Tuesday, June 09, 2009

Che cosa mi manca dell’Italia.


Essendomi trasferito a Berlino da ben 10 giorni comincio a sentire la nostalgia dell’italico suolo. Infatti non so proprio come farò ad andare avanti, sono un nostalgico sentimentale.




Mi manca il BIDET!


Qui è dura senza, il tempo è poco, con tutte le faccende da fare in casa (lavare, stirare, pulire, cucinare) e mi tocca pure fare un paio di docce in più al giorno senza bidet...
A parte questo non mi manca nulla. Certo, Nulla. Perché in Italia non è rimasto più nulla: non c'è più la mezza stagione, non c'è più religione e non ci sono più le belle canzoni di una volta (Marco Carta docet). Non solo, in Italia ci siamo persi un altra cosa ancora più importante: la Politica. Il Bel Paese è ormai in ginocchio sia dal punto di vista morale che culturale e la televisione occupa il ruolo fondamentale in questo rimbambimento generale. La gente ormai pensa più ai reality show che alla vita vera e propria, indebitandosi per comprare l'iphone o l'lcd da 45 pollici solo per vedere le partite di calcio in pay per view, si veste Cavalli o D&G per poi accorgersi di non arrivare a fine mese, magari perché non ha calcolato che il mutuo è a tasso variabile e la rata questo mese è aumentata a dismisura. Tutto questo solo perché i mass media impongono determinati usi, costumi, esigenze che non sono necessarie. Come si suole dire: il troppo stroppia. La mia è una critica generalizzata alla nostra classe dirigente, non mi fermo alla destra o alla sinistra, al nord o al sud, ai cani o ai gatti. Come si fa a considerare credibile un paese in cui c’è voluta la campagna elettorale delle elezioni Europee per costringere il già più volte capo del Governo a partecipare PER LE PRIMA VOLTA alla manifestazione del 25 Aprile; in cui Storace chiede il vitalizio anche per i Repubblichini di Salò; in cui si candidano veline, letterine, letteronze, e Mastella? Come si fa a credere ancora in una classe politica che con i soldi dei contribuenti si compra le ville in Kenia, che da una parte esibisce fotografie dei festini privati del premier a due giorni dalle elezioni e dall’altra si mette a brindare
al compleanno di una certa diciottenne mezza rifatta che gioca a fare la vamp dietro la ricrescita nera dei suoi capelli ossigenati e si crogiola sotto il fuoco della contraerea di flash che la ritraggono persino al seggio elettorale? Ma poi, dico io c’era proprio bisogno di “photoshopparle” ‘ste maledette fotografie?



Va bene, voi in Italia avete votato, io no. Per problemi tecnici ovviamente (ambasciata, documenti, etc. etc.), ma se vi chiedete per chi avrei votato la risposta è semplice: per nessuno. Scheda nulla, nemmeno bianca perché sono sicuro che qualcuno nel seggio o da qualche altra parte un segnetto ce lo può anche mettere. Perché? È semplice non mi sento rappresentato da nessuno nel panorama politico odierno. Tralascio la destra perché non mi è mai appartenuta e non mi apparterrà mai. Avrei dovuto votare la Lega che nonostante sia entrata nelle fabbriche come fece a suo tempo il PCI mantiene la sua deriva xenofoba e squadrista? A parte Silvio che è un caso a sé, come si fa a farsi rappresentare da gente come Cicchitto, Bocchino, da un saltimbanco voltagabbana come CAPEZZONE che da laico ultraradicale è passato a portavoce ufficiale del PDL. Mentre nel 2004 inveiva contro il Papa, la Binetti e l’aborto, adesso difende le parole che il Santo Padre ha proferito in Africa sul preservativo. Almeno Dini dopo avere fatto cadere Prodi ed essersi fatto rieleggere tra le file del PDL non si è più fatto né vedere né sentire. Mi stupisco che non si sia candidato con l’UDC, partito paladino della cristianità con a capo un divorziato che candida il credibilissimo Emanuele Filiberto.
Non avrei votato nemmeno per il PD: è un partito senza identità che non è in grado nemmeno decidere di quale gruppo del Parlamento Europeo fare parte; in cui si vocifera di dare spazio ai giovani, ma che in realtà è ancora gestito dai soliti ignoti, D’Alema, che nel momento in cui c’erano da risparmiare ben 400 milioni di euro accorpando due votazioni si è espresso contrariamente. Il progetto è fallito nel momento in cui si sono volute unire due realtà, quella post-comunista dei DS e post-democristiana della Margherita, che non potranno mai convivere se non al prezzo di rinnovare completamente la classe dirigente che porti idee che siano sì nuove, ma anche condivise all’interno del partito.



Se il comunismo è fallito con il crollo dell’URSS ed il capitalismo ha dimostrato il suo fallimento con il recente Credit Crunch, bisogna trovare altre vie. Anche se i governi di ogni dove sono costretti ad un pesante intervento dello stato nell’economia (Obama docet) è assurdo ancora oggi pensare al vecchio concetto di lotta di classe (per lo meno nel ricco “nord” del mondo), eppure la sinistra radicale è ancora contro tutti, contro tutto, anche contro se stessa frammentandosi in mille partiti solo per avere una seggiola in parlamento. Certo perché è solo questo a cui anche loro puntano, lo ha dimostrato la lotta interna a Rifondazione comunista di circa un anno fa in cui in un partito che aveva raggiunto a stento il 3% dei voti si sono denunciati brogli interni nella sfida tra Vendola e Ferrero. Se fossi morto, vi giuro, mi rivolterei nella tomba.
E del buon Di Pietro non si dice nulla? Ha il merito di avere fatto una opposizione più concreta di quella di Veltroni, il demerito di avere fatto eleggere un certo Sergio De Gregorio (indipendente = accaparrarsi voti) che ha contribuito alla caduta dell’ultimo Governo Prodi, ma un partito che si fonda sull’odio verso il premier non ha né storia, né futuro.


Ed ora a due mesi dal terremoto in Abruzzo, capitato per sbaglio in piena campagna elettorale, nessuno ha avuto il coraggio di proporre di devolvere l’intero 8 per mille alla ricostruzione piuttosto che riservarlo ai credi religiosi (nel 2008 si sono contati più di mille milioni di euro).
Intanto i telegiornali tacciono e gli Aquilani soffrono il freddo di notte ed il caldo di giorno rinchiusi nelle tende della protezione Civile.


Mentre c’è ancora chi crede che ci vorrebbe un uomo forte, i Socialisti crollano nell’intera Europa: è iniziato un nuovo Ventennio?


"Ai guasti di un pericoloso sgretolamento della volontà generale, al naufragio della coscienza civica nella perdita del senso del diritto, ultimo, estremo baluardo della questione morale, è dovere della collettività resistere, resistere, resistere come su una irrinunciabile linea del Piave". Francesco Saverio Borrelli - Inaugurazione dell'anno giudiziario, 12 gennaio del 2002.