilissimi maschi che, quando innamorati, scrivono in mondovisione quanto idolatrano la loro dolce metà, talmente mielosi da fare venire il diabete ad un ipoglicemico: “Stasera vedo finalmente la mia Tatina, che la amo tantissimissimo♥♥♥, e passeremo la notte tra coccole e bacini visto che sono già passate 3 ore dall’ultima volta che ci siamo baciati.” No, ma: e al popolo? Ho dato facoltà ad amici fidati di sopprimermi alla prima mia avvisaglia di un comportamento simile in futuro. E via di cuoricini.

Per le donzelle invece c’è lo stile bimbominkia: distributori saccenti di frasi da mettere in bacheca, scritte con lettere strane, smile ed, ovviamente, cuoricini. Roba simile:

“I veri amici sono quelli che si guadagnano un posto nel mio cuore... e da li non potrà levarli nessuno...”

“Ceятe volтe aввiαмo solo вisogиo cнe qυαlcυиo ci αввяαcci diceиdoci иoи ρяeoccυραятi ci soиo io qυì αccαитo α тe.. ♥ .”

Si parlava di cuoricini. La moda che corre attraverso il social network più famoso del mondo, per quanto riguarda l’universo femminile, consiste nell’usare scritte onomatopeiche per inviare baci ed abbracci tipo “smack” o “muah” mettendo cuoricini ovunque. “La zia è morta ♥♥♥”, “Avete sentito del terremoto di Haiti ♥♥”, “Mi scappa la cacca ♥”, non erano sufficienti quei cosi inventati negli anni’80 e prolificati come conigli assassini (o suicidi) negli anni ’90, gli smile? E poi, le donne del social network si chiamano tra di loro Pucci, Cicci, Frizzi, Macci, Crippi o altri nomi idioti degni delle bambine della scuola materna, conditi dai soliti ♥.
Roba da farti andare di traverso persino una supposta.





Ti trovi tutto intasato dai pronostici dei biscotti della fortuna. Trentenni con crisi di identità che chiedono al faccialibro il motivo per cui sono nati; c'è il test per sapere chi sei, che fai, dove sei, che farai, dove vivrai, con chi ti sposerai, se sei ghei, fai il test per sapere quando morirai, il test per sapere se sei in cinta, se sei vergine, per sapere che forma hanno le tue tette anche se sei maschio. Ad uno psicologo si rizzerebbero le palpebre se non fosse che tanto gli psicologi quanto gli psicolabili sono i capofila di questa moltitudine di imbecilli facebookiani.
Una volta queste minchionate erano appannaggio dell’Oroscopo, un modo per lasciare le preoccupazioni alle spalle pensando che la propria vita sia gestita da un terminale remoto di fasi lunari, ascendenze e costellazioni. Invece oggi persino l’Oroscopo è diventato preda del faccialibro, se lo è fagocitato in un solo boccone. Sebbene questo dimostri quanto i suddetti astrologi siano dei ciarlatani senza remora, speranza e prostata (Absea docet), dimostra anche che il potere di Facebook sta aumentando a dismisura. Ancora qualche anno e sarà possibile guadagnarsi una laurea passando gli esami sottoforma di test sul proprio profilo.

Sono sempre stato critico nei confronti del nazionalsocialismo, ma devo ammettere che Hitler la sapeva lunga:





Ma in fondo, a che cosa serve Facebook? C'è chi direbbe “a niente”, chi direbbe “a tutto”, chi “ad involversi”. È come chiedersi a cosa serve avere la macchina. C’è chi risponde che serve a conquistare una ragazza, chi a portare i figlia scuola, chi a farci l’amore. Io gli risponderei a nulla, visto che la mia l’ho venduta, perché vivo in una città come Berlino. Ma è appunto per questo che Facebook mi serve: lo considero uno strumento fondamentale per stare in contatto con gli amici che ho lasciato abbandonando l’Italia, è come fare quattro chiacchiere al pub, ma con i tempi ottimizzati.

Per fortuna che ho qualche amico che alza la testa e fuori dal coro espone in bacheca un articolo del sole24ore tanto per rimarcare che la disoccupazione dei giovani in Italia è al 30%. La stessa percentuale di giovani che passano la giornata su Facebook scrivendo minchiate, per intenderci. Oppure, rovistando ben bene, si passa della sana satira come non se ne vedeva da prima dell'Editto Bulgaro.
Ma non sono altro che timidi tentativi... Che cosa ci si può aspettare da una Italia in cui la Lega rappresenterà più del 10 % degli elettori? Dove i reazionari sono diventati moralisti e non esiste più una opposizione da prima degli anni ‘90?
Ogni tanto un po’ di idiozia nella vita ci vuole anche, è proprio il taglio dato a queste righe a dimostrarlo, ma è questa la naturale evoluzione della società? Starsene davanti ad un social network 16 ore al giorno a farsi i fatti degli altri? Questa è roba da zitelle sessantenni. Poi, dico io, a trent’anni è ora di pensare al futuro, ad una famiglia ad un lavoro stabile. Avessi un coniuge così, io voterei per la depenalizzazione dell’uxoricidio.

Infine, a chi controbatte alle mie critiche sostenendo che fino ad un annetto fa (per la precisione 338 giorni, 6 ore, 21 minuti e 12 secondi), alla veneranda età di 26 anni, giocavo ancora ad un videogame nomato World of Warcraft, rispondo che ne sono uscito. Fiero e stronzo di essermi disintossicato.


Per questo, adesso pippo di coca.


La crisi in Italia è così grave che persino i preti rubano in chiesa.