Thursday, January 28, 2010

Neverending low cost journey


Tutto iniziò una calda mattina di primo Inverno in una città fredda come Berlino. Dopo una levataccia alle 6.30, per tentare di ridare le sembianze di un bagaglio a mano alla mia valigia talmente stipata di roba da avere raggiunto la densità di un buco nero, mi recai al lavoro allegro e felice nonostante il cielo grigio e la temperatura polare. Avevo raggiunto quello stato di autoconvinzione proprio del fatto che entro poche ore sarei stato in viaggio per l’Italia, con le mie mille prospettive: una vacanza sulla neve, il cenone di Natale, una mega riunione di famiglia a cui tenevo parecchio e qualche annosa faccenda da sbrigare, fanculizzare l’assicurazione, vendere la mia amata Golf e chiudere il contratto con la banca italiana. Con la mente piena di felici e funesti pensieri che in genere mi contraddistinguono, un mucchio di problemi sul lavoro che a quanto pare non ero in grado di risolvere, mi avviai dopo otto ore di ufficio in direzione del mio amico speciale: l’aeroporto di Shönefeld. Comodamente seduto sul bus, mi gustavo il panorama, nonostante alla guida vi fosse un autista probabilmente turco a giudicare dalla andatura sostenuta e le frenate talmente brusche da scaraventare gambe all’aria numerose anziane passeggere. Il programma era pronto da giorni: aereo alle 18.35, arrivo per le 21 a casa, 22 se ha ritardo, bella dormita e poi l’indomani un mucchio di faccende da sbrigare per passare le feste felice, senza pensieri e con in serata una bevuta/mangiata al Birrificio di Como degna di essere raccontata ai posteri. Era il 22 dicembre 2009 ed io ero ancora un fiducioso ed ingenuo cliente Easyjet.
Come nei peggiori romanzi di fantascienza, quelli da cui sono tratti i B-Movie, per intenderci, il tutto inizia con quella situazione tranquilla in cui il protagonista non solo è convinto che tutto possa andare per il meglio, ma è anche in compagnia molto intima di una bella biondona con una ottava di reggiseno e stanno quasi per fare all’amore quando accade l’inevitabile: il volo Easyjet EZY4677 è pericolosamente in ritardo di due ore sulla tabella di marcia. Perché? Come “Perché?”; che caspita di domanda è. È come chiedere ad una donna perché ci mette 9 mesi a partorire un figlio, è come chiedere ad un cristiano perché dio è uno e trino, è come chiedere al demonio perché è malvagio. Easyjet ha bisogno dei suoi tempi tecnici, mettetevelo bene in testa.
Nella testa del viaggiatore medio, appunto, dopo due ore di attesa cominciano a sorgere le inevitabili domande: ho lasciato aperto il gas? Ho dimenticato lo spazzolino da denti? Non è che mi stanno prendendo per il culo?
Ma va, ma no. Ecco che magicamente arriva la chiamata la gate. Evvai, ci chiamano al gate. L’aereo è arrivato, è vicino al gate, ci identificano come non-terroristi-suicidi e ci imbarcano (oppure ci inaereano?) dopo essere transitati attraverso il gate. Gate 12, me lo ricordo ancora, come mi ricordo le mie ultime famose parole: “Poveri cristi quelli del volo per Roma, cancellato un minuto fa...”. Un tedesco dall’aria paffuta, in un inglese peggiore della media ci informa che il nostro FOTTUTO VOLO È STATO CANCELLATO. Perché? Nessuno lo ha mai saputo. L’unica certezza, in quei momenti di panico, tensione e incazzatura, è stata la risposta ai banchi del check-in che i luminosi addetti Easyjet, nelle loro tenute arancioni, usavano ripetere: trovate tutte le informazioni sul sito internet. Certo, siamo tutti i-phone dotati, fuori gocciolano smartphone come se piovesse, abbiamo tutti in aeroporto un portatile con connessione diretta all’arancionissimo sito Easyjet.
È stato veramente un peccato che nessuno abbia perso la testa; quello che questi ridicoli inglesi in tenuta color caco sembrano non capire è cosa quattrocento italiani incazzati, presi per i fondelli, con una bramosia di panettone e pandoro da fare impallidire un diabetico sarebbero strati in grado di combinare. Avremmo potuto non solo mettere a ferro e fuoco all’aeroporto, demolire l’intera flottiglia Easyjet di Berlino e farla franca allegramente nonostante le immancabili violenze, stupri e uccisioni di carattere del tutto fortuito che in una situazione del genere non possono non mancare, ma prendendo in ostaggio una qualche bella assistente di volo avremmo preteso ed ottenuto la testa dell’amministratore delegato Easyjet (tale Andrew Harrison) infilzata su di una picca prima del sorgere del sole. Purtroppo, con estremo rammarico delle falangi più estremiste, la situazione si è risolta pacificamente. Per Easyjet.
Con la prospettiva di partire, forse, dopo Natale, raccattati altri 4 compagni di viaggio ed avere insultato in malo modo qualunque cosa fosse colorato di arancio nei dintorni dell’aeroporto (con buona pace di una signora russa ed il suo cane Pepe) eccoci all’alba delle 10 post meridiane diretti verso la stazione centrale, o meglio detta Hauptbahnhof. Un signore dall’aria distinta dietro il banco della prima classe, si rivela molto accondiscendente e disponibile a prenotarci un viaggio dalla modica cifra di 177 euro per me, a Lugano, 195 per chi si ferma a Milano e 270 per chi ha avuto la sfortuna di nascere a Roma. Meno male che hanno inventato le carte di credito, così almeno la sensazione di avere il portafoglio più leggero ce la siamo evitata.
Eppure nessuno ci (mi) aveva fatto notare che il famigerato costosissimo treno luccicante targato in rosso e bianco Deutsche Bahn sarebbe partito alle 6.30 del mattino di quello che, senza ombra di dubbio, si prospettava essere il 23 Dicembre. E allora che fare? Andare a casa e nel giro di 3 ore risvegliarsi e ritornare in stazione? Dato il postulato che la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo, essendo ben sprovvisti della prima e con la seconda che lucidava il binocolo, decisi di passare una notte di veglia in stazione. Fu lì che iniziai ad accrescere i 5 kg che al mio rientro a Gennaio avrei spiacevolmente scoperto adagiati sui miei addominali da tavola. L’unico posto aperto tutta la notte, in quella che si spaccia per la stazione centrale della città più centrale d’Europa, Cristo santo, è il McDonald. Dovete provare l’esperienza per capire cosa si prova ad essere costretti a passarvi dentro una notte, senza essere presi dalla voglia di mangiarsi cinque Krispy McBacon, iniettarsi in vena due litri di Fanta e nel contempo resistere all’impulso di fare a pezzi Ronald McDonald e banchettare con i suoi resti.Parecchi panini tura-arterie, bibite gassate e caffè diluiti dopo eccoci giunti all’ora di partire. L’orologio della stazione ci saluta con il suo bel 6 e qualche minuto e la stazione con un Willkommen in Berlin del tutto poco opportuno, che maleducata.



“Tutti in vettura!” Esclama quella che sembra una guardia giurata in tenuta carnevalesca nel peggior tedesco a ovest dello Sprea. Sarà il berretto rosso, o la faccia da gnomo da giardino, oppure il fatto che agita pericolosamente avanti ed indietro la macchinetta per la carta di credito, ma ci diamo una mossa, mica che questo ci spela altri soldi. Una volta dentro ci arrabattiamo a trovare un posto a sedere su di un treno supertecnologico dove tutto trasuda cotanto sperpero di denaro pubblico che perfino le scritte in braille sono a caratteri luminosi; come se un cieco avesse bisogno di vederli. Ma si sa che i tedeschi sono sempre in buona fede, per cui quei due falsi invalidi dall’accento siculo, dopo essersi scostati gli occhiali neri, ringraziano amichevolmente. Tempo zero ed il coma ci assale...
Percorremmo lande desolatamente ghiacciate diretti verso Francoforte e poi verso il sud della Germania, in direzione di Sua Neutralità, la Svizzera. Altresì detta il paese del cioccolato, delle mucche viola (anch’esse fatte di cioccolato), delle banche e della precisione maniacale, la Svizzera non solo si rivelò incredibilmente vuota di mucche violacee, piena di svizzeri affatto neutrali ed attaccati ai loro piccoli tesori bancari, ma anche di dubbia puntualità. Il treno giunse in un punto imprecisato della Svizzera centrale con ben quattro minuti di ritardo: non c’era svizzero che non inveisse contro i tedeschi anche se bisogna riconoscere che non c’era tedesco che non inveisse contro gli svizzeri. Ed in mezzo: io. Sarebbe curioso sapere il perché di tutto questo scaldarsi, d’altra parte mi pare che per un viaggio di 800 km abbondanti quattro minuti siano del tutto trascurabili, a parte le coincidenze. Sarà che sono italiano, ma vedere gente che si insultava in tedesco era molto divertente. Certo, forse non comprendevo e in verità stavano beatamente sbraitando tra loro riguardo al tempo, l’arteriosclerosi e l’increscioso aumento del prezzo dei fagiolini in scatola, ma ad un italiano non può sembrare possibile che la gente si maledica in quel modo per una manciata di minuti, si vede che non hanno mai viaggiato con le Ferrovie Nord. D’altra parte, noi, il quarto d’ora accademico di ritardo/anticipo ce l’abbiamo scritto nel DNA, proprio tra la voce “odia i francesi” e “ama il calcio alla follia” per chi volesse controllare. Sarà che io non odio i francesi (quelli che non mi sputano addosso), mi fa schifo il calcio e amo la puntualità, ma non posso forse chiamarmi italiano?
Ci vollero altri due cambi di treno, altri due squallidissimamente lindi regionali svizzeri per raggiungere la agognata meta luganese, dove i miei genitori mi stavano aspettando per ricondurmi in all’amata patria.
Dopo 38 ore di veglia, baciavo la Varesina Terra Natia.




*Zzzz*


*POP*


*Yaaaaaahwn...*


*BURP*


Ehm? Si?
Dove eravamo rimasti? Ah si: Berlino, aeroporto, stazione, treno, Easyjet fa schifo, Svizzera, Lugano, Varese, Easyjet fa davvero schifo, vacanze di Natale. Tutto chiaro od ho dimenticato qualcosa? Che idiota: Easyjet fa schifo senza ombra di dubbio.
Le vacanze passate in Italia sono state piacevoli, nonostante i famosi cinque chili che hanno reso la mia tartaruga addominale, che era già prima girata dalla parte sbagliata, sempre più simile ad un cocomero. Riassumiamo? In quindici giorni ho fatto tutto quello che dovevo fare; parenti, mica parenti, cene e pranzi, tanti bidet per togliermi la voglia, ho chiuso con la banca e l’assicurazione, ho sparso la voce che la mia golf era in vendita, ho imparato a sciare, ho rischiato la vita un paio di volte, ho mangiato due volte la fagiolata.
Ed ecco, già l’ora è giunta di salutare la mia amata città natale, con il suo lago inquinato, leghisti da tutte le parti, quell’odore di sterco che la contraddistingue così bene, il Sacro Monte sempre pronto ad accoglierti per un sano pellegrinaggio ed una bella pregata pronti via... Eccomi all’aeroporto in quel del 10 Gennaio 2010 che non dimenticherò mai: cielo terso, nemmeno una nuvola, piacevolissimi 10 gradi. Attendo.


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“Signor Carraro il suo volo è stato cancellato.”
Sono diventato idrofobo.


Ma si può essere più sfigati di me? Beh in effetti si. Ho conosciuto un po’ di gente al gate, a quanto pare alcuni, la cui massima aspirazione era quella di farsi un paio di mesi di carcere in Germania, non solo si ritrovavano senza volo in quel di Milano, ma avevano subito molteplici cancellazioni anche in Dicembre. Eh vabbè, mi consolo, c’è chi sta peggio di me. Ci spostano il volo di un giorno intero (non vi dico il capo che è felice come una Pasqua a Natale) ed io, tornato ospite dai miei, mi metto a googolare. E cosa scopro? Le motivazioni ufficiali di Easyjet per alcuni dei voli cancellati nell’arco delle feste e per i quali, ovviamente, non sono previsti rimborsi:
EZY4677 il mio, del 22 dicembre: mancanza di assorbenti in cabina
EZY4324 Berlino-Budapest: la crew iraniana chiede asilo politico
EZY3122 Atene- Bruxelles: epidemia di peste polmonare in aeroporto
EZY3122 Praga-Roma: la crew Easyjet si è attardata in una casa di piacere
EZY5518 Napoli-Venezia: una hostess si è spezzata un’unghia
EZY1689 Milano-Parigi: uno steward si è spezzato un unghia
EZY1689 Madrid-Atene: dopo una partita a nascondino tra i membri della crew, il pilota non si fa trovare sostenendo che il decollo era solo un espediente per non farlo vincere
EZY8813 Londra-Parigi: la causa sembra essere il battito di ali di una farfalla nel Laos
EZY3321 Liverpool-Praga: lo steward ghei si è innamorato
EZY5563 Londra-Lisbona: a seguito di un controllo, il pilota è stato trovato sprovvisto di patente nautica

wet_EasyJet

EZY1689 Copenhagen-Monaco: I passeggeri bloccano il decollo del velivolo esprimendo dubbi sulla sua effettiva portanza alare essendo privo di ali.
EZY4325 Budapest-Berlino: la crew entra a far parte del Budapest-Drinking-Team
EZY2121 Londra-Milano: il solito steward ghei ha perso la verginità anale
EZY1789 Barcellona-Parigi: il pilota dichiara alla stampa “Ero io il secondo attentatore a Dallas nel ‘63”
EZY1777 Napoli-Salerno: il Vesuvio pare sia eruttato sul più bello
EZY2285 Glasgow-Basel: il secondo pilota è in crisi mistica ed idolatra un Dio minore
EZY2672 Milano-Liverpool: l’aereo a quanto pare si è nascosto bene, tanto da non farsi trovare
EZY5560 Atene-Roma: ad una hostess è morto il gatto
EZY5563 Parigi-Venezia: vertenza sindacale per eliminare dal catalogo Easyjet il profumo di Victoria Beckham
EZY8879 Madrid-Atene: controllori di volo in panico pre-esame
EZY8234 Orio al Serio-Budapest: il Boeing 339 Easyjet pare abbia livrea Ryanair
EZY3602 Milano Malpensa-Milano Linate: la crew è stata assunta in cielo con anima e corpo
EZY2205 Trapani-Canosa di Puglia: l’aereo non decolla a causa di una partita a ramino sfociata in rissa



EZY1009 Nizza-Budapest: pare si stesse festeggiando a bordo il carnevale ecuadoregno
EZY2689 Roma-Monaco: Silvio ha detto no.
EZY3469 Liverpool-Liverpool: il pilota (maschio) soffre di depressione post-partum
EZY1946 Praga-Praga: dopo il coro “se facciamo l’incidente, muore solo il conducente” intonato dai membri (sbronzi) dell’equipaggio, il pilota entra in sciopero
EZY4893 Genova-Budapest: una hostess è in preda ad orgasmi multipli
EZY4466 Atene-Budapest: lo steward ghei è stato piantato
EZY6834 Roma-Glasgow: un passeggero ha un impellente bisogno di un esorcismo
EZY2089 Basel-Palma de Majorca: Easyjet esprime solidarietà nei confronti di Mel Gibson
EZY1000 Zurigo-Parigi: l’amministratore delegato di Easyjet, preso da manie di onnipotenza, dichiara guerra alla Svizzera
EZY3912 Copenhagen-Nizza: Si vocifera che il giorno del giudizio sia finalmente giunto



EZY2676 Berlino-Venezia: perse le chiavi dell’aviogetto
EZY1666 Oslo-Barcellona: la consueta sfida a calcetto tra le rappresentative di piloti ed assistenti di volo si conclude solo dopo i tempi supplementari lasciando sul terreno 4 feriti e due cartellini rossi
EZY2121 Stoccolma-Zurigo: un passeggero disimpara ad andare in biciletta
EZY9865 Napoli-Oslo: Il pilota soffre di vertigini
EZY1473 Malta-Milano: il pilota si crede Gesù Cristo, venuto per la seconda volta a fare proselitismo. Nemmeno gli schiaffi dell’assistente di volo dall’aria omosessuale riescono a scuoterlo dal suo delirio mistico
EZY4324 Hogwarts-Oslo: finale di Quidditch, Serpeverde (sponsorizzata da Easyjet) contro Grifondoro
EZY4324 Milano-Roma: hostess incinta
EZY4325 Milano-Roma: uno steward e lo steward ghei si azzuffano per decidere chi è il padre
EZY4326 Milano-Roma: pare abbia vinto lo steward ghei
EZY1689 Stoccolma-Malta: gli addetti ai bagagli soffrono della sindrome di Stoccolma
EZY4677 Milano-Berlino: una hostess osa bestemmiare, ma essendo nel bel mezzo di una gara di rutti, contravviene agli obblighi contrattuali e viene licenziata in tronco.


Certo, non si può non dire che loro non ti avvertano, prima di partire.



Alla fine ci arrivai a Berlino, aggiungendo 2 ore di ritardo e 30 euro di taxi per raggiungere la mia dimora.
Non contento delle mie disavventure, mi appresto a prenotare l’andata e ritorno per Pasqua con la compagnia più arancione in circolazione nei cieli di Europa, come molti dei miei compagni di sventura hanno già fatto. Chi vivrà vedrà.
È il 28 Gennaio 2010 ed io sono ancora un forse ex cliente Easyjet, in attesa di rimborso.


“Se qualcosa può andar male, lo farà.”


Edward A. Murphy Jr.

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