Friday, July 15, 2011

London


..."Bridge is falling down, falling down, falling down…" come direbbe un gaio attentatore dinamitardo all'indomani del suo colpo grosso al Tower Bridge.

Lo scorso weekend fui a Londra.
Perché ho usato il passato remoto? Non lo so; secondo il luminare iracheno Fadhel Al-Said pare che sia il primo segno di squilibrio mentale, invidia del pene e pancreatite acuta. Parola del più famoso astrofisico teorico del Medio Oriente! Geocentrista convinto, dopo avere affermato che la Terra è piatta, impone il suo imperativo secondo la geniale intuizione scientifica che "il sole gira intorno alla Terra perché è più piccolo del nostro pianeta, come è evidente nei versi del Corano". Fosse vissuto in Italia, probabilmente ora sarebbe Segretario Generale del PdL.

Non ponendomi il problema di cosa direbbe il buon Al-Said sullo sperpero di trapassati remoti:
fui stato a Londra il weekend scorso; questo è quanto.

Ospite di un amico, a spese dell'azienda, ho visitato la più grande metropoli europea. Per chi dissente, Istanbul pare essere ancora intenzionata a stare in Asia insieme al suo stato.
Ma conosciamola meglio la nostra Londra:
Londra è una ragazza timida, di origini romane. Ha circa 2000 anni portati benissimo e un passato burrascoso. Prima capitale di provincia romana, poi diventata feudo, è da un migliaio di anni sede di re e regine. Capitale di un impero dominante tutti i Sette Mari, Londra ha ceduto le sue ambizioni ad altre superpotenze negli ultimi tre secoli, ma sa sfoderare ancora il suo fascino tradizionalista ed il suo humor, tipicamente inglese, per flirtare con un qualsivoglia bello straniero capitato per caso nei paraggi.
Nostra Signora del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord è un po' pienotta, con i suoi quasi otto milioni di abitanti, ma i suoi chili di troppo li porta benissimo: tutta tette e culo piuttosto che fianchi e panza.
Ha i capelli bruni e gli occhi chiari, si preoccupa parecchio dell'apparenza e l'accoppiata trucco pesante con minigonna giropassera per andare in discoteca sono un "must" per il Sabato sera, seppur preferibile solo ad una sana pinta di “ale” al pub sotto casa, dopo il lavoro.
Che dire di lei? Verrà da me ricordata per i chilometri percorsi in lungo ed in largo, a piedi e non, per visitare le sue mirabolanti bellezze, complice un tempo per nulla britannico.





Partiamo dall’itinerario: il mio programma era banale. Nei circa 2.5 giorni tra atterraggio e partenza per Ringwood (ma ci arriverò più tardi) avrei voluto vedere questi posti.



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Ah dimenticavo: avevo anche il desiderio di dormire qualche ora, di notte. Devo dire che ce l’ho quasi fatta, a dormire intendo, ma ho dovuto tralasciare il British Museum, quello della RAF, Greenwich e dare solo uno sguardo a Trafalgar Square, visto che la sera che ci sono passato era stata data in prestito a tanti canadesi dagli occhietti a spillo e la testa traballante. La parata dell’orgoglio canadese, o roba simile, con Trombino e Pompadour come Guest Star indiscusse della serata, ancora di più di Bryan Addams.





Sono stato a Little Venice, che non centra un tubo con Venezia. Va bene, c’è l’acqua. Bene, è in un canale. Perfino ai Navigli a Milano c’è acqua, in un canale e ci sono barche che ci navigano, ma nessuno si sognerebbe di chiamare quel posto Piccola Venezia. Nemmeno Porta Genova se è per questo. Sono passato per il Parlamento, il Grande Ben, l’abbazia di Westminster, ho messo un dito nel Big Eye, ho visto la London Tower (non potevo perdermi l’occasione di vedere il posto dove ben tre (3) regine sono state convogliate a giusta morte nel corso dei secoli), il London Museum, dove ho scoperto che nel rogo della città del 1666 perfino il Re aiutò a spegnere l’incendio che devastò un quarto della City: lanciando monete agli uomini impegnati nello spegnimento. Proprio un luminare.

Poi, vediamo… Certo il Tower Bridge e il palazzo di Buckingham con cambio della guardia annesso, Downing Street, Hide Park dove si gioca a nascondino (pessima, lo so) e Regent’s park.
Notting Hill? Il mercato di Portobello Road era pieno di italiani manco si aspettassero di vedere Julia Roberts uscire a braccetto con Hugh Grant e Hugh Grant a braccetto con un transessuale jamaicano.
Ma soprattutto sono stato in pellegrinaggio qui:





Ma come “che posto è”? Miscredenti e blasfemi. Io ci sono arrivato sulla via mistica che va dallo stadio di Wembley, dove si tenne il memorabile concerto dell’ ’86, a Logan Place, dove Lui visse e spirò in una fredda sera di Novembre del 1991. L’ho percorsa in ginocchio, con le ginocchiere piene di ceci per soffrire di più e, reo del fatto che (sebbene treenne) mi persi il più grande concerto della storia del Rock, flagellandomi le terga in segno di servile penitenza.
Maledetti… Hanno tolto tutte le scritte dei fan dai muri, dalla porta e quella baldracca di Mary Austen ha fatto addirittura mettere delle barriere di plexiglas tutto intorno al muro di cinta. Certo, anche a me roderebbe il fatto di essere stata piantata dal mio boyfriend per un altro uomo, ma sono vent'anni che Freddie non c'è più potrebbe metterci una pietra sopra. Una bella lapide potrebbe andare, se ci facesse il sano piacere di crepare.

Sono rimasto piacevolmente impressionato dal Tubo londinese. Sebbene io sia già avvezzo alla Metro milanese ed all'accoppiata S+U-bahn berlinese, "The Tube" è diverso da tutti gli altri. Le stazioni sono piccole e contorte, i treni davvero cilindrici e microscopici e ad alcune stazioni si accede preferibilmente in ascensore. Nel caso si vogliano prendere le scale, rigorosamente a chiocciola,occorre prepararsi a percorrere così tanti gradini discendenti che pare di percorrere l'entrata di servizio per il viaggio al centro della Terra. Intorno alla metà capita di incontrare un po' di tutto: bambini sorridenti, cani che portano a spasso i loro padroni chiedendo qualche spicciolo, amorevolmente trafelate vecchiette che ti chiedono gentilmente quanto manchi alla superficie. Quando poi tu affermi fortemente che, stando ai tuoi calcoli, i gradini da risalire sono un numero pericolosamente vicino al migliaio, assumono lo sguardo della lepre a tu per tu con la ruota di un camion in corsa. Qualcosa del genere.





In ogni caso, lo Humor inglese la fa da padrone anche nei cunicoli dell'Underground:





Dopo due giorni e due notti, saluto Andrea, che mi ha ospitato, e quella bonazza di Londra, con la promessa di ritornare in visita. Parto, col bus, alla volta di Ringwood località semi-sconoschiuta dell'Hampshire dove dovrò frequentare un corso di aggiornamento. Ma conosciamola meglio la nostra Ringwood:
Se Londra colpisce per la sua bellezza, la sua storia ed il provocante abito da sera, Ringwood è la tipica ragazza madre, contadinotta ignorante costretta a mungere tori per tirare avanti la baracca. Qui non c'è niente aparte una chiesa, una piazza, Market Place, dove, indovinate un po', ci fanno il mercato. Cinque ristoranti indiani e 12000 abitanti, probabilmente indiani, un birrificio e la Doulos Inc. 22 Market Place, Ringwood - Hampshire.
Ecco, il 22 di Market Place è un posto come l'Isola-che-non-c'è. Diciamocelo, la piazza del mercato di Ringwood la si percorre a piedi, con passo calmo, godendosi la brezza, in non più di 24.8 secondi. Immaginatevi dieci ingegneri che girovagano per la suddetta piazza una Domenica sera di Luglio, per capire dove debbano andare a seguire il corso il giorno successivo. Tutti con lo sguardo apprensivo di chi pensa di avere sbagliato posto, che ci sia un'altra Ringwood, magari in Scozia che possiede veramente un numero 22 in Market Place.
Ce ne siamo andati tutti in branda sconsolati, qualcuno singhiozzava invocando l'intercessione divina, qualcuno voleva la mamma, un paio li ho visti sbronzarsi ed andare a troie. L'indomani mattina svelammo l'arcano.



A me va bene tutto: Ringwood, gli indiani, l'English Breakfast che ha sotterrato le mie speranze di superare la prova costume... Ma il numero 22 nero, affisso su di un cancello nero merita il mongolino d'oro.

Non esprimendo giudizi sul corso (pessimo, inutile e dispendioso di tempo e risorse) conserverò nel cuore il ricordo della Ringwood Best Bitter e del suo cinghiale trottante,





del Bus che ha deciso di lasciarci a piedi in autostrada e della buona e vecchia Easyjet, che ha evitato lo sciopero dei suoi lavoratori berlinesi e mi ha concesso due voli miracolosamente in orario. Perfino il pilota donna ha fatto il suo porco lavoro, anche se l'ho trovata un po' in difficoltà nei parcheggi ad "S".







You can have everything in the world and still be the loneliest man. And that is the most bitter type of loneliness, success has brought me world idolisation and millions of pounds. But it's prevented me from having the one thing we all need: A loving, ongoing relationship.

Freddie Mercury, 1985.