Monday, August 24, 2009

Aktualisierung von Berlin


Sono già passati tre mesi da quando ho lasciato l’Italia, la metà del mio Probezeit è già arrivata e con essa si sono volatilizzate anche le prime dodici settimane di corso di tedesco. Solo tre mesi, ma mi sembra già trascorsa una vita da quando lavoravo in Finmeccanica, quando l’Estate era agli inizi, quando non sapevo una parola di germanese. Ebbene qui l’Estate è bella e che andata, Finmeccanica è solo un ricordo ed il tedesco è difficile da capire, un po’ meno da parlare (senza grosse pretese di correttezza grammaticale, ammesso che si abbia un buon vocabolario).
La scuola alla quale mi sono iscritto sulla carta è buona, non è certo il Goethe Institut, peccato che abbia solo due difetti: le segretarie quando ti parlano sembra che ti prendano per il culo (testuali parole di un compagno bergamasco) e il livello dell'insegnamento è legato (per lo meno nell'Abendkurse, il corso serale) alla competenza e alla voglia di fare dell'insegnante. Per le prime sei settimane il mio insegnante norvegese sapeva fare il suo mestiere, ma la restante metà del corso è stata pessima. L'insegnante era una quarantenne frustrata che basava le sue lezioni sulle fotocopie di un libro degli anni '60, parlava da sola, iniziava dopo e finiva prima dell'orario pattuito. Insomma una copia un po' più femminile del mio insegnante di Inglese delle superiori (quella vecchia spugna di Barozzi, per chi se lo ricorda).
Così, usando come uniche armi la buona volontà, la mia ricevuta di pagamento ed il mio buon senso l'ho fatta cacciare, minacciando di non pagare per altre dodici settimane anche se non sapevo ancora se il mio capo mi avrebbe pagato il corso, in barba agli obblighi contrattuali.
In effetti ha storto un pochino il naso, ma non riesco mai a capire se storce il naso per un motivo particolare o lo storce sempre a prescindere. Fra tre mesi avrò delle risposte.


Intanto sono già in parte entrato nei loro usi e costumi (questo non significa che mi vedrete addobbato in abiti tipici, con bretelle rosse, pantaloncini verdi e camicia bianca). Uso la bicicletta per spostarmi su brevi distanze (per quelle lunghe c'è l'S-Bahn) qualche giorno la uso per andare persino al lavoro e per fare la spesa. È una specie di training, perché a Novembre riporterò la mia amata Golf in Italia. Un motivo in più per lasciarla nel caldo suolo italico per tutto l'anno prossimo è che settimana scorsa mi ha lasciato benevolmente a piedi con la batteria a terra.


La bicicletta comunque risulta comoda per gli spostamenti qui in pianura, indolenzimento delle terga a parte. Come se non bastasse a poche centinaia di metri dalla mia dimora di districano chilometri e chilometri di piste ciclabili, la più famosa elle quali costruita su ciò che rimane della vecchia pavimentazione del Muro (chiamata Berliner Mauerweg) che nel sud della capitale si estende per oltre cinquanta chilometri. In tutta la immensa regione attorno a Berlino ci sono piste ciclabili che ti possono portare ovunque, solcando praterie immense di campi coltivati a orzo, frumento granturco.





Berlino è comunque una città verde. Proprio in centro, di fronte alla porta di Brandeburgo c'è il Tiergarten, una specie di Central Park alla New York. Ci assomiglia molto a quanto pare. ogni mattina gente che fa jogging, porta a spasso i cani, si fa una passeggiata; al pomeriggio c'è chi prende il sole e la sera ci organizzano concerti. È di fronte al Tiergarten (ed a duecentomila persone) che Obama fece il suo discorso durante la campagna elettorale del 2008.





Altro parco cittadino, come avevo accennato nel post passato, è il Mauerpark. Ci ho rifatto un giro nella giornata più calda dell’estate berlinese, in cui si sono sfiorati i trenta gradi, tanto per documentare un po' quanto i germanesi sono entusiasti del karaoke. Da notarsi le ali di folla.













C'è gente che grazie al Mauerpark ci campa. Oltre al tizio che organizza il karaoke (che non solo non si fa pagare, ma se vai a cantare ti offre pure una bottiglia di birra), ci sono veramente tante persone che con il "vuoto a rendere" riescono ad arrivare alla fine del mese. Queste persone (anziane soprattutto) si accaparrano tutte le bottiglie lasciate a terra o buttate nei cestini da chi frequenta il parco. Qui in Germania una bottiglia vuota viene pagata 8 centesimi di euro ed a giudicare da quante ne ha prese il signore in questa foto, forse non ti fanno diventare miliardario, però ti aiutano a mettere qualcosa sotto i denti.





A proposito di cibo: sono migliorato parecchio a cucinare. Pensavo già prima di essere al di sopra della media maschile italiana nell’arte culinaria, ma ora sono paragonabile alla media femminile (ho detto paragonabile, non fraintendiamo).
Sono diventato bravissimo a fare le torte. Grazie alle ricette segrete datemi da mia madre ed un forno a microonde (un must per un uomo single) i nove chili che ho perso il primo mese saranno già per metà recuperati.
Certo, all'inizio non sono mica tutte rose e fiori, i risultati non sono stati molto incoraggianti, anche perché non avevo mai acceso un microonde in vita mia.





Ma il metodo scientifico inventato da Galileo lo si può applicare anche in cucina e così, dopo innumerevoli tentativi andati male sono riuscito a fare ben tre torte da offrire ai miei colleghi per il mio compleanno.





Il capo è stato così entusiasta che mi ha detto che per fare l´ingegnere sono sprecato e che magari mi converrebbe cambiare lavoro. Tenendo conto che sono ancora in prova non suona molto bene.


Ma cosa mangia di solito un uomo single italiano in quel di Berlino?
La colazione è leggera, una fetta di torta e una tazzina di caffé (moka rigorosamente). A mezzodì un panino dall'aria sorridente (foto) in cui vario diversi formaggi e bratwurst tipicamente tedeschi.





La sera carne e contorno tipicamente fagioli, piselli, carote, patate con cipolle sugo e un pochino di aglio. La pasta solo nel weekend perché è troppo lunga da cucinare.
Prossimi passi? Il risotto, la purea, la polenta (senza paiolo di rame però) e qualche leccornia a base di carne, chessò, anatra alla arancia per esempio. Così, nel caso riuscissi con l'inganno a invitare una ragazza a cenare a casa mia, non si potrà mai dire che "Nel bel mezzo di una cena romantica, lei è scappata a gambe levate perché lui le ha offerto una Simmenthal".


Per rimanere in ambito culinario ho fatto il gravissimo errore di accettare del cibo da degli sconosciuti. Beh in effetti l'ho accettato dalla padrona di casa, ma il risultato rimane che è stato un errore.
Perché? Perché ho accettato a mani basse una vomitevole Möhrensuppe (zuppa di carote) dal colorito giallognolo che la mia padrona di casa cucina almeno due volte a settimana in enormi pentoloni e di cui si riempie la pancia.
A parte il colore, che mi ha fatto capire cosa intendesse il Chunk de "I Goonies" per "ho fatto una bottiglia che sembrava vero vomito", e l'odore, mi è passata la voglia di assaggiarla quando con la forchetta ho esaminato il contenuto ad altissimo contenuto di aglio in spicchi semi interi.





Inutile dire che fine ha fatto la suddetta Möhrensuppe...





Ogni settimana la signora si presenta con la zuppa in questione ed ogni settimana io la faccio passare per il lavandino. Non posso mica dirle che mi fa cagare... D'altro canto spero che la enorme quantità di pezzi d'aglio non intasi un giorno lo scarico.
In compenso settimana scorsa è riuscita a rifilarmi ben due pietanze: la solita roba giallognola e dei fagiolini saltati in padella con del petto di pollo. Questi ultimi assolutamente mangiabili, anzi, addirittura buoni! Peccato sia riuscita a mettere la cigliegina sulla torta fornendo annche due accessori supplementari: del limone da aggiugere spremuto alla zuppa (a detta sua per renderla più buona, ma il risultato non è cambiato) ed un vasetto di yogurt bianco da aggiungere ai fagiolini!





La fine che ha fatto la Möhrensuppe la conoscete già; i fagiolini, invece, me li sono mangiati da soli e lo yogurt come dessert.


“Sei un coglione.”
“E perché mai?”
“Non lo so, ma mi piace dirtelo.”